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In Norvegia 75 anni dopo. L’impresa scout, in Vespa, del sandonatese Raul Bucciol

Nell’estate del 1949 si tenne a Skjåk, in Norvegia, il primo raduno di rover (gli scout tra i 16 e 22 anni, ndr) dopo la fine della Seconda guerra mondiale. All’evento partecipò anche un contingente italiano: tra questi, vi furono una decina di scout, molti dei quali presero parte alle attività delle aquile randagie, gli scout clandestini sotto il fascismo, che a bordo di piccole moto Guzzi 65 partirono da Milano alla volta della Norvegia. In occasione della route europea dei rover e delle scolte, che quest’anno si è svolta a Stavanger, in Norvegia, gli scout italiani hanno voluto ripercorrere le tappe di quest’impresa
30/08/2024

Nell’estate del 1949 si tenne a Skjåk, in Norvegia, il primo raduno di rover (gli scout tra i 16 e 22 anni, ndr) dopo la fine della Seconda guerra mondiale. All’evento partecipò anche un contingente italiano: tra questi, vi furono una decina di scout, molti dei quali presero parte alle attività delle aquile randagie, gli scout clandestini sotto il fascismo, che a bordo di piccole moto Guzzi 65 partirono da Milano alla volta della Norvegia, facendosi portavoce delle istanze dei numerosi piccoli mutilati causati dal conflitto. A distanza di 75 anni, la memoria di quest’impresa è ancora viva nello scoutismo italiano. In occasione della route europea dei rover e delle scolte, che quest’anno si è svolta a Stavanger, in Norvegia, gli scout italiani hanno voluto ripercorrere le tappe di quest’impresa, stavolta a bordo di Vespe. Tra loro c’era anche Raul Bucciol, 21 anni, rover del gruppo scout San Donà 3. “L’intento della nostra impresa era quello portare un messaggio di pace e di speranza, come quello di 75 anni fa”, ci spiega Raul, appena tornato dalla route, durata due settimane, tra il 18 luglio e il 2 agosto. “A compiere quest’impresa siamo stati in 20 giovani e sei capi che ci hanno fornito l’assistenza durante il viaggio. Tra noi, c’erano anche ragazzi originari di Burkina Faso, Ciad, Costa d’Avorio, Libano e Senegal. Ci siamo subito capiti al volo”, prosegue, sorridendo. I 20 giovani che hanno preso parte all’impresa hanno portato in Europa il messaggio di don Gino Rigoldi, da 50 anni cappellano al carcere minorile Beccaria di Milano, per tenere alta l’attenzione sul problema dei minori non accompagnati e dei giovani reclusi nelle carceri minorili. “La partenza è avvenuta la mattina del 18 luglio sotto al Castello Sforzesco” racconta ancora Raul. “E’ stato veramente un momento emozionante, perché con noi era presente anche Cesare Fabozzi, uno dei pochi «ragazzi» ancora in vita dell’esperienza di 75 anni fa”. Il viaggio è, quindi, iniziato alla volta delle Alpi svizzere, per poi spostarsi al cuore delle istituzioni europee, come il Parlamento europeo di Strasburgo, il museo dell’Unione europea di Bruxelles e la corte penale internazionale dell’Aja. “In ognuno di questi posti, abbiamo consegnato una copia del messaggio di don Rigoldi”, spiega Raul. In Belgio, il gruppo ha trovato ospitalità in una base scout poco fuori Bruxelles: “Qui siamo venuti a conoscenza del programma di integrazione dei ragazzi ucraini che scappano dalla guerra, svolto in collaborazione tra Croce rossa e scout del Belgio”.

Dopo essere passati per Amburgo e la Danimarca, la comitiva si è imbarcata in traghetto alla volta della Norvegia. “L’accoglienza, una volta arrivati a Stavanger, è stata trionfale”, racconta il giovane sandonatese: “Al nostro arrivo tutto il campo ci ha idealmente accolto in un grande abbraccio. Dal canto nostro, abbiamo raccontato il nostro viaggio e le realtà che abbiamo incontrato”, conclude Raul, sottolineando: “Le emozioni, le esperienze e le tappe di questa particolare route me le porterò con me per il resto della vita. Ritorno a casa con la consapevolezza che esistono numerose realtà in Europa che quotidianamente agiscono, in mezzo a numerose difficoltà, per aiutare coloro che arrivano nel nostro continente, scappando da guerre e persecuzioni. Sono grato al mio gruppo scout, che mi ha sostenuto e supportato in questa scelta”. Il viaggio di Raul e dei suoi compagni è continuato fino alla route nazionale di Verona, svoltasi lo scorso fine settimana, all’interno della quale era presente uno stand con il racconto di questo viaggio. (Giorgio Boem)

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