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Gioco d’azzardo in Veneto orientale, emerge solo la punta dell’iceberg

“Negli ultimi anni il numero di soggetti assistiti dal Serd dell’Ulss 4 Veneto orientale - ci dice la dirigente psicologa Emilia Serra - si è mantenuto attorno alle 90 unità, pur con un andamento altalenante da un anno all’altro: tra un picco di 115 assistiti totali, registrato nel 2018, e un valore di poco superiore alle 80 unità, registrato nel 2019 e 2023. Il vero problema - sottolinea Serra - è che questi numeri sono solo la punta dell’iceberg. La letteratura prevalente afferma che i casi di pazienti affetti da problemi di gioco d’azzardo patologico che “emergono”, rappresentano circa il 10% rispetto a quella che potrebbe essere l’effettiva realtà esistente”
28/03/2025

Nell’ambito del progetto “Fate il nostro gioco”, e grazie alla collaborazione tra il Serd (Servizio per le dipendenze) dell’Ulss 4, la società di comunicazione scientifica “Taxi 1729” e il Comune di Musile, nei giorni scorsi, ha organizzato due interessanti iniziative pubbliche che avevano come obiettivo quello di informare la popolazione sui metodi e stratagemmi adottati per rendere attraente il gioco d’azzardo e convincere la popolazione di poter accedere a un guadagno facile.

Martedì 18 marzo, l’aula magna dell’istituto Toti di Musile di Piave, era gremita da oltre un centinaio di persone, che avevano scelto di partecipare alla conferenza-spettacolo dove gli esperti di “Taxi1729” hanno illustrato, con dimostrazioni scientifiche ed esempi pratici, i segreti nascosti nel gioco d’azzardo. Fino al 25 marzo, poi, la sala polivalente “Oriana Fallaci” del centro culturale Bressanin Siccher di Musile, ha ospitato una mostra interattiva dedicata al gioco d’azzardo dove, mediante una roulette francese e slot machine, sono stati mostrati i metodi adottati per incentivare il gioco d’azzardo.

“Fate il nostro gioco nasce da un obiettivo e da una precisa convinzione - spiega l’associazione Taxi1729 -. L’obiettivo è svelare le regole, i piccoli segreti e le grandi verità che stanno dietro all’immenso fenomeno del gioco d’azzardo in Italia; la convinzione è che il modo migliore per farlo sia usare la matematica come una specie di antidoto logico”.

Nel 2024 ha raccolto 35 nuove richieste di aiuto per gioco d’azzardo, in aumento rispetto al passato e nei primi due mesi del 2025 sono già quasi una ventina i nuovi soggetti entrati in contatto con il Serd sandonatese.

“Negli ultimi anni il numero di soggetti assistiti dal Serd dell’Ulss 4 Veneto orientale - ci dice la dirigente psicologa Emilia Serra - si è mantenuto attorno alle 90 unità, pur con un andamento altalenante da un anno all’altro: tra un picco di 115 assistiti totali, registrato nel 2018, e un valore di poco superiore alle 80 unità, registrato nel 2019 e 2023. Il vero problema - sottolinea Serra - è che questi numeri sono solo la punta dell’iceberg. La letteratura prevalente afferma che i casi di pazienti affetti da problemi di gioco d’azzardo patologico che “emergono”, rappresentano circa il 10% rispetto a quella che potrebbe essere l’effettiva realtà esistente”.

Per questo motivo, oltre all’attività assistenziale dei casi già seguiti, l’attività di prevenzione messa in campo dagli operatori del Serd è sempre stata costante, negli ultimi anni: essa spazia dalla presenza con stand informativi nei centri commerciali del territorio di competenza dell’Ulss, da Portogruaro a San Donà di Piave e Jesolo, oltre che nei mercati settimanali, a sensibilizzazione in fiere ed eventi sul territorio. Molto intensa è anche l’attività con le scuole, sia con la formazione ai docenti, che con iniziative che coinvolgono gli studenti e i loro genitori, sia con gli istituti comprensivi, che con le scuole superiori. Infine, ci racconta Serra, molto importante è anche l’attività di ricerca e l’intervento come relatori a convegni o eventi pubblici informativi sulla realtà e le problematiche del gioco d’azzardo patologico.

Tutto può essere utile per aumentare la consapevolezza di questa problematica, sia per chi ne è affetto, sia per i famigliari, ridurre la ritrosia a rivolgersi alle strutture sanitarie di supporto, a causa dello stigma sociale e prevenire così quelle che potrebbe sfociare in vere e proprie tragedie famigliari.

Si tratta di un evento a sfondo culturale basato su una pratica di economia circolare: i partecipanti (amanti della moda e non) hanno la possibilità di scambiarsi capi d’abbigliamento di seconda mano, senza spendere alcunché e, soprattutto, facendo del bene all’ambiente

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