Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Giandomenico Tiepolo simbolo di Mirano
La città si identifica sempre più con il grande artista, attraverso un progetto coinvolgente e di ampio respiro per “rivitalizzare il patrimonio paesaggistico, architettonico, artistico e documentario”
Mirano si propone di “identificarsi” sempre più con Giandomenico Tiepolo, grande artista, nato e morto a Venezia (1727-1804), e lo fa con un progetto di ampio respiro che mira a valorizzare civiltà, cultura, luoghi e territorio che gli erano familiari.
Quasi stanco di luminose esperienze internazionali e nazionali, egli decise di tornare nella villa familiare, immersa nella quieta campagna di Zianigo di Mirano, per vivere i suoi ultimi anni.
Una proposta “sfidante”, così è stato definito il progetto nella presentazione fatta nella libreria Ubik, che mira a un ampio coinvolgimento di soggetti del mondo culturale, sociale ed economico presenti nel territorio.
Il progetto, messo a punto da un Comitato promotore, del quale sono registi Gianna Marcato, studiosa senior dell’università di Padova; Antonio Andreetta, regista e docente di tecniche audiovisive; Antonio Politi, sociologo e presidente del Laboratorio culturale Giandomenico Tiepolo, è stato virtualmente consegnato e offerto all’Amministrazione comunale che lo valuterà nella prospettiva di una sua adozione.
Si presenta come una stimolante opportunità per attivare un’azione mirata a “rivitalizzare il patrimonio paesaggistico, architettonico, artistico e documentario” attraverso una serie di iniziative, quali la rilettura del territorio in chiave socioculturale, artistica e ambientale e la mappatura dei luoghi riconducibili agli anni dell’esperienza miranese di Giandomenico Tiepolo.
Itinerario tra i luoghi dell’artista
In programma, tra le tante iniziative, la strada del Tiepolo, un itinerario che colleghi i luoghi legati all’artista, da indicare con sistemi di “sagome ad hoc” e supporti informativi, anche informatici (QR code), facilmente leggibili. Quindi un logo specifico e una grafica unitaria.
Attorno al progetto, compatibilmente con le risorse pubbliche e private che si potranno rendere disponibili, si lascia intravedere la possibilità di attività varie (pubblicazioni, incontri, visite guidate, seminari), focalizzate su aspetti significativi di un “patrimonio ereditato da un passato profondamente caratterizzante” e che ha tutte le potenzialità per dare identità e rappresentatività al presente.
L’obiettivo, si legge nel documento di presentazione della proposta, “è quello di progettare e realizzare «un cantiere culturale» che, in dimensione dinamica, sappia collegare la lettura dei segni con una più complessiva fruizione del territorio, che nei lavori di Giandomenico Tiepolo trova ampia rappresentazione”.
Un cantiere culturale
Dunque, si è aperto a Mirano un cantiere culturale, che, in soldoni, significa un’azione a tutto campo per identificare e valorizzare sull’asse Mirano-Zianigo, località, questa, dove si trova villa Tiepolo, strutture edilizie, segmenti viari e tratti paesaggistici.
Si è detta convinta del progetto Maria Rosa Pavanello, sindaca di Mirano, per la quale potrebbe essere un momento importante e significativo nella “costruzione della identità della comunità” e un segno di ripartenza dopo la pandemia. Giandomenico Tiepolo, quindi, icona storica e attuale di Mirano.
Per don Artemio Favaro, parroco di Mirano, si tratta di valorizzare il patrimonio culturale di una comunità che “è importante dal punto di vista civile ed ecclesiale” e aiuta a “vivere con porte e finestre spalancate”. Con orizzonti aperti, il passato alle spalle, il “mondo novo” davanti. Magico e attrattivo, come Il “Mondo novo” di Giandomenico Tiepolo.
Aspetti particolari, impegni, obiettivi, possibili risorse umane e materiali, percorsi attuativi sono stati illustrati da Gianna Marcato e da Giulio Regazzo.
Rimane da affrontare il problema della disponibilità di villa Tiepolo di Zianigo, sempre chiusa alle visite, acquistata da Giambattista Tiepolo, papà di Giandomenico, che nel 1791 vi tornò ad abitare. Qui trascorse gli ultimi anni della sua esistenza.
Una stagione breve, ma felice. Vi trovò pace e ispirazione. Ne sono conferma gli affreschi dipinti nelle stanze: in particolare il “Mondo novo”, opera che ne è la cifra artistica e lo consegna al “pensiero innovativo”, e i Pulcinella, maschera-verità-identità (persona) meravigliosamente calata nella campagna veneta. “Divertimento per li ragazzi”, ma soprattutto opera didascalica per gli adulti.