Questo tempo particolare, che ci vuole preparare nella duplice attesa del Natale del Signore e del suo...
San Donà: gli scout settant’anni dopo sul Piz Boè
Il 23 luglio 1953 il riparto scout Asci di San Donà portò a termine un’operazione memorabile: l’operazione ribattezzata “Mafeking”, dal nome di una celebre battaglia vinta dal fondatore degli scout Robert Baden Powell durante la guerra anglo-boera, consisteva nel collocare una croce di ferro sulla cima del Piz Boè, la più alta delle vette del gruppo del Sella, dopo averla portata a piedi da Colfosco, sede del campo estivo di quell’anno.
A distanza di settant’anni e in occasione delle cerimonie per il centenario dello scoutismo sandonatese, sabato 9 e domenica 10 settembre la comunità capi del gruppo scout San Donà 1 ha voluto ricordare quest’impresa, ripercorrendo lo stesso sentiero fino alla vetta del Piz Boè dove si trova ancora oggi la croce, che necessitava di interventi di manutenzione causati dalle intemperie e dal tempo. L’uscita è stata organizzata durante tutto l’anno da una pattuglia della comunità capi del gruppo scout Agesci San Donà 1, con l’aiuto del Masci di San Donà e la consulenza storica di Gianfranco Cereser e Massimo Bozzo.
Durante la preparazione è stato, infatti, ritrovato il diario di bordo dell’impresa, redatto all’epoca da don Massimo Nogler, salesiano, nel quale sono contenute le testimonianze dei ragazzi del tempo. La relazione di “Kotik”, vice caposquadriglia dei Cuculi, annota: “Senza sbagliarmi, posso affermare che quella sul Boè sia stata la più bella messa alla quale io abbia assistito. Alla comunione quasi tutti si accostavano a ricevere Gesù, che veramente era presente in mezzo a noi. Terminata la messa, fu poi scelto un piccolo crepaccio per posizionare la croce. Gli zaini furono svuotati del cemento e della sabbia e anche le borracce. Alle ore 12 due razzi potenti salirono verso l’alto per annunciare alle famiglie di Colfosco che la Croce sul Boè era stata posizionata”.
“Guardando quella Croce sembrava che Gesù benedicesse assieme a tutti noi anche i fratelli di tutto il mondo. Il ricordo dell’impresa del Boè non lo potrò dimenticare, sarà questo di sprone a una vita scout migliore”, scrisse invece “Kala Nag”, vice caposquadriglia degli Scoiattoli.
Una volta giunta in cima, la spedizione del 2023 ha provveduto a posizione una nuova targa commemorativa in sostituzione della vecchia, ormai deteriorata. “Avventura e impresa sono state le due parole che ci hanno portato a realizzare quest’uscita”, racconta Lorenzo Nardean, uno dei partecipanti di quest’anno. “Come quell’esploratore di settant’anni fa, chiediamo al Signore di benedire chi ha compiuto quell’impresa, specialmente chi non è più tra noi; di benedire le nostre famiglie e l’anno associativo che sta per cominciare e di accompagnarci lungo la strada in tutte le nostre future avventure” conclude. E’ sorprendente che a distanza di settant’anni lo scoutismo sandonatese abbia conservato una memoria così dettagliata di quest’impresa. Ciò che gli scout di settant’anni fa hanno tramandato sino a oggi non sta nel vanto per aver posto la croce, ma nella bellezza semplice del camminare nella natura, scoprendo la semplicità e la necessità dell’aiuto reciproco tra noi e il Creato. Valori, questi, che restano centrali nell’educazione scout.