Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
A Scorzè "piace" il capitello virtuale
Il mese di maggio, tradizionalmente, riunisce adulti e bambini nella preghiera del rosario serale davanti ai tanti capitelli delle nostre vie e colmelli. Quest’anno, data l’impossibilità di radunarsi, seppure in piccoli gruppi, per pregare assieme, nella parrocchia di Scorzè è stata sperimentata e vissuta l’esperienza dei “capitelli virtuali”.
Il mese di maggio, tradizionalmente, riunisce adulti e bambini nella preghiera del rosario serale davanti ai tanti capitelli delle nostre vie e colmelli. Quest’anno, data l’impossibilità di radunarsi, seppure in piccoli gruppi, per pregare assieme, nella parrocchia di Scorzè è stata sperimentata e vissuta l’esperienza dei “capitelli virtuali”.
Le persone erano un po’ titubanti e impacciate all’inizio, ma poi l’iniziativa ha riscosso grande successo. Circa 14 famiglie hanno dato la disponibilità a condurre il rosario, utilizzando le consuete piattaforme per le videoconferenze. Ogni sera, in questo modo, c’erano quattro o cinque capitelli virtuali, a cui ciascun parrocchiano poteva collegarsi dal suo computer o cellulare per recitare assieme la preghiera mariana. E’ stato davvero un bel momento di comunione, di affidamento a Maria e al Signore, per alcuni anche di riscoperta della devozione mariana condivisa nella Chiesa. Ma è stata anche un’iniziativa che ha permesso di rivedersi, seppur a distanza, e di coltivare la cura delle relazioni di vicinato.
Ai vari rosari hanno partecipato un po’ tutte le categorie di fedeli: ai bambini sono state affidate alcune preghiere di intenzione, le famiglie hanno condotto a turno le decine aiutati anche dai figli, i più esperti hanno contribuito a dare sicurezza nella struttura della preghiera, aiutandosi con gli schemi, molto apprezzati, preparati dall’uffficio Liturgico diocesano. Tutti hanno gioito della possibilità di far “entrare” amici e vicini nelle proprie case: seppur in maniera virtuale, tuttavia vedersi nei propri ambienti di vita e appunto in questi saper trovare spazi e tempi per la preghiera semplice, è stato molto edificante e ha creato un’intimità che solo la comunione nel Signore sa costruire. Molti, soprattutto insegnanti e alunni, in questi mesi hanno vissuto tante ore di videolezioni o videoconferenze collegati a computer, tablet e smartphone, scoprendone le potenzialità ma anche i limiti e le fatiche che essi generano. Il rosario virtuale, semplice e vissuto con gioia e serenità, è stato un modo di valorizzare il bello di questi strumenti e di insegnare l’utilizzo della comunicazione virtuale anche a coloro che ancora non l’avevano ancora provata. (Silvia Barbato)