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Treviso: alle Gallerie delle Prigioni la mostra "La guerra è finita! La pace non è ancora iniziata"

Alle Gallerie delle Prigioni di Treviso una mostra di 15 artisti racconta come la fine di una guerra non necessariamente è l'inizio della pace. 

“Sono un fotografo documentarista e un artista visivo ucraino. Sfortunatamente, oggi, non posso essere con voi nel giorno dell’apertura della mostra perché a causa della guerra, il nostro Governo ha chiuso le frontiere per tutti gli uomini ucraini”. Maxim Dondyuk è uno dei 15 artisti che espongono le proprie opere alle Gallerie delle Prigioni di Treviso, nella mostra “La guerra è finita! La pace non è ancora iniziata”, curata dalla Fondazione Imago Mundi e aperta fino a domenica 17 settembre. Una mostra dal tempo lungo, spiega il direttore artistico della fondazione, Enrico Bossan, che invita a riflettere “sulla profonda differenza che intercorre tra il semplice concludersi della fase armata di un conflitto e l’instaurarsi di una vera e propria condizione di pace”. Iraq, Afghanistan, Congo, Libia... sono testimoni di questa triste verità. 

La mostra si apre proprio con le opere del fotoreporter ucraino, convinto pacifista, Maxim Dondyuk, un excursus sulla storia recente del Paese: le foto della rivoluzione arancione di Kiev, piazza Maidan 2013, sono esposte come striscioni della protesta, mentre le immagini su pesanti lastre di pietra conducono ai giorni nostri, alle trincee e ai villaggi bombardati e abbandonati. In uno stretto corridoio si ammirano, quasi come immersi nelle foreste del Congo, le fotografie dell’irlandese Richard Mosse, scattate con pellicole a infrarossi Aerochrome, utilizzate dall’esercito statunitense negli anni 40 del secolo scorso: momenti di vita quotidiana in una guerra mai finita. Dimensione quotidiana della guerra anche nei due dipinti della georgiana Eteri Chkadua, che fa riflettere sulle conseguenze e ripercussioni dei conflitti, situazione che ben conosce. Una grande sala al primo piano ospita una serie di tappeti di guerra afghani, della Fondazione Sergio Poggianella di Rovereto, che riproducono le armi e i tanti conflitti che hanno martoriato il nostro mondo. Uno riproduce  anche l’11 settembre 2001. Il piano si apre con l’esposizione dell’unico esemplare ancora esistente delle bandiere fatte cucire da Aldo Capitini, fondatore del Movimento non violento e ideatore della Marcia della pace Perugia Assisi. E, poi, le armi sequestrate diventano per il messicano Pedro Reyes dei perfetti e funzionanti strumenti musicali. Musica che non sempre è sinonimo di pace: Massimo Bartolini riproduce un pianoforte denominato Victory Vertical, prodotto appositamente per viaggiare assieme alle truppe statunitensi fin dalla Seconda guerra mondiale.

Accanto alla mostra, ci saranno tre incontri pubblici, in collaborazione tra Fondazione Imago Mundi e Festival Biblico: giovedì 4 maggio, serata inaugurale del Festival, alle ore 20.30, incontro con Andrea Riccardi, Comunità di S. Egidio; sabato 6 maggio, ore 11, auditorium Gallerie delle prigioni, il biblista don Roberto Vignolo discute alcune pagine bibliche che presentano la preghiera di chi subisce violenza; sabato 6 maggio, ore 15.30, auditorium delle Gallerie delle Prigioni, intervento di Marcello Spagnulo (ingegnere aerospaziale e consigliere scientifico di Limes) sul ruolo dei privati nella corsa allo spazio e nella gestione dei moderni conflitti.

Orario di ingresso alla mostra: venerdì 15.30-18.30, sabato e domenica 10-13 e 15.30-18.30. 

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