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Terraglio est: nodi da sciogliere

Approvata in Consiglio comunale la variante urbanistica al Piano degli interventi. Zampese: "Atto obbligato. Ora l'opera è necessaria, pensiamo alle mitigazioni". Scettiche le associazioni di quartiere: "Si va avanti con le questioni burocratiche senza affrontare i veri problemi"

Lo scorso 30 marzo, il Consiglio comunale ha approvato la variante urbanistica al Piano degli interventi comunale per renderlo conforme alla relizzazione del Terraglio Est. La modifica, atto obbligatorio per un’opera gestita a livello sovracomunale, come ha chiarito l’assessore ai Lavori pubblici Sandro Zampese, è passata solo con i voti della maggioranza, mentre l’opposizione in Consiglio ha espresso parere contrario e fuori da palazzo dei Trecento cittadini di Sant’Antonino, associazioni, e comitati manifestavano il loro dissenso e i loro timori per un’opera che andrà a toccare i fragili equilibri dell’area dove insistono progetti importanti, come la Cittadella della salute e una lottizzazione commerciale prevista all’innesto fra Terraglio est e tangenziale. Soddisfazione è, invece, arrivata dagli industriali di Assindustria Venetocentro: “Apprendiamo dell’approvazione da parte del Comune di Treviso della variante urbanistica propedeutica al completamento del Terraglio est - il commento della vicepresidente Paola Carron -. E’ un’opera strategica per il territorio, che abbiamo promosso e poi sostenuto”.

“Non è stata una cosa inaspettata - spiega invece Roberto Rasera, presidente del comitato Salvaguardia ambiente Treviso Casier onlus -, tuttavia sorprende la volontà di procedere spediti senza aver sciolto alcuni nodi importanti. Ad esempio le analisi del traffico non sono sufficienti a valutarne gli impatti sull’intero quadrante. Il vicesindaco Andrea De Checchi dice che studi approfonditi arriveranno con la presentazione del Pums (piano urbano di mobilità sostenibile), siamo in attesa di poterne prendere visione. In ogni caso è curioso che si proceda con un’opera senza averne dimostrato l’utilità: lo studio di Veneto Strade rivela che la riduzione di impatto sul traffico del Terraglio storico sarà minima. Rimane anche il nodo di villa Candiani, sulla quale si è espressa la Soprintendenza ed è bene vincolato, il passaggio troppo vicino ai condomini di via Fuin, e la discarica sopra la quale passerà la strada e sulla quale non sono state date risposte. Si procede dal punto di vista burocratico senza affrontare i nodi fondamentali”.

Prossimo passo atteso dal comitato di cittadini, dunque, sarà quello delle osservazioni al Pums, nel frattempo si aspetta di capire come si muoverà la commissione Via provinciale: “Da novembre non c’è stata alcuna evoluzione, sembrava dovessero andare spediti, il fatto che non sia così è indice che ci sono delle criticità, su quelle ci muoveremo”.

In ogni caso c’è un po’ di rassegnazione: “Il problema vero è che si vuole portare a casa a ogni costo un’opera nata in un’altra epoca e non si è mai davvero messo sul piatto della bilancia vantaggi e svantaggi”.

Alla questione si lega anche quella della Cittadella della salute: “La viabilità e i parcheggi dovevano essere studiati in maniera diversa. E soprattutto come si fa a non tenere conto del Terraglio est nella progettazione?”.

Dal canto suo l’assessore Zampese non usa mezzi termini: “Riconosco ai comitati di cittadini di essere sempre rimasti coerenti, non altrettanto alle opposizioni che ora ci attaccano, ma quando erano al governo della città lo hanno sempre mantenuto nel piano urbanistico. Stiamo inoltre parlando di una legge nazionale: tra il 2007 e il 2008 i Comuni di Preganziol, Mogliano Veneto e Casale sul Sile, per firmare l’adesione alla realizzazione del Passante di Mestre hanno richiesto come opera complementare il Terraglio est che è entrato a fare parte di quella che allora era la legge Obiettivo. Il tracciato dell’infrastruttura è presente fin dal primo piano regolatore di Treviso, del 1968. Tuttavia non se ne era mai parlato fino al 2000, quando Casier ha realizzato in aperta campagna la zona industriale che ha reso l’opera necessaria. A quel punto si sono aperte tutte le criticità e le fragilità del territorio”.

L’alternativa, nel tentativo di realizzare un anello stradale attorno alla città, sarebbe quello di liberalizzare la A27, ma l’assessore spiega che si tratta di un’operazione “impossibile e demagogica”. Su questo frangente però Rasera resta scettico: “Il problema per il gestore dell’autostrada è economico, ma ci sono autostrade come in Valle D’Aosta o a Torino dove si è trovato il modo di compensare le entrate. C’era necessità di uno studio e un’analisi seria su una questione che è complessa, ma non impossibile a parer mio”.

Sulla questine del traffico inoltre Zampese prosegue: “Il Terraglio est aiuterà a redistribuire i flussi di un traffico che sicuramente aumenterà con la realizzazione della Cittadella della salute. Era in sede di progettazione e in Commissione Via della Cittadella che si sarebbe dovuto andare a chiedere i fondi per le opere di compensazione, cosa che non è stata fatta”.

Dunque un’opera ormai necessaria per l’Amministrazione, che tuttavia impatterà sul quartiere di Sant’Antonino: “Il grosso impatto rimane sulla campagna e sull’abitato e non lo si può nascondere - chiosa Zampese -, dunque stiamo lavorando per mitigarlo: non ci saranno immissioni carraie da via Sant’Antonino, abbiamo chiesto che venga allungata la galleria e che vengano installate barriere antirumore inclinate verso l’interno, che facciano l’effetto tunnel, il tracciato dovrà essere in trincea il più possibile, mascherato da siepi e alberi, e la viabilità del quartiere sarà ricucita”.

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