Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Terraglio est: approvato il progetto definitivo
I cittadini contrari all'opera si sono riuniti nella palestra della chiesa Votiva per un confronto. "L'unica via ancora aperta - spiega Rasera - è il ricorso al Tar, ma si tratta di un percorso complesso, oneroso e dai tempi stretti"
Si sta chiudendo la partita per la realizzazione del secondo stralcio del Terraglio est, quello che, con poco più di tre chilometri di strada, collegherà la zona industriale di Casier con la rotatoria dell’ospedale sulla tangenziale di Treviso. Lo scorso 22 ottobre è stato infatti approvato il progetto definitivo dell’opera, in sede di Conferenza dei Servizi, negli uffici della Provincia di Treviso.
L’opera avrà un costo di 26 milioni di euro. L’approvazione, dando anche seguito alla positiva valutazione della Commissione di impatto ambientale, in sostanza conclude l’iter progettuale. Una volta confermato il finanziamento la società Veneto Strade potrà dunque dare via alla gara per l’affidamento dei lavori. Se le prossime fasi proseguiranno con regolarità potremmo vedere un’opera realizzata già nel 2024.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che da molto punta sull’opera, di cui in realtà si parla fin dalla fine degli anni ’60, ha espresso grande soddisfazione per il traguardo raggiunto: “L’approvazione ricevuta - il commento - rappresenta un passaggio fondamentale in vista del completamento di un’opera che è un nodo strategico per la viabilità regionale. Si sgraverà infatti una delle arterie fondamentali per le imprese e il tessuto produttivo del territorio, quale il Terraglio”.
E infatti a gioire per la notizia sono sicuramente le imprese dell’area, che finalmente vedranno completati i collegamenti attorno alla zona industriale, nonché il comune di Casier, che sarà scaricato di parte del traffico pesante che ormai invade anche le più strette vie di campagna. Tuttavia, se Casier sarà sollevata dal traffico, questo potrebbe riversarsi proprio su Treviso, sull’area del quartiere Sant’Antonino e della chiesa Votiva. E’ questo che alimenta la preoccupazione di tanti residenti, che ancora una volta si sono ritrovati, a ridosso della notizia dell’approvazione definitiva, per ribadire la loro posizione nei confronti dell’opera. L’appuntamento era nella palestra della chiesa Votiva e hanno partecipato almeno un centinaio di persone.
“Ormai la realizzazione è solo questione di tempo - commenta Roberto Rasera, di Salvaguardia Ambiente Treviso-Casier -, ma noi manteniamo la stessa linea, le criticità e i problemi sulla realizzazione di questa strada li abbiamo sempre espressi e continueremo a esprimerli”.
Il primo luogo, appunto, la questione traffico: “Il Terraglio est è stato decantato come risolutore dei problemi di traffico, sicuramente agevolerà la zona industriale, e in parte il centro di Dosson, anche se nel centro di un paese dovrebbe essere il Comune a tenere lontani i mezzi pesanti, ma acuirà le criticità nell’area dell’ospedale e della nuova cittadella della salute. Praticamente risolve il problema da una parte per ingigantirlo dall’altra. E sono gli stessi studi di Veneto Strade a contraddirsi: si dice che il Terraglio est sposterà una quota del traffico dalla A27, ed è normale che sia così, chiunque percorrerebbe un tratto a scorrimento veloce gratuito anziché uno a pagamento. Di questi veicoli alcuni proseguiranno sulla tangenziale, ma altri andranno a intasare non tanto Sant’Antonino, per cui le preoccupazioni sono soprattutto per il consumo di suolo e l’inquinamento, quanto l’area della chiesa Votiva e il sottopasso di via Venier”.
“Ma la cosa più grave è il ragionamento a monte - continua Rasera -: si è voluto dire che la strada andava fatta, cambiandole destinazione di decennio in decennio, prima ancora di decidere in cosa potesse essere utile, non è questo il modo di programmare la viabilità, si guarda a piccole porzioni di territorio senza una visione più ampia. Questo succede anche ad alcuni residenti che antepongono le loro necessità al bene comune, è sempre più difficile coinvolgere le persone, noto una generale disaffezione alla cosa pubblica, tuttavia in molti l’altra sera hanno firmato per dare la loro disponibilità a mobilitarsi”.
Unica possibilità che i cittadini contrari all’opera ancora hanno è il ricorso al Tar: “Ci stiamo pensando, ma è una via complessa, c’è poco tempo, 60 giorni, e in più è una via onerosa, e senza alcuna garanzia sul risultato. Valuteremo se sarà possibile”.