Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
San Nicolò: la prodigiosa macchina dell'orologio
E' esposta nella chiesa trevigiana da due settimane. E' un oggetto forse unico nel suo genere e il merito di averla restaurata è dovuto alla generosità del Lions club Treviso Sile.
Nel tempio di S. Nicolò da due settimane è esposta l’antica macchina dell’orologio da torre, opera di Gian Maria Fiorentino risalente al 1793. Non esiste, purtroppo, nessuna documentazione d’archivio a testimonianza di questo antico e straordinario oggetto né del suo geniale esecutore. “Quasi tutti gli orologi da torre simili a questo risalgono alla metà dell’800, tutte opere di grande valore, molte delle quali, eseguite da Stefano Boldini abilissimo orologiaio dell’epoca - commenta l’architetto Cesare Gasparetto, curatore del restauro -. La macchina dell’orologio di S. Nicolò però è un oggetto forse unico nel suo genere e il merito di averla restaurata è dovuto alla grande sensibilità da parte della Diocesi di Treviso e del parroco don Tiziano Ferronato ma, soprattutto, del Lions club Treviso Sile, che si è impegnato economicamente al suo restauro eseguito dall’Associazione per il restauro degli antichi strumenti scientifici Arass – Brera di Milano”.
La mostra dorata dell’orologio del Tempio di S. Nicolò, spiega ancora l’architetto Gasparetto, “fin dalla sua nascita è sempre rimasta posizionata sul setto murario del transetto della chiesa, in corrispondenza della parte superiore della prima abside, denominata Monigo, nella parte destra rispetto al presbiterio”. Il vano che ha sempre contenuto la macchina dell’orologio è sempre rimasto nello spazio interno sovrapposto alla cappella Monigo, con due lati costituiti da una porzione di setto murario interno del transetto e una parte di setto murario del campanile, mentre gli altri due lati sono tutt’ora formati da una struttura lignea di tavole verticali. Prima del restauro dunque, la macchina era rimasta per molto tempo in uno stato di completo abbandono, deposta dal suo supporto originario e scollegata sia dalle funi dei gravi, sia dai tiranti di comando dei martelli della suoneria in quanto, con l’avvento della moderna tecnologia, l’orologio attualmente è funzionante elettricamente.
La macchina dell’orologio è costituita interamente in ferro. La forma a parallelepipedo è tipica degli orologi dell’epoca. La gabbia di sostegno dei ruotismi è assemblata per mezzo di spine coniche, il cui uso restò storicamente mantenuto sugli orologi da torre fin quasi la fine dell’800.
La macchina è costituita da due treni di ingranaggi, una per il “tempo” l’altro per la suoneria. Il treno del tempo è costituito da tre mobili (ruote). Il treno della suoneria era anch’esso costituito da tre mobili.
Il 10 aprile di quest’anno, alla presenza del Soprintendente Majoli, il delicato meccanismo della macchina è stato smontato in tutte le sue parti, numerandole e fotografandole in ogni loro particolare. Ogni singolo pezzo è stato trasportato nel laboratorio dell’Arass – Brera di Milano e qui, ogni componente è stato pulito con spazzole morbide e detergenti neutri, lubrificando le parti mobili. Tutte le modifiche delle deformazioni presenti nelle funi dei gravi, nelle carrucole, nelle aste che azionano i martelli della suoneria e sui tiranti esistenti, sono state effettuate a mano con adeguate attrezzature. La successiva protezione delle varie parti è avvenuta con un prodotto antiruggine e successivamente è stato eseguito il fissaggio con un leggero strato di vernice. La macchina infine è stata ricostruita minuziosamente e riportata nel tempio di S. Nicolò, dove tutti possono vedere questo interessantissimo oggetto fino a quando, terminati i lavori di restauro del campanile, esso tornerà nel suo sito originale.