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Preghiera e carità, per commemorare oggi Beato Enrico da Bolzano

Treviso si appresta a festeggiare il beato Enrico da Bolzano a settecento anni dalla sua morte, avvenuta in città il 10 giugno 1315, con numerosi appuntamenti, fra i quali una vegli itinerante promossa dalla comunità do S.Agnese.

Treviso si appresta a festeggiare il beato Enrico da Bolzano a settecento anni dalla sua morte, avvenuta in città il 10 giugno 1315. Le celebrazioni diocesane avranno come appuntamento principale la messa solenne di mercoledì 10 giugno alle 20.30 in Cattedrale, seguita il 20 giugno dal pellegrinaggio a Bolzano e il 9 ottobre da un convegno di studio. Intanto la parrocchia di Sant’Agnese, nel cui territorio si trova il tempietto dedicato al beato, promuove una veglia di preghiera itinerante il prossimo 5 giugno a partire dalle 20.00. La veglia toccherà i luoghi che il Beato frequentava quotidianamente per ricordare il suo esempio di carità ed amore per il prossimo. La tradizione vuole che al momento della sua morte le campane del Duomo di Treviso iniziarono a suonare da sole miracolosamente ed il popolo accorso in piazza esclamò “è morto un santo”.
La veglia partirà dalla Cattedrale, luogo dove ogni giorno il beato Enrico da Bolzano si recava per pregare assieme ai sacerdoti del Capitolo, proseguirà poi verso la chiesa di Santa Lucia dove i fedeli pregheranno insieme alla Comunità di Sant’Egidio. Durante questa tappa la carità si farà concreta: verranno donate delle borsette con alimenti per la cena e la colazione ai poveri che oggi abitano Treviso. Infine il cammino si concluderà al tempietto dedicato al Beato in via Canova, luogo della sua morte.
“La veglia di preghiera è aperta a tutti, a tutto il vicariato – spiega don Bernardo Marconato, parroco di Sant’Agnese –, i fedeli della nostra parrocchia sentono il beato Enrico come il loro santo, dato che abitava nella nostra zona. Abbiamo così deciso, assieme all’Azione cattolica della nostra parrocchia, di dare vita ad un’esperienza di preghiera e solidarietà proprio come faceva il Beato. Lui ha insegnato la carità, ed i nostri parrocchiani sono molto generosi quando avviamo raccolte di viveri; credo che abbiano colto il suo insegnamento”.
E continua poi il parroco: “Il beato Enrico viveva a pieno il suo affidamento al Signore, affidamento che porta poi alla carità. Questo momento di preghiera che faremo è, inoltre, la conclusione di un piccolo itinerario parrocchiale nato e costruito sui verbi che la Diocesi ha chiesto di approfondire, tra cui il verbo servire. Questa iniziativa richiama proprio il servire e può essere vista come il lato pratico di questo percorso che abbiamo portato avanti come parrocchia”.
Il beato Enrico da Bolzano viene ricordato come un sant’uomo che arrivò a Treviso da eremita e si diede sempre da fare per aiutare i poveri e gli emarginati della città. Originario di Bolzano, dove nacque attorno al 1250, arrivò a Biancade dopo un pellegrinaggio a Roma con la moglie ed il figlio Lorenzo. Si stabilì in periferia e per vent’anni fece il boscaiolo. Alla morte della moglie decise di trasferirsi in città in una catapecchia, in via Canova. Qui iniziò a mendicare per i poveri della città, a fare lunghe veglie di preghiera ed a schierarsi sempre a fianco degli emarginati. Il culto del beato Enrico da Bolzano venne approvato, per la città di Treviso, nel 1750 da papa Benedetto XIV. Del beato Enrico parlarono anche grandi letterati italiani quali Boccaccio e Gabriele D’Annunzio.

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