Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Il granello di senapa compie 10 anni: il Sì alla vita non si ferma
Compie dieci anni “Il granello di senapa”, associazione creata da Icio e Betty Caldato, a loro volta fondatori della comunità familiare Le Giare a Ponzano Veneto. Un’occasione per farci raccontare da loro come nasce questo singolare progetto di accoglienza, partito dall’affido, che conosce sempre nuovi frutti. Tre giorni di incontri e festa
L’incredibile non è tanto che sono persone normali e fanno cose “speciali”; piuttosto è che, a stare con loro, si arriva a pensare che tutti possono realizzare grandi sogni. La storia di Maurizio ed Elisabetta Caldato (Icio e Betty per gli amici) di Treviso si intreccia saldamente con l’esperienza dell’affido prima e della comunità familiare “Le giare” poi, con la nascita dell’associazione di volontariato “Il granello di senapa” e le mille attività che sono seguite. Oggi questa associazione festeggia 10 anni di vita, di impegno concreto per la promozione della solidarietà familiare, di relazioni fraterne di accoglienza, di iniziative di mutuo aiuto e inclusione sociale. Tanti sono i progetti saldamente avviati in via Volta a Ponzano, dove dal 2013 hanno trovato casa “Il granello di senapa” e la comunità familiare residenziale: il centro diurno per minori “Gira Soli”; il “Venerdì comunitario” dove singoli e famiglie si incontrano per fare esperienza di vita comune e concretizzare uno stile accogliente e di condivisione; il “Granello alimentare” per la distribuzione di generi alimentari a chi si trova in difficoltà; il gruppo “Le querce” che riunisce famiglie sensibili all’affido; il doposcuola in cui sono impegnati come volontari gli studenti di alcuni istituti superiori della città. Il progetto “Imparare ad imparare” che mira al supporto specialistico nello svolgimento dei compiti per bambini e ragazzi con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (Dsa), deficit cognitivi lievi, difficoltà scolastiche.
Icio e Betty, ve li ricordate gli inizi di questa avventura?
Dopo 10 anni di affidi stavamo per chiudere. Dopo l’esperienza fallimentare di un affido, volevamo dire basta. La Parola però ha bussato incisivamente alla nostra porta, in particolare il Vangelo della pesca miracolosa. Gesù dice ai suoi discepoli di riprendere il largo nonostante la notte infruttuosa e tornare a pescare. Loro rispondono: “sulla tua Parola Signore”, perché altrimenti non avrebbe avuto senso. A noi che stavamo vivendo l’esperienza del vuoto, del fallimento, Gesù ha chiesto di rigettare le reti sull’affido. Ci siamo fidati, oltre la logica umana; abbiamo accolto questa chiamata nonostante sarebbe stato più ragionevole lasciar perdere.
Un sì che poi ha aperto a praterie sterminate…
Perché non eravamo più noi con il nostro sapere – e certo, come i discepoli si intendevano di pesce, noi ne capivamo di affido – ma la decisione di fidarci di un progetto più ampio, di una promessa di abbondanza e di felicità che nemmeno riusciamo ad intuire. In quel periodo abbiamo adottato Maria Chiara, aperto la comunità familiare Le Giare e avviato l’associazione, potendo contare sull’amicizia e la prossimità concreta di tante persone con cui abbiamo condiviso entusiasmo, passione e progetti.
Eppure non siete stati immuni da sofferenze e prove. Come si dura in tutto questo tempo?
Ad ognuno di noi è chiesto di scegliere come rispondere alla propria vocazione e, dentro ad essa, alle molte altre vocazioni di cui è composta. Il buon Dio ci chiama tutti a fidarci di Lui e a mettergli a disposizione la vita, confidando nella Provvidenza. Questa è per noi una via concreta di felicità. E, nello specifico della nostra esperienza, ad imparare a lasciar andare: i figli, i bambini in affido, i progetti su cui investi tante energie. Solo in questo modo potranno veramente fiorire.
Un detto dice: “Non fare il bene se non sopporti il male che ricevi”.
Più volte in questi ultimi anni ci sono stati momenti di forti sofferenze, prove, dolore dove rischiavamo il fallimento della nostra felicità, della nostra coppia, dell’associazione. Quando tocchi il fondo l’unica possibilità che hai di stare in piedi è aggrapparti al Signore. Vieni spogliato del tuo senso di onnipotenza, rimane solo il vero abbandono in Dio e il coraggio di chiedere ai fratelli, come quel paralitico che si è lasciato portare dai suoi amici da Gesù.
Al centro dell’associazione e della comunità c’è la famiglia, cioè la relazione.
Ne è il cuore, con i suoi legami tra coniugi, con i figli, gli amici, i parenti. La forza dell’esperienza, oltre che in Gesù Cristo, è nella coppia che vive quotidianamente la sua vocazione sacramentale nel matrimonio. Il nostro percorso, lungo 35 anni, è fatto di tutta l’umanità della vita, delle sue gioie e le sconfitte, delle delusioni e delle speranze… E poi c’è la provvidenza degli incontri, i fratelli che percorrono con te pezzi di strada e che ti fanno sentire meno solo rispetto al clima sociale che si respira che è fatto di individualismi, aspettative, pregiudizi.
Permetterete a questa esperienza di camminare, oltre e a prescindere da voi?
L’associazione, al cui interno c’è anche – ma non solo – l’esperienza della comunità familiare, fa sì che coloro che vi partecipano da protagonisti si sentano responsabili della sua vita. Nell’associazione anche la nostra avventura con “Le Giare” non ha trovato solo una definizione giuridica, che prevede tra l’altro di poter contare sulla professionalità di tre educatori e una psicoterapeuta, ma ha permesso di offrire un contenitore alle persone che volevano ritrovarsi e sperimentarsi con i propri talenti. “Il granello di senapa” ha iniziative importanti, tutte con l’obiettivo di stare bene insieme, vivere la solidarietà, condividere i talenti, curare le relazioni.
Cambiare casa, due anni fa, ha assunto un significato importante in questo senso.
Ci ha permesso di slegare l’esperienza dell’associazione dalla nostra abitazione e di darle autonomia propria. Avere oggi degli ambienti dove ospitare le attività e delle persone responsabili di questa vita associativa ci permette di pensare che noi potremo continuare ad esserci o venir meno, ma Il Granello continuerà.
Non vi sembra di fare come don Chisciotte che va contro i mulini a vento?
Non ci poniamo questo problema. Solo abbiamo capito che è la paura che frega le persone, la paura di perdere tranquillità, sicurezza, il conosciuto. E il rischio è di abituarsi ad avere le reti vuote. Ma è una nostra responsabilità scegliere, anche sapendo che ci viene chiesto di lasciar andare perché solo così la pesca sarà davvero fruttuosa. Quando si comincia a dire di sì alla vita, è la vita stessa che zampilla e non si contiene più.
Tre giorni di festa, di incontri e convivialità. E’ ricco, infatti, il programma delle iniziative messe in campo dall’associazione “Il granello di senapa” per festeggiare i dieci anni di attività. Si comincia venerdì pomeriggio 23 ottobre con un appuntamento organizzato all’istituto Duca degli Abruzzi insieme al Csv di Treviso, dove sarà presentato il progetto del doposcuola che vede coinvolti come volontari gli studenti della città.
Sabato mattina, a partire dalle ore 9.30 nella sede dell’associazione in via Volta, a Ponzano Veneto, si tiene il convegno sul tema delle sfide di oggi per le comunità familiari e le reti di famiglie, nell’ambito soprattutto dell’accoglienza e dell’affido. Interverrà il pedagogista vicentino Marco Tuggia, da anni impegnato con la sua famiglia e nella sua professione in questo settore. Al pomeriggio è previsto invece l’incontro con tutti i volontari e gli amici che negli anni si sono impegnati nell’associazione e nei progetti da essa promossi in questi anni.
Domenica 25 grande festa conclusiva con il pranzo sociale.