Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Il cuore grande della carità
l bilancio della carità in questo periodo è veramente stupefacente e ci fa lodare Dio per come ci fa toccare il suo amore attraverso la condivisione di tante persone”. Don Giovanni Kirschner, parroco di Sant’Angelo e Santa Maria sul Sile, alle porte di Treviso, è il primo a essere rimasto stupefatto di fronte alle entrate destinate alla carità che sono in netta crescita negli ultimi due mesi.
l bilancio della carità in questo periodo è veramente stupefacente e ci fa lodare Dio per come ci fa toccare il suo amore attraverso la condivisione di tante persone”. Don Giovanni Kirschner, parroco di Sant’Angelo e Santa Maria sul Sile, alle porte di Treviso, è il primo a essere rimasto stupefatto di fronte alle entrate destinate alla carità che sono in netta crescita negli ultimi due mesi. E ha condiviso i dati con i parrocchiani nella mail che quotidianamente ha inviato a quanti poteva raggiungere in questo modo, non potendoli incontrare a messa. Il confronto è presto fatto: le offerte per la parrocchia nei primi due mesi sono state di 7.952 euro, scese a 4.790 dal 1°marzo al 15 maggio 2020, quando non è stato possibile celebrare con il popolo. E comunque non sono mancate. Ma a essere cresciute in modo esponenziale sono state le offerte per la carità: dal 1° gennaio al 29 febbraio 2020 sono state 1.310 euro, dal 1° marzo al 15 maggio, ben 7.715 euro i soldi ricevuti dai parrocchiani, “versati nel conto corrente dedicato” o consegnati a mano, o anche lasciati in busta chiusa, in forma anonima sotto la porta della canonica. Don Giovanni, nel giornalino parrocchiale “La voce del Sile”, confezionato e distribuito a Pasqua, con tutte le difficoltà del periodo, aveva chiesto di ricordarsi di chi era già vulnerabile e il coronavirus avrebbe reso ancora più fragile. “La risposta è stata sorprendente - ci racconta don Giovanni -. Aggiungiamo anche 875 euro di alimentari regalati da tre negozi; 700 euro dal Centro Marca banca; 1.435 euro per la colletta diocesana «Un pane per amor di Dio», più degli anni scorsi, lasciati nella cassetta quando in chiesa si poteva andare solo per pregare ma non c’erano celebrazioni; 1.160 per i profughi a Velika Kladusa, in Bosnia. Senza dimenticare che la parrocchia aveva raccolto in Avvento oltre 4.000 euro per costruire un pozzo in Ciad in ricordo di Lu“I
ciano Bottan a vent’anni dalla morte”. A questi vanno aggiunti tutti gli alimenti lasciati nell’apposita cesta posta nel supermercato “Visotto” o portati in chiesa. O il regalo di cassette di frutta e verdura ogni sabato da parte di un negozio del paese, anche 120 chili di patate in omaggio, buoni per la carne non fatti pagare... e un computer chiesto e ottenuto per un ragazzo che non riusciva a seguire la didattica a distanza. “Questa crisi ha svelato il cuore grande di molte persone”, ha sottolineato don Giovanni. “Di questi soldi finora abbiamo speso 4.629 euro, di cui 775 per bollette e medicine e 3.854 per alimenti”. Facile prevedere che le richieste di aiuti siano aumentate in questo periodo: “In realtà non molto - ci dice il parroco -,sono peggiorate le condizioni di chi già aiutavamo, perché magari le donne facevano le colf e sono ri
maste a casa e gli uomini avevano lavori saltuari o a tempo determinato e non sono stati confermati”. Come negli anni scorsi, ora che c’è più possibilità di movimento, alcune mamme stanno organizzando lo scambio di vestiti e accessori per bambini. Rispettando tutte le norme sanitarie in vigore, la raccolta del vestiario si terrà sabato 23 maggio, verrà sanificato e la distribuzione sarà fatta sabato 30 maggio, all’aperto se il tempo lo permetterà. “Credo sia bello ripartire con questo gesto di condivisione a favore delle famiglie con bambini. Lo Spirito del Signore anima la nostra solidarietà e ci ricorda di mettere al centro la famiglia, tanto essenziale per la nostra vita quanto spesso trascurata dalle Istituzioni”.