martedì, 17 settembre 2024
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Giovani e dipendenze: a Treviso spazi di dialogo

Il progetto Operatori di strada delle parrocchie collabora con il Dipartimento per le dipendenze dell’Ulss. Martedì è stato fatto un bilancio delle iniziative, che puntano a cogliere nei giovani i sintomi di un disagio più profondo.

Da due anni parrocchie e Serd portano avanti insieme uno spazio aperto di dialogo, un progetto per avvicinarsi, ascoltare, e aiutare gli adolescenti. A questo tavolo sono già presenti tante parrocchie trevigiane, e le altre sono invitate a unirsi al progetto, sostenuto dal vicariato di Treviso con il contributo dell’8xmille. Nella serata di martedì 21 giugno, a San Bartolomeo, gli operatori di strada delle parrocchie hanno incontrato l’équipe del dipartimento per le dipendenze, che ha colto l’occasione anche per presentare il nuovo direttore, Roberto Manera.
E’ stato fatto un bilancio degli ultimi due anni e sono state delineate le azioni per il prossimo futuro. “I problemi che abbiamo riscontrato - ha spiegato Fabio Tesser, educatore e operatore di strada delle parrocchie - sono stati tradotti in interventi concreti, per esempio nell’autunno scorso abbiamo incontrato gli adulti impegnati con un ruolo educativo nelle parrocchie. Gli operatori del Serd hanno parlato loro della dipendenza da sostanze e dell’abuso di alcol, sono intervenute più di 70 persone a incontro. Da maggio, il gruppo sta portando avanti anche degli incontri educativi per i genitori e a Sant’Angelo, Canizzano e Santa Maria sul Sile è partita la formazione per i giovani, con un appuntamento per i ragazzi di quarta e quinta superiore e uno con quelli del triennio. In questi momenti, grazie a delle attrezzature del Serd, come gli occhiali per la simulazione alcolemica, i ragazzi possono sperimentare gli effetti delle sostanze sul proprio corpo e sulla loro capacità di risposta agli stimoli, oltre che fare domande. Noi ods, invece, siamo presenti alla stazione di Treviso durante il periodo scolastico, e parlando con i ragazzi li abbiamo aiutati a esprimersi e ad appianare alcuni litigi senza dover ricorrere alla violenza”.
L’alcol, come l’abuso di sostanze, ma anche l’uso della violenza, le risse e il bullismo, sono tutti sintomi di un disagio più profondo, delle difficoltà incontrate nel relazionarsi, nel dialogare, nel mettersi in rapporto con le dinamiche che nascono sui social network, tutte questioni aggravate durante i due anni di pandemia.
“Il Serd collabora con noi - ha proseguito Tesser - per fare prevenzione. Con queste modalità riesce a intercettare ragazzi più giovani, che di solito non arrivano negli ambulatori, ma che iniziano ad avere i primi contatti con alcol, tabacco e droghe e che andrebbero informati e consapevolizzati, così uniamo servizio pubblico e presenza sul territorio”.
L’età del primo contatto con alcol e sostanze, infatti, continua ad abbassarsi, e alle volte avviene addirittura alla scuola media. Gli operatori di strada hanno sviluppato un questionario, somministrato già a oltre duecento giovani, per aprire un canale di riflessione sull’argomento. “Tra le sostanze che i ragazzi vedono di più in circolazione ci sono tabacco, al primo posto, alcol, al secondo, e al terzo, sullo stesso livello di diffusione, marijuana e cocaina. Allo stesso tempo, però, se parliamo con i genitori, questi non sono preoccupati dall’alcol, fa parte delle consuetudini sociali, mentre sono preoccupati dall’eroina, che però non è una sostanza con cui i ragazzi vengono in contatto abitualmente”.
Da qui l’importanza di aprire un canale con i genitori: “Il grosso problema è l’informazione, è necessario studiare nuovi modi per raggiungerli e coinvolgerli”. Al momento sono attive alcune attività altre partiranno: “Stiamo riproponendo, dopo un primo ciclo di appuntamenti a Sacro Cuore, l’iniziativa «So di non sapere» a San Martino. Si tratta di uno spazio gestito dal dottore in Filosofia Alberto Benedetti, a cui possono partecipare tutti gli under 30, si parla di filosofia e si sviluppa un pensiero. Il prossimo appuntamento è previsto per lunedì 27 giugno, alle 19 in vicolo Tezzone. Durante i mesi scorsi un gruppo di ragazze ha portato avanti con noi una riflessione sulla diffusione di immagini inappropriate sui social. Ne sono emerse dinamiche delle relazioni amorose e il rischio di essere manipolati. Vorremmo trovare il modo di rendere visibile a tutti questo lavoro e portarlo nelle scuole. Infine, ci piacerebbe riuscire a coinvolgere i commercianti nella questione delle risse, ma siamo solo all’inizio. A settembre ripartiremo con i corsi per gli educatori nelle parrocchie. Abbiamo un gruppo di ragazzi che ci ha chiesto degli spazi per ballare, vengono anche da fuori Treviso. Nel fine settimana si trovano a Santa Maria sul Sile, dove è presente il Noi. Dovrebbe essere così in tutte le parrocchie - ha concluso Tesser - lavoriamo per creare spazi aperti, di ascolto e presenza”.

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