Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Fotovoltaico: Treviso lavora per le energie rinnovabili
Previsti pannelli e un bosco urbano nell'ex discarica in via Orsenigo, fra Santa Bona e San Paolo, e nuove comunità energetiche alle scuole “Pascoli” di Santa Maria del Rovere, “Manzoni” di Sant’Antonino e “Rambaldo degli Azzoni” di San Giuseppe
La Regione Veneto ha erogato più di 20 milioni di euro per i Comuni che avessero necessità di bonificare siti inquinati. Tra i progetti finanziati c’è anche quello di Treviso, che ha ottenuto più di 4 milioni 270 mila euro per intervenire sull’area dell’ex discarica comunale di via Orsenigo, fra i quartieri di Santa Bona, San Paolo e il confine con Castagnole di Paese. L’intervento sullo spazio, abbandonato da più di quarant’anni e da decenni al centro del dibattito sulla pericolosità dei materiali depositati, prevede la progettazione e la realizzazione di una messa in sicurezza permanente. In graduatoria, in tutto il Veneto, erano state ammesse 16 domande di bonifica, ma soltanto le prime 11 sono state finanziate, tra queste anche quella di Treviso.
L’Amministrazione comunale ha fatto sapere che l’area verrà, dunque, bonificata, messa in sicurezza e trasformata in un bosco urbano con parco fotovoltaico. Grazie al finanziamento regionale da quasi 4,3 milioni, sarà possibile risanare un buco nero storico, che diverrà un nuovo bosco urbano e, inoltre, un punto strategico per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
L’intervento verrà effettuato da Contarina spa, l’azienda che gestisce lo smaltimento dei rifiuti in città, in virtù di una convenzione stipulata nel 2019, su un’area di 100 mila metri quadrati (circa 14 campi da calcio): la rigenerazione prevede la destinazione a bosco di 7,2 ettari con specie autoctone e un parco fotovoltaico che include pannelli solari da 1,2 megawatt. L’Amministrazione immagina di alimentare, con l’energia prodotta, circa 10 scuole del territorio.
“Quello di via Orsenigo sarà il più grande intervento mai realizzato in termini di bonifica ambientale all’interno del territorio comunale di Treviso - ha commentato l’assessore alle Politiche ambientali del Comune di Treviso, Alessandro Manera -. Ringraziamo la Regione Veneto per aver accordato questo importante finanziamento che consentirà di riconvertire a bosco urbano con impianto fotovoltaico quello che, per 20 anni, è stato un vero e proprio buco nero fra Santa Bona e San Paolo. Grazie ai pannelli fotovoltaici sarà possibile produrre energia «green» in grado di servire un numero importante di scuole ed edifici pubblici con la prospettiva di una riduzione generale dei costi energetici a beneficio dei cittadini”.
In questa direzione va anche l’avvio dell’iter per la realizzazione di una comunità energetica tra alcune scuole cittadine. Si tratta di un modo per condividere l’utilizzo delle energie rinnovabili prodotte da ogni plesso scolastico.
La Giunta Conte ha, infatti, approvato nei giorni scorsi la proposta della ditta Regalgrid Europe per “l’accesso all’energia da fonti rinnovabili tramite nuove forme di associazione o unione di intenti”.
Si tratta di un modello promosso a livello regionale da un accordo quadro sottoscritto da Anci Veneto e Regalgrid con l’obiettivo di permettere anche a chi non possiede un impianto fotovoltaico o a chi desidera installarne uno in comproprietà, di condividere l’eccesso energetico con un utente vicino. Il progetto è partito da un’analisi dei consumi, che ha portato all’idea della comunità energetica rinnovabile. Come modelli sono stati utilizzati tre edifici scolastici del territorio: le scuole “Pascoli” di Santa Maria del Rovere, “Manzoni” di Sant’Antonino e “Rambaldo degli Azzoni” di San Giuseppe. Nei tre plessi verrebbero installati pannelli fotovoltaici di ultima generazione.
Con i nuovi impianti i tre edifici potrebbero auto-consumare direttamente il 30% dell’energia prodotta, con un notevole risparmio, stimato fra i 1.260 e i 4.000 euro (in base ai consumi) rispetto alle attuali bollette.
L’eccesso di energia rinnovabile generata e non consumata verrebbe poi messo a disposizione della comunità energetica locale, costituita da soggetti localizzati nelle vicinanze, sia pubblici o residenziali che aziende o strutture sportive, ricettive e negozi, comprese le stazioni di ricarica per le auto elettriche.
Alla fase di simulazione e pre-progettazione seguirà ora quella di progettazione operativa.
Nella terza fase, invece, si procederà con l’installazione degli impianti, a cui seguirà la costituzione della comunità energetica.