Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Fondi ritirati per la tangenziale, è guerra tra Manildo e Regione
La Regione, stanca di attendere che il Comune di Treviso scelga il tracciato più idoneo ed economicamente compatibile, ha deciso che i 54 milioni stanziati per il quarto lotto (prolungamento fino alla Feltrina) verranno dirottati altrove. Proprio mentre il sindaco si dice a buon punto nell'individuazione del tracciato definitivo.
La polemica estiva a Treviso è il caso tangenziale. La Regione, stanca di attendere che il Comune di Treviso scelga il tracciato più idoneo ed economicamente compatibile, ha deciso che i 54 milioni stanziati per il quarto lotto (prolungamento fino alla Feltrina) verranno dirottati altrove, pur precisando che è disponibile ad affiancare il Comune nel tentativo di ottenere nuovi fondi nel caso il progetto venga presentato. Dall'altra parte il sindaco Manildo, spalleggiato da buona parte della sua maggioranza, cade dalle nuvole e chiede un colloquio a Zaia. Secondo il sindaco erano a buon punto le trattative con il Comune di Paese per lo spostamento del tracciato.
Afferma Manildo: "Ho appreso dalla stampa locale la notizia secondo la quale la Regione avrebbe deciso di bloccare il contributo regionale destinato al quarto lotto della tangenziale. L’annuncio mi sorprende: nessuna comunicazione ufficiale è intercorsa infatti tra Regione e Comune. Nell’ultimo periodo piuttosto si sono intensificati i contatti tra Comune di Treviso, Comune di Paese e Veneto Strade circa l’approfondimento, anche tecnico, sul progetto". Manildo ha scritto ancora una volta direttamente al Governatore del Veneto per fare luce sulla questione. "La Società Veneto Strade era informata del procedimento che la nostra amministrazione ha avviato per arrivare ad una valutazione ponderata dello stesso. Sono dunque convinto - procede il sindaco nella lettera - che la posizione della Regione apparsa sulla stampa non corrisponda a verità, considerato il tempo trascorso dall’inizio del progetto (due le Amministrazioni leghiste che si sono occupate della questione senza ricevere alcuna intimazione) e gli interessi pubblici in gioco. In questi mesi il Comune di Treviso non è certo restato a guardare e unitamente al Comune di Paese, a nostre spese, stiamo cercando di contribuire nel modo migliore possibile ad una decisione che avrà un impatto rilevante sulla collettività". Il sindaco chiude la lettera chiedendo al governatore un incontro urgente: "Certo che le decisioni importanti e le conseguenti comunicazioni debbano trovare spazio nelle sedi adeguate vale a dire quelle istituzionali, Le chiedo di poter ottenere, già la prossima settimana, un incontro urgente sul tema, incontro da me già richiesto in data 16 ottobre 2014, anche per evitare di affidare una questione così delicata a sterili e inopportune polemiche".
Dalla maggioranza intervengono anche Gigi Calesso (Impegno civile) e Andrea Michielan (segretario comunale del Pd). Afferma Calesso: “E’ una coincidenza il fatto che le notizie sulla “revoca” del finanziamento per la realizzazione del quarto lotto della tangenziale di Treviso diventino di pubblico dominio proprio mentre l’amministrazione comunale di Treviso è impegnata a raggiungere un accordo con il Comune di Paese per affrontare insieme la delicata questione del tracciato? Proprio mercoledì scorso, infatti, la giunta comunale di Treviso ha approvato lo schema di protocollo d’intesa con il Comune di Paese e non si tratta di un aspetto irrilevante, visto la difficoltà di rapporti che c’è stata nel recente passato tra le due amministrazioni comunali proprio in materia di tracciato del quarto lotto". Di simile tenore le dichiarazioni di Michielan: “Il destino di un’opera come il IV lotto della tangenziale di Treviso non deve essere determinato da decisioni e comunicazioni irrituali, come sembra stia avvenendo ora. Si tratta di un’opera complessa con importanti riflessi nella vita dei cittadini, non solo trevigiani e per questo sono stati necessari studi ed analisi. Non è possibile addossare all’attuale amministrazione il mancato rispetto dei tempi, perché le precedenti amministrazioni (di marchio leghista) non avevano affrontato in modo decisivo la questione".
La risposta della Regione è affidata all'assessore ai Lavori pubblici Elisa De Berti: “E’ impensabile che, con la scarsità di risorse di questi anni e con le precarie condizioni di finanza pubblica nazionale, 54 milioni di euro possano rimanere inutilizzati per quasi cinque anni, in attesa che un Ente locale decida modalità di intervento e progettazione. Tenere immobilizzata una tale somma sarebbe stato uno sbaglio imperdonabile”.
“Non è una questione di casacche o colori politici – prosegue l’assessore – ma semplicemente di opportunità e di buona gestione pubblica. Non esiste amministrazione al mondo che possa permettersi di tener bloccata una tale somma solo perché un Ente locale non trova l’accordo sull’individuazione di un tracciato e sul suo impatto ambientale. Ritengo che Veneto Strade abbia correttamente usato queste risorse per affrontare altre necessità infrastrutturali e realizzare interventi cantierabili e magari urgenti”.
“Ciò non toglie – conclude De Berti – che una volta che il Comune di Treviso avrà identificato tempi e soluzioni per la realizzazione di tale opera, l’iter possa ripartire e la Regione avviare una nuova ricerca di risorse ad essa destinati. Restiamo, quindi, in attesa di un passo concreto, pronti a discutere le modalità per sostenere il progetto e le modalità del suo finanziamento in ogni sede”.
Gioiscono invece gli ambientalisti di Italia Nostra, contrari senza se e senza ma al prolungamento della tangenziale verso la Feltrina. Secondo il presidente Romeo Scarpa "discutiamo da dieci anni di 3 chilometri che costano 90 milioni euro (54 milioni per i lavori piu' tutto il resto) immaginando che questi ricolvano chissà che ed invece non risolveranno nulla, salvo approfondire il solco di degrado sul territorio che già dimostra che siamo arrivati al limite. I soldi non ci sono mai stati e non ci sono. Ben altre sono le priorità, ma sembra che tornadi e frane non siano ancora sufficienti per farlo capire ai nostri "statisti".