Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Ex Pagnossin, Zanardo presenta i progetti per l'area
Centro per le attività di logistica dell'azienda e nuovo polo di attrazione turistica basato sull'incontro tra ristorazione, arte, architettura, accoglienza e bioagricoltura; questo il futuro della vecchia fabbrica di ceramiche.
È stato presentato il 9 maggio in conferenza stampa il progetto per la riqualificazione dell'area dove sorgeva la fabbrica di ceramiche Pagnossin, sulla strada Noalese tra Treviso e Quinto.
La superficie, 100 mila metri quadrati, di cui 42 mila su un totale di 55 mila metri quadri coperti, sono rappresentati da edifici storici, è stata acquisita alla fine del 2015 dal gruppo industriale Zanardo Soluzioni Logistiche allo scopo di farne la propria sede e nuovo centro operativo dell'Est.
Poi però il progetto si è modificato, come ha raccontato l'imprenditore veneziano Damaso Zanardo: “Ho compreso che l'ex Pagnossin poteva essere molto di più dell'hub logistico di una realtà in crescita del settore, poteva rappresentare un'opportunità per tutto il territorio. E allora nasce il sogno, il mio Open Dream, di fare si che quest'area potesse creare ricchezza e posti di lavoro per tanti”.
Nel progetto Open Dream Zanardo ha coinvolto l'Università Iuav di Venezia che si occuperà della realizzazione del progetto di riqualificazione. A tale scopo lo Iuav ha attivato tre borse di studio post-lauream della durata di sei mesi dedicate all'attività di ricerca nell'ambito del progetto di elaborazione di un'ipotesi di riuso degli ambienti “basata sulla valorizzazione di architettura e storia del complesso ex Pagnossin, oggi Open Dream Zanardo e sulla sua riconversione”. Ai tre ricercatori selezionati l'Università ha affiancato altrettanti docenti.
Tante le idee per la nuova destinazione dell'ex Pagnossin, che il proprietario vorrebbe diventasse, vista la posizione strategica, vicina all'aeroporto e alla ciclabile Treviso-Ostiglia, un polo attrattivo importante per il turismo della regione, un luogo dove si può pensare a strutture ricettive e dove promuovere il territorio, a partire dai prodotti tipici, le produzioni locali e soprattutto la bioagricoltura e continuando con eventi culturali, esposizioni artistiche e installazioni di design.
10 mila metri quadri serviranno da centro logistico sanitario con magazzini a temperatura controllata, e sono in fase di ultimazione, mentre altri 20 mila saranno occupati da magazzini isotermici per il settore vino. L'impatto occupazionale sul territorio dovrebbe essere di circa sessanta unità.
Il resto degli spazi sarà occupato da OpenDream. Il progetto si determina di porre al centro l'individuo, nella sua relazione con la tecnologia, e di seguire un percorso che coinvolga i cinque sensi. Verranno inoltre recuperate le matrici degli stampi per la realizzazione di oggetti in ceramica firmati da grandi designer che hanno collaborato con la Pagnossin e il centenario forno Hoffman; l'area dei grandi mulini di impasto verrà destinata a laboratorio o residenza per gli artisti. La zona è stata interamente cablata con la fibra ottica. Entro settembre 2017 dovrebbe essere presentato il Master Plan che deve essere sottoposto all'approvazione del Comune.
Alla presentazione hanno partecipato il sindaco di Treviso Giovanni Manildo, il presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno Mario Pozza, il presidente di Unindustria Treviso Maria Cristina Piovesana e il rettore dell'Università Iuav di Venezia Alberto Ferlenga.
Attualmente in alcuni dei vecchi capannoni è stata allestita l'esposizione delle opere di diversi artisti. Espongono: Romano Abate, Cristiano Baggio, Antonio Favale, Giovanni Lenti, Elena Rizzardo e Giordano Russo.
Zanardo ha invitato chiunque abbia idee a richiedere la possibilità di utilizzo dello spazio, che al momento è a disposizione di chi ne faccia domanda, per mostre o eventi. Già il 14 di giugno verrà allestita una nuova esposizione.