Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Elezioni comunali: il sindaco uscente di Treviso, Mario Conte, cerca il bis
Il primo cittadino, per i prossimi cinque anni, immagina una città senza auto, ma viva, grazie alla presenza di turisti, studenti e lavoratori. Priorità al sostegno a famiglie e giovani coppie, finanziamenti per le scuole e lo sport, un’attenzione particolare al sociale
Cerca il bis il sindaco uscente di Treviso, Mario Conte. Geometra, classe 1979, compirà 44 anni il prossimo 20 luglio. A sostenerlo nella corsa al Municipio, oltre alla Lega, la sua lista civica, la lista Con Te, che unisce Forza Italia e Coraggio Italia, e la lista di Fratelli d’Italia.
Mario Conte, cosa l’ha spinta a ricandidarsi?
Questi appena trascorsi sono stati cinque anni straordinari, di servizio alla comunità, ma anche anni molto difficili, a causa della pandemia. In questo spirito di servizio voglio proseguire sul percorso che abbiamo avviato in condivisione con tutti i cittadini.
Prendiamo in considerazione alcuni temi rilevanti per Treviso: iniziamo dalla questione viabilità, traffico e mobilità sostenibile.
Il nostro obiettivo, su questi temi, è quello di procedere con le pedonalizzazioni in centro storico, ma non prima di aver organizzato i servizi necessari. Sarà un processo di sviluppo dell’intera città, a partire dalla rivoluzione del trasporto pubblico locale, che tra l’altro è già iniziata: 15 milioni di euro sono stati spesi per i nuovi mezzi di Mom, che saranno in circolazione già dalle prossime settimane. Ci proponiamo di arrivare a una rete di 15 chilometri di piste ciclabili, realizzando anche i collegamenti con i comuni contermini; realizzeremo il parcheggio interrato in piazza Vittoria, con 430 posti auto, e i parcheggi in via Ugo Foscolo e via Dandolo, da 180 posti ciascuno. Vogliamo togliere le macchine per mettere le persone, non per lasciare il vuoto. Per quanto riguarda il traffico, oltretutto, riteniamo necessario chiudere definitivamente la partita per le rotonde “Pino” e “Corti” lungo viale della Repubblica.
Il centro storico si sta svuotando, quali soluzioni?
Stiamo puntando, con convinzione, allo sviluppo dell’Università. Nel 2025 Treviso avrà 6.500 studenti, una nuova comunità di persone che avrà bisogno di alloggi e servizi. Per questo motivo verranno realizzati tre studentati, saranno raddoppiati gli spazi della biblioteca e nascerà anche una mensa. Proseguiranno, inoltre, i progetti di cohousing sociale per gli anziani, mentre a palazzo da Borso, in via san Francesco, torneranno gli uffici comunali. Abbiamo scelto di collocare lì gli uffici dei Lavori pubblici, si tratta di cento dipendenti che torneranno in città. La volontà è quella di invertire la rotta rispetto al trasferimento dei servizi fuori dal centro storico, che lo ha svuotato negli anni passati. In questi anni abbiamo valorizzato la vocazione turistica di Treviso, facendola conoscere in tutto il mondo con il suo patrimonio e le sue eccellenze. Ora vorremmo fare un passo in più, attraverso servizi dedicati ai visitatori. Realizzeremo nuovi bagni pubblici, con accessi regolati e presidiati, per garantire ai turisti e alle comitive un riferimento per rendere la visita più agevole e, di conseguenza, la nostra città maggiormente accessibile.
I quartieri rischiano di essere “dormitori” estranei alle politiche cittadine, come valorizzarli?
Siamo stati tra i primi a pensare alla città dei quindici minuti, una città fatta di negozi e servizi di prossimità raggiungibili da tutti. D’altra parte, il 90 per cento della popolazione trevigiana vive in periferia. E’ per questo motivo che l’80 per cento degli interventi che abbiamo portato avanti ha riguardato i quartieri, che non possono essere solo dei dormitori, ma devono avere tutti i servizi necessari ai cittadini o essere ben collegati ai luoghi dove i servizi sono presenti. In quest’ottica abbiamo dato molta importanza alla rigenerazione dei plessi scolastici di proprietà comunale, puntando a realizzare degli ambienti sicuri e belli per i nostri bambini e ragazzi.
Denatalità, politiche per l’infanzia e l’adolescenza, cosa si può fare?
Per quanto riguarda la denatalità, nell’ultimo anno Treviso è stata una piccola oasi felice, con una crescita della natalità in controtendenza rispetto al resto d’Italia. Tuttavia questo non deve farci adagiare sugli allori, anzi, si tratta del punto di partenza da cui proseguire nel sostegno alle famiglie, creando le condizioni affinché Treviso diventi per i giovani un luogo adatto per far crescere la loro famiglia. A questo proposito stiamo destinando alle giovani coppie 38 appartamenti nel quartiere Santa Bona, che potranno essere affittati a canone agevolato. Non si tratta di alloggi di residenzialità pubblica, ma di un progetto a parte, totalmente dedicato alle famiglie. Per quanto riguarda gli episodi di problemi con gli adolescenti, ci sono stati degli episodi spiacevoli, ma i ragazzi vanno coinvolti, credo che sia necessario estendere e implementare l’offerta di attività pomeridiane loro dedicate, soprattutto di tipo culturale e sportivo, così da non lasciarli soli. Vogliamo continuare a essere concretamente vicini al mondo della scuola, proseguendo nel sostegno alle scuole paritarie che offrono un servizio fondamentale per tante famiglie trevigiane.
Sosterremo, inoltre, gli istituti comprensivi che dispongono di sempre minori fondi statali anche per l’acquisto di materiali essenziali e per promuovere lo sport in collaborazione con il Coni.
Le prime tre cose che farebbe se fosse rieletto sindaco:
In primo luogo, la realizzazione di uno sportello di prossimità per accompagnare le persone anziane nei processi di digitalizzazione. Sempre più servizi si richiedono esclusivamente online, e non è facile per chi ha una certa età barcamenarsi fra Spid, e-mail, identità digitali. Quello della digitalizzazione è un processo necessario, ma non deve escludere i cittadini più fragili. Poi, una cosa di cui vado molto orgoglioso: continuerei nel percorso di forestazione urbana e con il piano di incentivi per la sostituzione delle vecchie caldaie. Dopo aver messo a dimora 5.175 alberi e incrementato gli spazi destinati al verde pubblico (+4,6%), ci siamo posti l’obiettivo di piantumare 15 mila alberi.
Vorremmo realizzare nuovi parchi urbani e boschi periurbani, riservati al relax, alla creazione di polmoni verdi, alla biodiversità e alla didattica per i più piccoli e alle passeggiate con i nostri amici a quattro zampe. E, nelle nuove aree, intendiamo promuovere anche la cura di orti urbani, secondo uno specifico regolamento che premia la bio-sostenibilità. Questo allo scopo di avere una città sempre più verde e meno inquinata. Infine, una grande attenzione ai temi sociali. Dopo la pandemia è arrivata una guerra e il rincaro delle materie prime, con bollette per l’energia sempre più salate e un’inflazione che sta erodendo il potere d’acquisto dei cittadini. Con queste premesse la crisi sociale è dietro l’angolo. Dobbiamo pensare di governare il fenomeno perché non vogliamo lasciare indietro nessuno.