Questo tempo particolare, che ci vuole preparare nella duplice attesa del Natale del Signore e del suo...
Da Treviso a Sarajevo: studenti sulle orme della guerra dei Balcani
Un viaggio studio da ambasciatori della pace, da Treviso fino a Sarajevo e ritorno per visitare i luoghi della memoria del conflitto dei Balcani e studiare la Storia dell’altro ieri dalla voce viva dei testimoni che l’hanno vissuta. Speciali viaggiatori fuori da ogni itinerario da catalogo di gita scolastica, 34 studenti di due classi quinte dell’Istituto alberghiero Alberini di Villorba, che dal 19 fino 24 ottobre, accompagnati da tre insegnanti, hanno macinato quasi duemila chilometri e attraversato tre confini: “Per i ragazzi il viaggio è stata l’occasione di incontrare i volti dei protagonisti di queste pagine di storia recente - spiega Nicola Rigon, insegnante di Religione, accompagnatore al viaggio –, ma anche per concretizzare gesti di solidarietà, portando beni di prima necessità per far fronte a situazioni di bisogno”. Una gita scolastica “fuori rotta” che ha visto gli studenti approdare ospiti del Centro per la pastorale giovanile di Sarajevo, di casa all’interno della sede della Caritas di Bosnia Herzegovina, nella città baluardo sul fronte del dialogo interreligioso tra cattolici, ortodossi e musulmani. Tra zaini e valigie, gli studenti hanno con cura portato a destinazione pure un passeggino, un ovetto da viaggio, pacchi di pannolini, oggetti e vestiti per la prima infanzia in aiuto a una giovane famiglia in difficoltà, il tutto donato dall’associazione “Compagni di volo” onlus di Novara. Ancor prima, il materiale era giunto a Treviso grazie a una staffetta di solidarietà e all’aiuto dell’Acli di Venezia, da anni attiva nei Balcani: “Il viaggio nasce dopo una narrazione nella quale sono stati condivisi con gli studenti gli aspetti più complessi dei confini dell’area Shengen e lo studio diretto dentro i luoghi della memoria sia della guerra dei Balcani degli anni ’90 che delle guerre del ’900, ancora ben visibili a Sarajevo”. Accompagnati dal veneziano Daniele Bombardi, responsabile della Caritas italiana in Bosnia Herzegovina, la visita per gli studenti ha preso il via dai luoghi dove ha avuto inizio la Prima guerra mondiale. Di tappa in tappa gli studenti hanno percorso un vero e proprio viaggio della memoria: dall’incontro con un reduce bosniaco dei campi di concentramento in Serbia alla visita, insieme ai giovani dell’associazione “Youth for Peace”, dei luoghi delle tre grandi fedi religiose: una chiesa, una moschea e una sinagoga. Dalla visita a Mostar fino alle sorgenti del fiume Buna a Blagaj. Per concludere con l’omaggio a Srebrenica, città martire dell’eccidio dove furono uccisi 10 mila cittadini musulmani, maschi, dai 12 anni in su. Nel cimitero che accoglie 8 mila tombe, sono stati accompagnati da Irvin Mujcic, al tempo un bambino in fuga dall’eccidio e oggi ideatore del progetto “Srebrenica, City of hope” per ridare un futuro alla città: “Sono state le persone incontrate, con la loro voce rotta, testimoni di quelle tristi pagine di Storia recente a testimoniare oggi più che mai ai giovani la necessità della pace – conclude il professore –. E’ necessario mantenere viva la memoria del passato per cambiare il presente”.