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Rigenerazione urbana, risorgono i Mulini Mandelli lungo il Sile

Residenze di lusso, servizi, spazi commerciali e un grande polmone verde lungo la Restera
05/12/2024

A guardare i render che restituiscono i futuri spazi dei Mulini Mandelli, l’ “effetto wow” è più che assicurato: linee moderne e pulite, largo uso del caldo legno e colori tenui, tanto verde, spazi ampi e luminosi. Un’operazione da 60 milioni (comprese opere urbanistiche richieste dal Comune) fortemente voluta dall’imprenditore Pierangelo Bressan e firmata dal prestigioso studio Matteo Thun & Partners, che nel 2027 vedrà sorgere un vero e proprio rione verdeggiante, con residenze, uffici, attività commerciali e di hospitality lungo la Restera, rivitalizzando un simbolo trevigiano oggi in stato di abbandono.

Il sito

Il progetto sorge in un’area di 70 mila metri quadri stretta tra via Callalta (che diventa via Borin) e la Restera, a pochi passi dal Comune di Silea, a oggi occupata dalle strutture in stato di abbandono e da campi. Lo storico edificio dei Mulini si affaccia sul Sile, nel punto in cui confluisce anche l’acqua della Storga, uno dei sui affluenti, in buona parte tombato (almeno in quella zona). L’aspetto attuale dei Mulini viene dagli anni Settanta, in cui la struttura diviene Magazzini generali doganali, ma la prima attestazione storica dei Mulini risale al 1681: l’attività molinatoria, però, è ben più antica e l’affaccio sul Sile permetteva anche il trasporto commerciale per via fluviale verso Venezia. Da decenni i Mulini versano in stato di abbandono, e, dopo alcuni passaggi di proprietà, nel 2022 vengono acquisiti da Pierangelo Bressan, che subito ne affida il progetto al famoso architetto altoatesino Matteo Thun (con l’architetta, Elisa Vago partner dello studio Matteo Thun & Partners e il supporto dello studio trevigiano mzc+), con beneplacito del Comune di Treviso e dell’ente di gestione del Parco del Sile.

Il progetto

Mulini Mandelli sarà un nuovo quartiere all’avanguardia, circondato da un’area verde in larga parte aperta al pubblico, con accesso diretto alla Restera; ogni dettaglio sarà curato nei minimi particolari, con isole verdi e percorsi pedonali e ciclabili per favorire l’incontro e uno stile di vita improntato al benessere, con l’obiettivo di integrarsi perfettamente con la natura. Uno stile di vita che però sarà “casa” per pochi eletti, visto che le abitazioni saranno vendute a circa 4 mila euro al metro quadro. Quanti sono questi pochi eletti è presto detto: 30 appartamenti definiti “esclusivi” nella struttura dei Mulini, disponibili sia per l’acquisto che per affitti turistici a breve o lungo termine, 36 unità abitative in due o tre piani che comprendono appartamenti e ville bifamiliari all’interno del parco, ma con giardini privati, per garantire il massimo della privacy, e il restauro di 7 case lungo il Sile, naturalmente anch’esse con giardini privati. Molti meno dettagli e immagini sono forniti relativamente agli spazi pubblici, agli uffici e alle attività commerciali, su cosa saranno, come saranno e quanto accessibili saranno: l’unica certezza è che il restauro sarà scrupolosamente attento a mantenere lo spirito storico del luogo e le linee originali.

Dubbi ed entusiasmi

Il nuovo borgo vedrà 20 mila metri quadri a verde con 600 nuovi alberi piantati, anche perché il sito sorgerà all’interno del Parco regionale del fiume Sile, una zona naturale protetta; una vera oasi in cui non sarà possibile accedere con l’auto, e, infatti, i proprietari delle future super abitazioni dovranno usare i 143 parcheggi ipogei, scavati in una zona fluviale vicinissima alle falde acquifere. L’attenzione per la sostenibilità, però, non manca: “L’utilizzo dell’energia solare e delle fonti energetiche naturali, la gestione delle acque piovane e la riduzione della nuova volumetria edificata in favore di una maggiore permeabilità del suolo, saranno le linee guida del nostro lavoro” garantisce Matteo Thun. Infatti sarà anche installata una turbina che, sfruttando l’acqua dei fiumi, garantirà energia verde per abitazioni e illuminazione pubblica, con 25 tonnellate in meno di anidride carbonica prodotta all’anno. Sulla bontà del progetto, Pierangelo Bressan non ha dubbi: “Siamo un esempio di come privato e pubblico possano collaborare in maniera fruttuosa per il bene della collettività”. I piani di recupero di spazi ormai in abbandono da tempo sono sempre importanti, e ci si augura che, almeno in parte, tutta la cittadinanza possa usufruirne, sullo sfondo, tuttavia, rimane quello che è il problema principale della città di Treviso (e non solo) e cioè quello della casa, con decine di famiglie in emergenza abitativa, con una progressiva gentrificazione e un reddito medio pro capite di 28 mila euro (stando alle elaborazioni delle dichiarazioni dei redditi 2023 di “Il Sole 24 ore”). Oltre ai tanti progetti di edilizia di lusso come ad esempio Bosco verticale o le nuove abitazioni progettate a Selvana, abbiamo bisogno di case accessibili a tutti.

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