Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Treviso: una rete per coltivare il rispetto
E’ stato siglato, giovedì 25 gennaio, l’accordo per la promozione della salute di studenti e ragazzi, promosso dal Comune di Treviso in collaborazione con gli Istituti comprensivi della città, l’Andis (associazione nazionale dirigenti scolastici) e l’Ulss 2. L’accordo rientra in un programma più ampio intitolato “Scuole che promuovono la salute” presente nel Piano regionale di prevenzione 2020-2025 e mira a coinvolgere gli studenti nella costruzione di una comunità consapevole e attiva. Il progetto ha come obiettivo quello di sviluppare il talento e il successo di ciascun alunno tramite la costruzione di una “comunità locale” dalla responsabilità “educante”, capace di promuovere percorsi di crescita ed educazione. Un esempio concreto di questo progetto è stata l’iniziativa portata avanti dall’istituto comprensivo 3 Felissent sulla consapevolezza nell’uso dei cellulari e di internet. L’incontro è stato richiesto alla dirigente scolastica, Francesca Magnano, dai genitori stessi, che cercavano un parere esperto su come affrontare il tema con i propri figli e aiutarli a difendersi dai pericoli della rete e ha trovato, in tempi brevissimi, il patrocinio del Comune e dei medici pediatri della regione Veneto, nonché dell’Ulss 2. Nell’incontro, programmato per il primo febbraio, ai genitori è stato quindi proposto un insieme di regole per aiutare i propri figli ad avvicinare in modo consapevole la tecnologia e gli smartphone.
“Siamo un gruppo molto unito di dirigenti scolastici e abbiamo accolto con favore l’idea di creare questo progetto a favore dei ragazzi - ha affermato Luana Scarfì, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Treviso 1 Martini -. A luglio c’è stato il primo incontro che ha portato alla stesura di una bozza. E’ tuttora un accordo quadro che non definisce tutte le azioni in programma, ma sigla un impegno che ci assumiamo. Ci dovrà essere un’ulteriore attività di dettaglio per definire il da farsi: si può parlare di salute fisica, psicologica, comunità, talento, valori. Considerando tutti i cambiamenti dovuti al periodo post-pandemico e alle attività umane che lasciano un’impronta anche a livello di inquinamento, troviamo necessario stimolare un’educazione al rispetto di sé e degli altri, che parta dai più piccoli”.
Anche Tiziana Menegon, referente dell’Ulss 2 per la promozione alla salute, ha affermato: “Per me il più grande risultato è sentire parlare di salute al di fuori del nostro campo. E’ importante perché ci sono situazioni emergenziali che nascono nella vita di tutti i giorni e richiedono consapevolezza e risposta. C’è bisogno che tutti gli adulti nella vita dei ragazzi nutrano interesse per i loro benessere. E’ solo insieme che si può creare un accordo dove ciascuno mette la propria nota, il proprio colore, la propria specificità e insieme si può arrivare a tutti. Costruire generazioni di salute e portare avanti un sogno nell’equità è fondamentale nella scuola, perché la scuola ha il compito di non lasciare indietro nessuno. Dobbiamo collaborare per crescere il sogno dei ragazzi di dare il massimo nelle potenzialità di ciascuno”.
Mario Conte, sindaco di Treviso, ha poi concluso: “E’ importante affrontare i temi del presente con gli strumenti adatti. Questo è un accordo di comunità perché la comunità è l’unico luogo dove si possono risolvere e prevenire i problemi che attanagliano i giovani, ma che spesso derivano dalle stesse famiglie. Questo progetto serve ai ragazzi per imparare a volersi bene e a conoscere i loro talenti e le loro potenzialità, è un accordo che mira a dare loro gli strumenti per crescere come persone. Il prossimo passo in previsione è quello di allargare questo accordo alle società sportive e culturali perché, se a scuola i ragazzi passano metà del loro tempo, l’altra metà la passano in tali ambienti ed è importante la collaborazione. Solo insieme riusciremo a trasmettere un messaggio e degli strumenti che faranno bene non solo ai ragazzi, ma all’intera comunità. Penso che questa sia la strada giusta e spero che possa diventare un modello replicabile sia nella Provincia che nella Regione per sedersi intorno a un tavolo e dialogare, condividendo buone pratiche e cogliendo segnali di disagio negli ambienti che i ragazzi frequentano. La salute è un tema che vogliamo sviluppare da un punto di vista anche culturale”.