Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Antenne 5G, Amministrazioni senza voce in capitolo
Il Comune di Treviso ratifica l'articolo 38 del decreto legge Semplificazioni che preclude la possibilità agli Enti locali di introdurre divieti alla localizzazione e spostamento di nuove antenne sul territorio comunale
Lo scorso 13 ottobre la Giunta comunale di Treviso ha approvato l’atto di indirizzo relativo alle reti del servizio pubblico di telefonia mobile, wi-fi e Dab (radio).
Con questo atto il Comune ratifica l’articolo 38 del decreto legge Semplificazioni, relativo alle “Misure di semplificazione per reti e servizi di comunicazioni elettroniche” che preclude la possibilità agli Enti locali di introdurre divieti alla localizzazione e spostamento di nuove antenne sul territorio comunale.
“Le nuove antenne saranno comunque pochissime – ha rassicurato l’assessore all’Ambiente Alessandro Manera – anche perché il territorio è già saturo. Ci saranno degli spostamenti, e delle riconfigurazioni, tutto in base al precedente piano antenne. In più abbiamo alzato i vincoli ambientali in modo da rendere più restrittivo il controllo, poiché in sostanza il Comune oggi non ha più voce in capitolo sui posizionamenti o sulle riconversioni delle antenne a nuove tecnologie, cosa per cui il sindaco di Treviso, Mario Conte, anche come rappresentante dell’Anci Veneto, ha fatto sentire la propria voce”.
L’Amministrazione ha dunque posto ai gestori la condizione che questi potranno procedere all’individuazione dei siti (sulla base delle aree di ricerca previste) soltanto dopo aver acquisito parere favorevole da parte di Arpav, ente demandato a effettuare il monitoraggio del campo elettromagnetico emesso dagli impianti di telecomunicazione.
Gli operatori privati, sia per le nuove localizzazioni che per la riconfigurazione, devono elaborare progetti esecutivi sui quali si esprimeranno, oltre ad Arpav, la Soprintendenza per i siti vincolati. Inoltre, nel documento approvato si prende atto delle richieste pervenute circa le riconfigurazioni, le installazioni e i trasferimenti inseriti nel piano precedente da parte di Iliad, Telecom Italia e Vodafone (ora Inwit) nel rispetto dell’attuale normativa vigente e delle modifiche pervenute con il decreto legge 76/2020. Parte degli impianti verrà installata nelle strutture in elevazione già presenti nel territorio comunale, fra le quali i campanili, in virtù di un accordo con la Curia vescovile di Treviso.
“Il dl Semplificazioni, approvato dall’attuale Governo, obbliga i Comuni e i sindaci a una mera presa d’atto - ha proseguito l’assessore -. Come Amministrazione, però, abbiamo voluto adottare una programmazione che metta in chiaro che l’attività di monitoraggio e controllo sarà puntuale e all’insegna della trasparenza. Richiederemo ad Arpav di elaborare una nuova simulazione dei campi elettromagnetici per l’intero territorio comunale in considerazione delle riconfigurazioni e delle nuove installazioni. Abbiamo messo in campo tutti gli strumenti a nostra disposizione a tutela della salute pubblica, obiettivo perseguibile tramite la minimizzazione dei campi elettromagnetici”.
Il settore Ambiente del Comune di Treviso darà infatti corso a una vera e propria programmazione di monitoraggio puntuale nel centro storico e nei quartieri e di controllo attraverso la rilevazione dei campi elettromagnetici mediante centraline fisse e misurazioni specifiche, anche su richiesta dei cittadini, con pubblicazione nel sito web dell’Ente dei dati rilevati, che avverrà in sinergia con Arpav.
Nella normativa non si parla espressamente di tecnologia 5G, ma è evidente che le riconversioni delle antenne andranno verso tale possibilità. Già quest’estate l’azienda Vodafone aveva annunciato di voler portare il 5G a Treviso nel 2021. “Non si parla di 5G, ma di rimodulazione della tecnologia – ha chiarito Manera –. Noi come Amministrazione tra l’altro non possiamo esprimere un giudizio su questa tecnologia, né a livello formale, perché è materia governativa, né a livello tecnico, poiché verificare l’impatto sanitario è compito dell’Istituto superiore di sanità. Per quanto riguarda l’annuncio di Vodafone, loro possono modificare le antenne e abilitarle al 5G e non sono nemmeno tenuti a comunicarcelo”.
Su questa normativa il Codacons, coordinamento delle associazioni in difesa dei consumatori, ha espresso giudizi estremamente severi, proprio perché espropria i sindaci delle loro funzioni e ha annunciato il ricorso alla Consulta per abrogare la norma. “La battaglia del Codacons contro la limitazione è aperta a tutte le Amministrazioni comunali italiane, le quali potranno intervenire insieme all’associazione in Corte Costituzionale e presentare un’azione congiunta” hanno dichiarato dall’associazione.
“Per ora – ha concluso Manera – non potevamo che recepire la normativa, non avevamo alterative. Tuttavia se il ricorso andrà a buon fine ci muoveremo di conseguenza”.