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Aeroporto Canova: riapertura rinviata, la preoccupazione dei sindacati

Dopo un anno di cassa Covid, che scade a fine marzo, Cgil, Cisl e Uil territoriali chiedono una proroga per tutti fino alla riapertura. Se ciò non sarà possibile a livello nazionale, i sindacati faranno appello alla Regione Veneto per ottenere la cassa integrazione straordinaria.

I Sindacati confederali esprimono grande preoccupazione per la proroga bimestrale della chiusura dell’aeroporto “Canova” di Treviso. Dopo un anno di cassa Covid, che scade a fine marzo, Cgil, Cisl e Uil territoriali chiedono una proroga per tutti fino alla riapertura. Se ciò non sarà possibile a livello nazionale, i sindacati faranno appello alla Regione Veneto per ottenere la cassa integrazione straordinaria, sempre fino a quando non sarà possibile tornare al lavoro. La presa di posizione si inserisce all’interno della cornice nazionale, dove le Organizzazioni stanno chiedendo la proroga del blocco dei licenziamenti.

La scelta di Ryanair di stabilire la propria base del Nord-Est al “Canova” era stata vista positivamente dai Sindacati confederali e dalle Sigle di Categoria, come opportunità di ripresa e rilancio del territorio. Lunedì 1° marzo la compagnia irlandese ha però annunciato che gli aerei non decolleranno prima di inizio giugno. La decisione è stata causata dall’andamento della pandemia e dalla campagna vaccinale, che prosegue a rilento.

“L’aeroporto ‘Canova’ – affermano Mauro Visentin, Massimiliano Paglini e Gian Luca Fraioli, rispettivamente Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil territoriali – ha sofferto più degli altri perché non ha mai riaperto. Il ‘Marco Polo’ di Venezia, seppur a ritmo ridotto, ha riaperto. È necessario che la cassa Covid venga prorogata per tutta la durata della chiusura. La tutela riguardi tutte le società di Save, anche le quattro che gestiscono le attività sussidiarie. Fra queste, venga posta particolare attenzione a sicurezza e ristorazione, servizi che impiegano 130 dipendenti. Vanno garantite le stesse condizioni per tutti i lavoratori, in termini sia di occupazione sia di contrattazione. In altre parole – sottolineano Visentin, Paglini e Fraioli – bisogna salvaguardare tutti i posti di lavoro dello scalo trevigiano ed evitare perdite nel versante delle professionalità. Invitiamo Save a considerare l’opportunità di accedere al Fondo Nuove Competenze, messo a disposizione dall’Anpal. Venendo considerate ore di lavoro, e non di cassa integrazione, aiuterebbe anche i redditi dei dipendenti, in difficoltà dopo tanti mesi di ammortizzatore sociale. Sarebbe inoltre – sottolineano i Sindacati – una preziosa occasione per sviluppare nuove competenze, da spendere con la riapertura dell’aeroporto”.

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