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A Treviso la domotica diventa amica di anziani e persone con disabilità

L’Amministrazione comunale e Informatici senza frontiere presentano un progetto per aiutare, grazie all’applicazione di semplici tecnologie, l’assistenza e la cura di persone anziane, non autosufficienti o con disabilità

Un progetto per favorire l’autonomia e aiutare le famiglie di persone anziane o giovani adulti con disabilità grazie alla domotica e alle nuove tecnologie. Lo ha presentato il Comune in collaborazione con “Informatici senza frontiere”, in occasione della partenza di una sperimentazione che verrà testata in città per i prossimi due anni.

In sostanza, si tratta di utilizzare semplici tecnologie già esistenti per rendere la vita più facile. Contattando direttamente “Informatici senza frontiere” si potrà, infatti, richiedere una consulenza sul proprio appartamento per avviare un progetto personalizzato di aiuto alla gestione di anziani, persone non autosufficienti o con disabilità che vada ad alleggerire l’impegno di chi si prende cura di loro.

Una casa per amico, questo il nome del progetto, fornisce, dunque, supporto all’autonomia delle persone grazie all’aiuto concreto e continuo della tecnologia che monitora l’ambiente domestico e fornisce, da remoto, informazioni dettagliate e puntuali sugli assistiti.

Beneficiari del progetto saranno gli anziani e le persone con disabilità che vivono da soli, del territorio comunale di Treviso, ma anche ospiti di case alloggio, raggiunti tramite enti ed associazioni territoriali. Si parte da un’analisi dei bisogni per poi implementare e installare le soluzioni tecniche più idonee, a volte anche affiancando o estendendo la domotica classica.

“La bassa dotazione tecnologica - ha spiegato Marco Pasquato, di Informatici senza frontiere - prevede, ad esempio, bracciali anticaduta che rilevano cadute e frequenza cardiaca e possono inviare allarmi, videocitofono smart o videocamere per video-assistenza di anziani soli con famigliari a supporto. La dotazione media aggiunge automatismi elementari o strumenti di comunicazione facilitata, come luci automatiche o comandabili con telecomando e smartphone anche da remoto, sensori domestici in grado di rilevare situazioni di criticità e intraprendere azioni di segnalazione, assistenti vocali virtuali o pulsante di emergenza. La dotazione complessa per le case alloggio, infine, richiede sensoristica e strumenti personalizzabili per il monitoraggio ambientale (ad esempio controllo accessi, sensori ambientali di movimento, segnalazione eventi potenzialmente pericolosi)”.

La tecnologia, in particolare, utilizza una rete di strumenti facilmente reperibili sul mercato e caratterizzati dalla facilità di gestione e installazione, minimo impatto per i beneficiari che a volte non ne percepiscono la presenza, basso costo, sicurezza di strumenti e dati.

“Lo scopo non può e non vuole essere quello di sostituirsi agli esseri umani nel lavoro di cura - conclude Pasquato -, ma quello di modificare e agevolare la vita di chi fa assistenza, fornendo più informazioni e sicurezza per i propri cari”.

La prova, come ha spiegato l’assessora alla Città inclusiva, Gloria Tessarolo, non sarà affidata solo ai privati, ma verrà effettuata anche su 8 alloggi di proprietà del Comune, in cui vivono anziani soli.

Alla sperimentazione contribuiscono il Comune di Treviso con 5 mila euro e l’istituto bancario Unicredit Banca con 10 mila euro che garantiranno la dotazione e la personalizzazione del progetto. Alle persone aderenti sarà richiesto un contributo per la gestione e l’assistenza che potrà variare in base alla dotazione definita dal progetto indicativamente da un minimo di 50 ad un massimo di 150 euro all’anno, questo come piccolo contributo per le tecnologie che sarà necessario acquistare e perché il servizio mette a disposizione un aiuto costante nel tempo dal punto di vista della gestione delle tecnologie. Unicredit finanzia il progetto grazie a una sua particolare carta di credito, che accantona il 2 per mille di ogni spesa effettuata dai clienti, senza aggravi per questi ultimi. Tramite questi fondi sostiene oltre 200 progetti, e ha erogato contributi per più di 4 milioni di euro.

Il progetto è stato presentato alla cittadinanza in alcuni incontri pubblici, mentre altri appuntamenti sono in via di definizione: sabato 11 novembre al Centro ricreativo anziani via Castello d’Amore; lunedì 13 novembre al Centro ricreativo di villa Letizia – quartiere di Sant’Angelo; giovedì 23 novembre, alle ore 10, sarà la volta del Gruppo anziani Gat, del quartiere di San Liberale. L’Amministrazione incontrerà anche gli enti e le associazioni che si occupano di residenzialità e autonomia per le persone con disabilità, così da concordare con loro eventuali necessità.

Per avere maggiori informazioni e per aderire alla sperimentazione i cittadini residenti a Treviso possono mandare una mail con i propri riferimenti a info@unacasaperamico.it o contattare da lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12 il numero 346 2269320.

“Una sperimentazione che dura due anni - ha concluso il sindaco di Treviso, Mario Conte - è l’inizio di qualcosa che vuole durare nel tempo. Ci tengo a ribadire ai cittadini, onde evitare truffe, che devono essere loro a prendere contatto con Informatici senza frontiere e che nessuno telefonerà nelle case per prendere appuntamenti. La validità del progetto era in realtà stata valutata già negli anni scorsi, sia con i primi progetti di cohousing dell’Israa, con l’allora presidente Luigi Caldato, che in due comunità alloggio e alcune abitazioni di cittadini associati all’Auser.

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