Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Villa Emo, nasce un vino pregiato
Dalla riscoperta di due vigneti di Villa Emo nasce una produzione vinicola di nicchia, che verrà presentata ufficialmente il prossimo 6 aprile nel salone affrescato.
Dalla riscoperta di due vigneti di Villa Emo nasce una produzione vinicola di nicchia, che verrà presentata ufficialmente il prossimo 6 aprile nel salone affrescato. Nel borgo ovest della villa palladiana, infatti, sorgono l’antico vigneto di uva Recantina, marchio doc nell’Asolano, e quello più recente di Merlot, sposati tra loro dal vinificatore, per dare vita a un vino rosso pregiato la cui produzione per l’annata 2017 non supera le 1500 bottiglie, accuratamente numerate. D’altra parte, “Villa Emo è una villa di campagna - spiega il presidente della Fondazione Villa Emo Onlus Armando Cremasco - e i conti Emo erano noti per essere stati fra i primi ad aver portato il mais in Italia. Abbiamo dunque pensato di recuperare l’antica tradizione del vino rosso, che era presente in tutte le case, quando il bianco era considerato un vino minore”.
Un rosso che farà conoscere questo territorio, veicolerà l’immagine di Villa Emo attraverso la sua confezione e potrà essere abbinato al libro sulla Villa, per comporre insieme un gadget di lusso, non a caso, la bottiglia con il numero 1 sarà donata al Presidente della Repubblica. Sarà invece un ospite d’onore a stappare la bottiglia in occasione della vernice del 6 aprile, alla presenza della Confraternita del Formaggio Piave Dop, dei Radici e Fasioi, del Musetto e del Tabaro. Coinvolti nella promozione del vino anche i Trevigiani nel Mondo, per richiamare l’italianità, il Veneto e le tradizioni locali.
Insomma, il vino intende far parlare di Villa Emo in tutto il mondo. Cosa che, in parte, già avviene. Numerosi, infatti, sono gli studiosi provenienti da ogni dove che fanno visita al capolavoro palladiano. “Sostengono che questa sia la villa più completa” racconta Cremasco. E nel corso dei loro tour veneti non si fanno mancare Villa Maser, Asolo, la Gipsoteca e Tomba Brion. “Abbiamo delle ricchezze che non riusciamo a mettere in rete - commenta il presidente della Fondazione -. Dobbiamo imparare a connettere queste realtà”. Nel frattempo, i numeri relativi all’affluenza alla Villa lasciano ben sperare: nel 2016 e nel 2017 sono state superate le 23 mila visite l’anno e le 50 mila presenze, portate da eventi come 300% Wine Experience, le mostre di pittura, la selezione del Premio Campiello 2017, i concerti sia di professionisti che di studenti. Tanti gli eventi ospitati dalla Villa, ma il territorio necessita anche di altri luoghi dedicati alla cultura, sufficientemente ampi da ospitare grandi eventi. “Nella zona castellana e montebellunese c’è uno spazio per fare cultura? No. È giunta l’ora – conclude Cremasco – di lasciare qualcosa di concreto per le generazioni future”.