Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Vajont: le iniziative nel 60° anniversario della tragedia
In occasione del 60° anniversario dalla tragedia del Vajont del 9 ottobre 1963, il Comune di Mogliano Veneto e l’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc) hanno promosso il progetto “Vajont, per non dimenticare”, realizzato in collaborazione con il collegio salesiano Astori e l’associazione culturale Tina Merlin di Belluno e reso possibile grazie alle collaborazione di numerose Istituzioni e realtà culturali. L’iniziativa ha preso avvio il 21 settembre e prosegue fino al 15 ottobre, coinvolgendo gli studenti di tutte le scuole del territorio (collegio Astori, liceo Giuseppe Berto, istituti comprensivi Nelson Mandela e Marta Minerbi) attraverso percorsi didattici diversi in base all’età, con l’obiettivo di educare le nuove generazioni al valore della memoria, al rispetto dell’ambiente e a discernere tra le varie fonti di informazione. La cittadinanza potrà partecipare a diversi incontri e proiezioni cinematografiche, a una serata teatrale, e visitare una mostra fotografica, dal titolo “I giornali del Vajont”. Particolarmente nutrito sarà il programma per il 9 ottobre, che prevede un momento di commemorazione dei moglianesi scomparsi e di tutte le vittime del Vajont nel cimitero di Zerman (ore 10); un incontro dedicato agli studenti delle scuole elementari dal titolo “I palloncini del Vajont” ore 10.30 al teatro Busan; in serata, al centro sociale, lettura scenica “La bambina e la montagna” (ore 21), della compagnia teatrale “Scherzi di Fate”, dedicata ai 487 bambini deceduti la notte della tragedia. Per prenotare la presenza agli incontri aperti alla cittadinanza: ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria al link https://forms.gle/NvT2zQCssXv7b6jY8. Per prenotare la visita alla mostra: https://forms.gle/HKmC4BuhNoHzFoAH9 (gruppi e scuole); https://forms.gle/WA3VbjSQCPjieV2r6 (tutta la cittadinanza).
Un libro che racconta la storia di Dino, un bambino di Caerano di San Marco che ha vissuto direttamente il dramma del Vajont e che è sopravvissuto. Scritto da Eugenio Dal Prà e Mauro Marconato, “Dino e il leccio – Racconto di sopravvissuti, storie e memorie di una tragedia annunciata”, è stato pubblicato nel 60° anniversario della tragedia del Vajont, avvenuta il 9 ottobre 1963, ed edito da Danilo Zanetti, con il patrocinio dei Comuni di Caerano e Longarone e il sostegno della Fondazione 9 ottobre 1963 Vajont, di Longarone e della Fondazione di Villa Benzi, di Caerano. Il libro verrà presentato il 4 ottobre alle 20.30, nella sala parrocchiale di Caerano di San Marco, nell’ambito della tradizionale sagra della Madonna del Rosario. Infatti, oltre a Longarone, con il suo impressionante numero di morti, anche Caerano ha avuto quel 9 ottobre 1963 le sue vittime; 31, tra le quali 9 dipendenti della Filatura del Piave, succursale di Longarone, con i familiari.
“Dino e il leccio - racconta Marconato - si divide in due parti. Una sezione ha come protagonista Dino, un bimbo caeranese che si è salvato. La sua storia è, tuttavia, arricchita e romanzata con l’inserimento di avvenimenti capitati ad altri, di ricordi e riflessioni raccolte da testimoni ancora viventi, con alcune forzature giustificate dalla scelta di costruire una narrazione, almeno in parte, unitaria e speriamo interessante. Nel libro ci sono, poi, una serie di documenti fotografici, di ricostruzioni storiche, di spunti presi da reportage dell’epoca e da pagine di libri sull’argomento, di schede tecniche, di trascrizioni di interviste effettuate a testimoni inediti, che sono sempre meno, per ovvie questioni anagrafiche”.
“Nel mezzo della narrazione – precisa Marconato – c’è un tributo al leccio, altro sopravvissuto di questa vicenda, collocato a villa Malcom. La villa, costruita dai Viel, proprietari di segherie, era stata ceduta, poi, a un nobile inglese, Alexander Malcom, commerciante di legname e innamorato delle Dolomiti. Abbellita da un giardino e parco, era molto frequentata dalla nobiltà inglese, tra cui sir Henry Austen Layard, archeologo e diplomatico britannico, e la moglie Lady Mary Enid che, in un diario, racconta dei suoi soggiorni in villa, tra chiacchiere, passeggiate, concerti in giardino. A villa Malcom, acquistata dai Lampugnani, risiedevano fra gli altri, agli inizi degli anni ’60, i dipendenti caeranesi della locale succursale della Filatura del Piave di Caerano. Tutti trovarono la morte quel 9 ottobre del 1963. All’interno del parco della villa era stato piantato anche un leccio, Quercus ilex, l’unica rimasta in piedi dopo la furia di quelle acque che avevano travolto tutto. Secondo una leggenda popolare sarda il leccio è una pianta che accoglie le anime dei defunti fino a quando non piaccia a Dio accoglierle nella sua gloria. Purtroppo, però, nel 2018 l’uragano Vaja si è portato via anche quel vecchio leccio”.
Parteciperanno alla serata di presentazione, i Barbapedana Quater, il coro Giovanni Paolo II di Caerano e i lettori volontari. Saranno presenti i sindaci di Longarone e di Caerano di San Marco, gli Alpini di Longarone-Castellavazzo e quelli caeranesi che organizzeranno un momento conviviale a chiusura dell’evento.