Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Suore a Paese, presenza dimezzata
Ciò che si temeva nel 2015, in occasione del centenario, sta accadendo: anche nel territorio di Paese le religiose delle scuole dell’infanzia saranno a breve dimezzate, ossia da dieci passeranno a cinque unità e di tre comunità ne resterà soltanto una, quella del capoluogo. Chiudono invece le comunità di Postioma e Castagnole.
Ciò che si temeva nel 2015, in occasione del centenario, sta accadendo: anche nel territorio di Paese le religiose delle scuole dell’infanzia saranno a breve dimezzate, ossia da dieci passeranno a cinque unità e di tre comunità ne resterà soltanto una. Così ha deciso il Consiglio provinciale delle suore francescane di Gemona, dopo una sofferta riflessione.
La notizia è stata data simultaneamente domenica 19 marzo dai parroci delle cinque parrocchie della Collaborazione e ha destato un generale dispiacere. Assai rare sono le vocazioni femminili e conseguentemente le religiose più anziane non possono essere rimpiazzate. Sono lontani i tempi in cui Paese era la fucina che sfornava vocazioni a ripetizione: oltre un centinaio ai tempi di mons. Andreatti. Ma le vocazioni non nascono seminandole sul terreno sterile, bensì dal fertile humus di famiglie credenti aperte e generose. Anche i matrimoni cristiani sono in forte riduzione, da ciò si possono trarre le dovute conseguenze rispetto anche per le scelte di vita consacrata. Difficile interpretare gli imperscrutabili disegni divini, ma Dio ha pur sempre bisogno delle persone umane per realizzare i suoi progetti. E non si può nemmeno incolpare il calo demografico perché ideali così alti, di carità, di generoso servizio ai fratelli, non sono questione di numeri ma di pratica cristiana, di testimonianza e di cuore. Il venir meno di ciò è un segno dei tempi.
Dal prossimo anno pastorale, ossia da settembre, le suore francescane missionarie di Postioma (dopo ben 112 anni) e di Castagnole (presenti dal 1924) lasceranno le loro sedi per formare un’unica comunità unendosi a quelle di Paese in Via Roma nella Casa del Clero, ma saranno ridotte della metà perché qualcuna andrà in pensione e qualche altra verrà destinata altrove. “Ringraziamo il Signore per avercele date – ha detto don Giuseppe Tosin, parroco di Paese – ma rimane l’amarezza di veder scemare lentamente delle figure storiche per il territorio, che hanno seminato tanto bene tra la gente, e ciò deve interrogare le coscienze”. Certamente a Paese le suore continueranno ancora la loro missione, ma non sarà più come prima, perché avranno un ruolo più ampio, strettamente pastorale, ad uso e in servizio delle cinque parrocchie della Collaborazione.
E le scuole dell’Infanzia? Queste “case degli angeli” potrebbero rischiare seriamente di chiudere i battenti, di avere i giorni contati nonostante non manchino gli utenti.
Le comunità delle suore della Congregazione del Sacro Cuore hanno lasciato un segno indelebile nel tessuto sociale di Paese e frazioni. Sono state una benedizione, un faro luminoso che ha orientato con fermezza la popolazione, soprattutto le giovani coppie genitoriali, verso valori insostituibili, condividendone i problemi, i dolori, le fatiche, l’amicizia. Sono servite a far crescere bene i loro figli dal punto di vista morale, interiore, spirituale. Valori questi che si coltivano principalmente in famiglia, ma non in una qualsiasi, fioriscono dove si guarda alla vita con ottimismo, dove c’è un progetto di apertura e di generoso altruismo che valica il confine della propria casa.