Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Spineda il libro di Giacinto Cecchetto presenta l’anima della comunità
Un dono per la comunità e l’ennesima conferma del fatto che la storia locale custodisce preziosi accadimenti utili a fortificare le nostre radici. “Spineda: storia e storie di donne e uomini, di terre e acque” è l’ultima fatica data alle stampe di Giacinto Cecchetto, già direttore della biblioteca di Castelfranco, autore di numerosi libri e ricerche, attento ricercatore di storia locale. Presentato nelle scorse settimane, proprio al ponte sul Muson, luogo simbolo tra le comunità di Spineda e Manzolino, ha visto la partecipazione di oltre 400 persone, in una atmosfera carica di storia e memoria. Questa opera è stata fortemente voluta e sostenuta da Tiziano Alessio, il cui testimone dopo la morte è stato raccolto dal figlio Vincenzo con il supporto del Comitato 13 aprile 1945, e riflette il profondo impegno comunitario oltre che la dedizione alla memoria storica del luogo. La ricerca è arricchita da centinaia di illustrazioni, fotografie storiche, mappe antiche e documenti preziosi concessi dalle famiglie di Spineda, e per questo il libro non è solo il racconto della storia millenaria del territorio, ma cerca di catturare l’anima della comunità attraverso i secoli.
Proprio per il suo prezioso significato, sono state numerose le autorità intervenute durante la presentazione: l’arciprete di Riese Pio X, mons. Giorgio Piva, nella sua qualità di parroco di Spineda, il sindaco di Riese Pio X, Matteo Guidolin e il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, insieme a numerosi altri responsabili istituzionali e accademici come il sindaco di Fonte, Luigino Ceccato e il dirigente dell’Istituto comprensivo di Riese Pio X, prof. Paolo Boffo.
Particolarmente sentita la ricostruzione-commemorazione del drammatico 13 aprile 1945, giorno dell’incendio del paese, provocato dalle forze nazi-fasciste. Le multivisioni, curate da Giorgio Cividal e le letture di Maurizia Contarin hanno reso omaggio a quelle pagine dolorose della storia di Spineda, mentre i dialoghi tra l’autore e i bambini della scuola elementare locale hanno introdotto le nuove generazioni ai temi del libro.
Tra i dettagli della plurimillenaria e misteriosa storia di Spineda raccontati da Cecchetto c’è la descrizione della “motta” o “ montagnola” di via Boschi (2.300-1.700 a.C.) probabile antichissimo tumulo funerario nei pressi del quale l’autore del volume ha scovato l’esistenza della prima chiesa di Spineda, dedicata a santa Giustina, dotata di cimitero e ancora l’insediamento del I-IV secolo dopo Cristo di età romana, cui è seguito altro insediamento di età gota del VI-VII secolo.
Accurato e ben documentato è lo studio dell’interessante patrimonio artistico della chiesa parrocchiale di S. Antonio Abate, nel quale spiccano lo splendido affresco del soffitto di Giambattista Canal (1802-1803) e una Madonna con Bambino in marmo bianco screziato del sec. XVII.
Insomma, nei quindici capitoli del libro si ricostruisce, su basi di documenti d’archivio (il parrocchiale di Spineda, il comunale di Riese, di Stato di Venezia e Treviso e il diocesano di Treviso), non solo la storia, ma forse l’anima della comunità dal Medioevo sino al drammatico incendio del 13 aprile 1945.