Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Si chiama "AbitAttivo" il nuovo cohousing inaugurato a Vedelago
Inaugurato a Vedelago un progetto di cohousing che risponde al disagio abitativo di persone e famiglie. Un totale di quindici alloggi, gestiti da una rete sinergica fra Ater di Treviso, Unione dei Comuni della Marca Occidentale, la coop sociale Una Casa per l'Uomo di Montebelluna.
Una risposta concreta al disagio abitativo di persone e famiglie attraverso alloggi in co-housing e azioni di inserimento: è questa la finalità della struttura AbitAttivo inaugurata la scorsa settimana a Vedelago, in in via Toniolo 6. Un progetto ambizioso e corale, reso possibile grazie alla sinergia tra l’Unione dei Comuni della Marca Occidentale e l’Ater di Treviso, che avrà come braccio operativo la cooperativa “Una casa per l’uomo”, specializzata proprio nel sostegno e recupero delle persone che versano in condizioni di disagio abitativo. A disposizione ci sono dunque 15 alloggi autonomi in uso esclusivo (composti da cucina-soggiorno, camera da letto e bagno) oltre ad una sala polifunzionale e spazi esterni di uso comune.
“AbitAttivo è più che un progetto - ha commentato la sindaca Cristina Andretta -: è la risposta a un’esigenza, quella del disagio abitativo. Questo è un progetto importante, frutto del lavoro di squadra di enti e persone diverse che hanno messo al centro le persone e i nuovi bisogni emergenti in un ambito, quello sociale, che sta subendo un continuo cambiamento, che richiede attenzione e collaborazione”.
La struttura - realizzata senza barriere architettoniche - è dotata di dispositivi per favorire l’accesso a disabili e anziani. L’obiettivo principale è dunque prevenire e contrastare, in una logica territoriale estesa, le situazioni di emergenza abitativa, creando una sinergia attiva tra le politiche a sostegno dell’integrazione abitativa e le azioni di coesione e protezione sociale. Le famiglie e le persone potranno trovare, oltre a una soluzione abitativa a carattere temporaneo, dei percorsi di accompagnamento e mediazione all’abitare, nonché di inclusione lavorativa con la finalità di restituire e/o a favorire l’autonomia socio-economica.
“Prima di consegnare gli alloggi, Ater ha svolto lavori di riattamento per circa 100.000 euro di fondi propri - ha spiegato il presidente Mauro Dal Zilio, andando a sistemare mobilio, tinteggiature, serramenti, rifacendo impianti elettrici, termici, antincendio e garantendo pulizia interna ed esterna. Una risposta concreta al disagio abitativo di persone e famiglie attraverso alloggi in co-housing e azioni di inserimento che sarà gestita da Una Casa per L’uomo”.
I servizi offerti riguarderanno: l’accompagnamento sociale ed educativo di promozione della costruzione di reti che favoriscano l’inclusione sociale; l’orientamento ai Servizi socio-sanitari e altri servizi del territorio; l’accompagnamento alla ricerca di una soluzione abitativa autonoma in uscita dalla struttura. L’accesso avviene su richiesta dei servizi sociali comunali alla quale seguirà la valutazione multidimensionale dei bisogni, sotto il profilo funzionale, sociale ed economico, da parte dell’Unità di valutazione. Dopo un primo periodo di osservazione, sarà predisposto un progetto di accompagnamento individualizzato condiviso dall’utente e dall’équipe.
“In continuità con le politiche abitative attivate negli scorsi anni dalle Amministrazioni dei Comuni della Marca Occidentale - commenta Francesco Fiorentin, presidente di Una casa per l’uomo -, il progetto AbitAttivo rappresenta oggi una nuova e importante opportunità per prevenire la marginalità sociale delle fasce deboli della popolazione. Anche a causa delle molteplici emergenze in corso, le persone e le famiglie più fragili rischiano, oggi, di “scivolare” verso condizioni di esclusione sociale, economica e abitativa, dalle quali è molto difficile uscire. Attraverso l’accoglienza e la definizione di percorsi personalizzati, AbitAttivo si propone di valorizzare le risorse residue delle persone accolte, promuovendo il ritorno all’autonomia nel più breve tempo possibile”.