martedì, 17 settembre 2024
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Sambughè, l’abbraccio della comunità d’origine a padre Davide, ora vescovo in Algeria

Riparto con tanta gioia, riconoscenza e gratitudine, che mi auguro di poter comunicare alla mia comunità di Orano, e a tutti coloro con cui entrerò in relazione”

Il 26 gennaio scorso, a soli 47 anni, mons. Davide Carraro è diventato il primo vescovo italiano della Chiesa d’Algeria. Originario di Sambughè di Preganziol (Treviso), il missionario del Pime, vescovo di Orano, è tornato in questi giorni, per la prima volta da vescovo, nella sua comunità d’origine.

Una grande folla di fedeli, tra cui la sindaca di Preganziol Elena Stocco, anche lei originaria di Sambughè, si è riunita per accogliere il suo “padre Davide” così tutti continuano a chiamarlo.

Mons. Carraro ha concelebrato l’8 settembre, insieme al parroco, don Gabriele Bittante e ad altri quattro sacerdoti del Pime, la Natività della Beata Vergine Maria, una delle più antiche feste mariane che, come ogni anno, coincide con la sagra parrocchiale di Sambughè, che ha avuto il suo culmine nel fine settimana.

La celebrazione si è conclusa con la processione, durante la quale l’intera comunità ha portato in spalla la statua della Vergine Maria, fatta uscire per l’occasione dalla teca riposta nella nicchia laterale all’altare della chiesa parrocchiale di san Martino vescovo.

Dopo la celebrazione eucaristica, la comunità parrocchiale ha organizzato un rinfresco in onore del “suo” vescovo, al quale hanno partecipato numerosi fedeli.

“Domenica 8 settembre per me, per Sambughè, mio paese natale a cui sono da sempre legato, e per tanti amici venuti da orizzonti diversi, è stato un bel momento di festa - afferma mons. Carraro -. Ringrazio tutti coloro che si sono spesi, affinché questo momento fosse bello e importante per tutti i presenti e per me.

Riparto con tanta gioia, riconoscenza e gratitudine, che mi auguro di poter comunicare alla mia comunità di Orano, e a tutti coloro con cui entrerò in relazione.

Sono convito che ogni comunità, famiglia, parrocchia, gruppo di amici, sia il luogo della festa e del perdono.

L’8 settembre abbiamo vissuto un bel momento di festa. Il mio augurio è che ciascuno di noi possa vivere questi due momenti comunitari, la dove vive”.

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