Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Salgareda: la statua amata
Restauro per il campanile e per l'immagine di San Michele, la scultura è visitabile in questi giorni all'interno della chiesa: risale al 1902 e già svettava sul vecchio campanile che sorgeva in località Chiesa vecchia sul Piave.
La fede cristiana di una comunità si esprime anche attraverso l’amore e l’affetto che i fedeli hanno per alcuni simboli: la chiesa, il campanile sono spesso punti di riferimento per grandi e piccoli, per chi il paese lo lascia per emigrare lontano e quando torna si sente subito a casa all’ombra del campanile, sentendo suonare le campane.
In queste settimane sono cominciati i lavori di restauro e consolidamento del campanile della chiesa di San Michele arcangelo di Salgareda, lavori necessari sia alla struttura muraria, alle campane e alla statua di Michele, che risale al 1902 e già svettava sul vecchio campanile che sorgeva in località Chiesa vecchia sul Piave. Il vecchio campanile venne fatto saltare nel 1917 dopo la ritirata di Caporetto e ricostruito nel 1926, insieme alla nuova chiesa, nell’attuale ubicazione.
I fedeli di Salgareda hanno sempre avuto una grande devozione per la statua di San Michele che veglia dall’alto sulla comunità; nel dicembre del 1958, in una notte particolarmente ventosa, la statua cadde al suolo e tutta la comunità si adoperò per il restauro e perché la statua tornasse al suo posto prima possibile.
Ora, in occasione dei lavori al campanile, anche la statua verrà restaurata e proprio nei giorni scorsi è “atterrata” in chiesa, in attesa di essere trasportata nell’azienda che la riparerà.
“In questi giorni molte persone sono venute a vedere la statua di San Michele - dichiara il parroco, don Corrado Ferronato -, molti anziani mi hanno raccontato l’episodio del 1958 e di come questa statua sia un importante punto di riferimento, da sempre, per Salgareda. Credo sia importante conservare la memoria storica anche attraverso la salvaguardia e il recupero di questi simboli. Il campanile, il suono delle campane, ma soprattutto san Michele sono importanti per me e per tutti i miei parrocchiani. In più di 100 anni di veglia dal campanile San Michele ha visto uscire dalla chiesa coppie felici di giovani sposi, famiglie che avevano chiesto il dono del battesimo, bambini e ragazzi nel giorno della prima comunione e della cresima, ma anche mesti cortei funebri; anche lui come Gesù ci accompagna nei momenti di gioia ma anche in quelli tristi e ci auguriamo che sia così ancora per molto tempo”, conclude don Corrado.