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Roncade, Alzheimer, la storia di Massimo: non ricordava il nome della figlia, oggi recita la Divina Commedia
Ricordiamoci di ricordare. Si intitola così il video realizzato dalla Fondazione Città di Roncade e dalla cooperativa Promozione lavoro. Un filmato, della durata di circa 12 minuti, che racconta la storia di Massimo.
Ricordiamoci di ricordare. Si intitola così il video realizzato dalla Fondazione Città di Roncade e dalla cooperativa Promozione lavoro in occasione della Giornata mondiale dell’alzheimer che si celebra oggi 21 settembre. Un filmato, della durata di circa 12 minuti, che racconta la storia di Massimo. L’anziano, quando è entrato nella casa di riposo di Roncade non riconosceva più la figlia Antonella. Oggi, grazie al quotidiano lavoro di stimolazione cognitiva degli educatori e professionisti della struttura, durante le videochiamate chiama la figlia per nome e accarezza il tablet per sentirla più vicina. Non solo. Nel video Massimo canta “Un amore così grande” del tenore Mario Del Monaco (a cui lui è molto legato) e cita a memoria il tredicesimo canto dell’Inferno di Dante.
“Questo video – spiega la presidente della Fondazione avv. Simonetta Rubinato –tocca con sensibilità una malattia complessa che coinvolge e sconvolge l’intero nucleo familiare. Fondazione Città di Roncade rinnova il suo impegno verso i malati di Alzheimer e verso le loro famiglie: dopo l’ampliamento del Centro sollievo al lunedì mattina, vogliamo raccogliere la richiesta dei caregivers ampliando ulteriormente l’orario di apertura del Centro al mercoledì mattina. In questo modo attraverso la sinergia tra le volontarie della Fondazione, i professionisti della Cooperativa Promozione lavori e i volontari del CE.RI.A.PE., e il sostegno del Comune, le famiglie potranno avere un sostegno concreto per tre mattine a settimana: lunedì, mercoledì e venerdi”.
Il video mostra inoltre le attività svolte nel Centro Sollievo di Roncade, gestito da anni dall’associazione CE.RI.A.PE. Nel Centro, come ricorda il presidente Tarcisio Rigato, attraverso momenti di socializzazione e condivisione, come passeggiate e lavori di gruppo, vengono stimolate le capacità residue dei malati con il fine di migliorarne il benessere e la qualità di vita. Il Centro offre inoltre ai caregivers momenti di “pausa” dal carico assistenziale.