Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Quinto: il corso di italiano per stranieri diventa occasione di dialogo e integrazione
C’è il sorriso di Ester, nigeriana, o gli occhi lucidi di Danilo e Luana, coppia brasiliana, con accanto il loro bambino. E, poi, Ousmane, Nadije, Lyn. Tutti, con in mano il loro diploma, dimostrano riconoscenza e gratitudine. Sono alcune delle 63 persone che hanno frequentato il corso di italiano della scuola per stranieri adulti, in parrocchia a Quinto. La cerimonia di consegna degli attestati di competenza si è tenuta martedì scorso.
Qualcuno era analfabeta, altri - nei rispettivi Paesi d’origine - non avevano ottenuto il diploma di scuola media, altri, ancora, avevano frequentato le scuole superiori, ma senza la possibilità di far valere il loro titolo di studio in Italia, per mancanza di accordi tra gli Stati.
Un’iniziativa, frutto della collaborazione tra il Comune di Quinto di Treviso, il centro provinciale per l’istruzione degli adulti Alberto Manzi di Treviso e la parrocchia (anche attraverso la Caritas), che si ripete positivamente da 18 anni e che si è confermata anche quest’anno realtà preziosa. Diverse Nazioni di provenienza, alcune anche in conflitto tra loro, culture, etnie e radici differenti, non hanno di certo impattato sulla riuscita del percorso. Anzi. Sono stati tutti elementi che diventati occasione di scoperta e straordinaria ricchezza, di dono e scambio. Perché a Quinto, fin dal 2007, anno di lancio del progetto condiviso, la scuola non è stata solamente tale. Ma anche, grazie all’impegno prezioso dei volontari, un luogo di vicinanza e sostegno in grado di abbattere muri e di prendere per mano il fratello.
Ben 18 le nazionalità rappresentate nel corso dell’ultimo anno scolastico: dall’Afghanistan al Venezuela, passando per Colombia, Ucraina, Costa d’Avorio, Marocco, Russia, Bangladesh e Burkina Faso. Alcuni degli iscritti hanno ottenuto gli attestati di lingua A1 e A2 (avendo frequentato più dell’80% delle lezioni e avendo sostenuto l’esame finale), altri dovranno attendere settembre o il prossimo anno, ma per ciascuno di loro il risultato è stato prezioso.
“La nostra scuola cerca di essere una porta aperta per creare un contesto inclusivo di servizio verso ogni persona che viene accolta ed aiutata a esprimere i propri talenti, a progettare il suo futuro, utilizzando le peculiarità personali, valorizzando tutto ciò che forma il bagaglio di ogni persona”, sottolinea Gianni Zoggia, coordinatore e volontario della scuola, che ha supportato, insieme a Daniela Bertelli e Chiara Miglioranza, il lavoro della docente, e affiancato gli iscritti.