martedì, 01 aprile 2025
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Ponte di Vidor, c’è il progetto, mancano ancora i fondi

Se ne parla da quarant’anni. Sarà realizzato un chilometro a sud dell’attuale. L’intervento sarà di 5 chilometri, di cui quasi 2 di scavalco del fiume Piave

All’indomani del crollo del ponte Morandi, nel 2018, il censimento sulla situazione dei ponti del nostro territorio aveva individuato come urgente il rifacimento del ponte di Vidor. Allora, la cifra ipotizzata era di circa sessanta milioni di euro. A inizio 2025, Veneto Strade ha presentato il nuovo progetto per il ponte di Vidor, quello che ha messo d’accordo tutti i Comuni della Pedemontana e, in particolare, Vidor e Pederobba, Cornuda, Crocetta, che insistono sulle due sponde, stimando un costo di oltre 100 milioni di euro.

Ora è partita la valutazione di impatto ambientale, il ponte dovrebbe sostenere il passaggio di 30 mila veicoli al giorno, di cui almeno un quinto costituito da mezzi pesanti. Il costo è aumentato anche perché è stata individuata una diversa soluzione, ritenuta meno impattante. Il ponte sarà realizzato circa un chilometro più a sud dell’attuale. “L’intervento complessivo del nuovo ponte progettato è di 5 chilometri, di cui quasi 2 di scavalco del fiume Piave. Si tratta di un’infrastruttura molto importante - spiega il direttore generale di Veneto Strade, Giuseppe Franco - per la quale abbiamo svolto attività di service tecnico, perché non di competenza regionale”.

La storia dei progetti è antica: il primo risale al 2013, poi ne fu presentato uno nel 2021. Gli amministratori locali più anziani parlano di un iter che si prolunga da 40 anni. Ora, l’esame del progetto (valutazione impatto ambientale) coinvolgerà la Regione Veneto, i comuni di Cornuda, Crocetta del Montello, Pederobba e Vidor, Arpav e la ditta che dovrà redigere il progetto definitivo. Una buona notizia. Purtroppo, sono definiti solo i tempi di inizio, non quelli di fine, manca un tassello fondamentale: i fondi per realizzare l’opera.

Per questo, i sindaci della zona, oltre a esprimere soddisfazione per l’avvio della procedura, si sono impegnati con la Provincia nella ricerca dei fondi necessari. Impegnato, su questo fronte, Stefano Marcon, presidente della Provincia di Treviso, è prudente. “Questa prima fase è stata puramente preliminare, seguiranno ora le fasi di raccolta dei pareri e delle integrazioni eventuali per migliorare ulteriormente il progetto. La seconda conferenza, la cui data è in fase di definizione, servirà per ottenere un primo parere da parte dei Comuni e di tutti i soggetti interessati”.

Forse teme il flop del 6 maggio 2013, quando il protocollo d’intesa, firmato a Conegliano tra il presidente del Veneto Luca Zaia, il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, il sindaco di Vidor, Albino Cordiali, e l’amministratore delegato di Veneto Strade spa, Silvano Vernizzi, proprio sulla nuova viabilità a Vidor per collegare il Feltrino-Bellunese e i comuni rivieraschi con la Superstrada pedemontana veneta, non portò a nulla. Non solo l’opera non fu realizzata, ma il ponte non fu neppure inserito tra le opere complementari della Spv.

Allora, Zaia dichiarò: “A fronte di un nuovo collegamento ritenuto necessario da tutti gli Enti locali coinvolti, con la firma di oggi diamo il via alle procedure di realizzazione, con l’impegno di abbreviare al massimo i tempi procedurali”.

Dodici anni dopo, il traffico è fortemente aumentato e, mentre la viabilità nell’area del Piave, a sud, è in parte migliorata grazie al nuovo ponte di San Donà, più a nord i mezzi provenienti dalla sinistra Piave, dal Bellunese e dal Feltrino, facilitati anche dall’apertura della galleria di Segusino, arrivano a Vidor ma, poi, rallentano e si intasano, cercando di raggiungere la Feltrina e per immettersi nella Spv.

Quello dei fondi non è il solo ostacolo per la realizzazione di questo ponte, che collega la provinciale 2 e la provinciale 34. Contrario al progetto, Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde, ha definito il piano “Nuova viabilità di collegamento della destra e sinistra Piave alla Superstrada pedemontana veneta” un salasso economico. “Ha un costo ambientale e paesaggistico, prevedendo la creazione di svincoli da Area ghiaia a Croce del Gallo, con la costruzione di una nuova rotatoria del diametro di 56 metri, nonché la realizzazione del nuovo ponte di scavalco Brentella. Il progetto riguarda zone caratterizzate da criticità idrogeologiche, ambientali e tecniche, inclusa la realizzazione del nuovo ponte in prossimità del centro abitato di Crocetta del Montello. Andrà a impattare su un sito della Rete Natura 2000, le grave del Piave”.

Ottimista, invece, Claudio Sartor, sindaco di Cornuda, consigliere provinciale con delega alla viabilità della Provincia di Treviso, nonché presidente dell’Intesa programmatica d’area Terre di Asolo e Montegrappa: “Siamo arrivati alla conclusione della progettazione definitiva. Mancano ancora alcuni studi integrativi. Ci servirà per andare al Ministero dei Trasporti per cercare i finanziamenti. L’opera dovrebbe costare intorno ai 100 milioni di euro, una cifra importante per un’opera considerevole”.

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