martedì, 17 settembre 2024
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Ponte di Piave: l'impegno degli scout contro le mafie

La tematica viene trattata durante quest'anno dalla squadriglia Lupe

In memoria delle vittime di mafia e, nella nostra diocesi, una squadriglia scout ha scelto di approfondire una tematica ancora oggi poco trattata.
“Alla luce della preoccupante escalation di comportamenti violenti e atti vandalici anche da parte di giovani, nostri coetanei, noi ragazze della squadriglia lupe del reparto scout Ponte di Piave ci siamo chieste cosa potessimo fare nel nostro piccolo. Abbiamo pensato quindi di scegliere come impresa di squadriglia la specialità Civitas”, spiegano le giovani scout.
“Civitas”, significa cittadinanza, e, di fronte a questo termine, “ci siamo poste alcune domande: «Cosa fa di me un cittadino?», «Conosco il mio Paese inteso come la mia nazione Italia?», «Conosco i suoi problemi?». Ognuno di noi nasce libero e proprio per questo è tenuto a rispettare la libertà di tutti gli altri e questo consente una civile convivenza all’interno di una comunità. Pertanto, abbiamo pensato di cercare di comprendere più da vicino il fenomeno delle mafie nel nostro Paese”.

Durante la prima parte dell’impresa di squadriglia è intervenuta Chiara Vecchio, referente di Libera Treviso, ed è stato ascoltato il racconto di Michela Pavesi, zia di Cristina Pavesi.
Cristina era una giovane studentessa universitaria, che perse la vita mentre tornava a casa in treno da Padova a causa dello scoppio di una bomba fatta esplodere dalla banda criminale di Felice Maniero contro un treno portavalori. La studentessa morì sul colpo. Da quel tragico fatto la zia, instancabilmente, porta la sua testimonianza in varie scuole per onorare la memoria di Cristina, per promuovere la lotta contro le mafie e diffondere le azioni a difesa della legalità.

Raccontano ancora le scout: “La nostra impresa si concluderà ad aprile, con un viaggio di impegno civico a Bari, nella parrocchia di San Sabino, dove saremo accolte dal gruppo scout Bari 9 e da don Angelo Cassano, referente per la Puglia dell’associazione Libera. Lì ascolteremo la testimonianza di Pinuccio Fazio, papà di Michele che a soli sedici anni fu ucciso da un proiettile vagante mentre stava rientrando a casa. Anche lui, da quel tragico evento, percorre tutta l’Italia per incontrare i ragazzi nelle scuole, nelle parrocchie e nelle associazioni cercando di prevenire che giovani come noi finiscano nelle reti delle mafie. Visiteremo anche alcuni beni confiscati alla mafia ora messi a disposizione della cittadinanza”.

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