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Pirogassificatore: Cortus Energy tranquillizza, ma Paese non si fida
Un confronto dai toni anche molto accesi si è rivelata la conferenza indetta dai promotori del progetto nella sala parrocchiale di Paese per il più grande pirogassificatore d’Europa che dovrebbe essere eretto nell’area della Padana.

Un confronto dai toni anche molto accesi si è rivelata la conferenza indetta dalla Cortus Energy Italia nella sala parrocchiale di Paese per il più grande pirogassificatore d’Europa che dovrebbe essere eretto nell’area della Padana. Il progetto, presentato alla popolazione venerdì 22 gennaio, rientra nei programmi nazionali per l’utilizzo delle fonti rinnovabili, incentivato attraverso il Gse. Molto tecnica e tranquillizzante è apparsa l’esposizione della ditta per bocca dei suoi rappresentanti, ma un secco no è arrivato dai cittadini, che hanno aderito in massa alla raccolta di firme promossa da Paeseambiente, raccolta che ha in breve superato le 7.000 sottoscrizioni. Da rilevare, inoltre, che il comune di Paese ha avuto l’unanime solidarietà non solo del Consiglio comunale ma anche dei comuni limitrofi.
Ad esporre dettagliatamente il progetto, avvalendosi di slide, è stato l’ing. Fabrizio Maset, con il supporto di alcuni collaboratori e l’intervento dell’Ad della Cortus, lo svedese Rolf Ljunggren. Maset ha pure risposto ad un fuoco di fila di domande sollevatesi dalla folta assemblea fin dopo la mezzanotte, sindaco Francesco Pietrobon in testa, il quale, contestando alcune affermazioni ritenute non veritiere, ha confermato la netta opposizione votata a suo tempo, non per pregiudizio, ma perché mancano riscontri oggettivi in un impianto di cui non ci sono precedenti e per il quale è stata presentata domanda ancora prima di essere testato il prototipo svedese. Dal punto di vista tecnico, sembra trattarsi di una tecnologia d’assoluta avanguardia rispetto alla sicurezza e all’ambiente, ma Paese non si fida. A far paura è l’inquinamento dell’aria, i fumi e le micro polveri che uscirebbero dalle due ciminiere, per non parlare del combustibile fatto di tonnellate di tralci impregnati di prodotti chimici.
Nel passato il territorio di Paese è stato irreparabilmente violentato in nome del cosiddetto progresso ed ora ci si trova a convivere in un contesto di cave e discariche - ben 29 - alcune pericolose per le falde e la salute pubblica. Basti pensare allo stoccaggio di amianto, ai problemi dati dalle discariche Tiretta e Marini, per non parlare della cava Morganella. La gente di Paese continua al momento a rispondere con un “no!”, univoco ed inequivocabile. “Fermatevi!”, questa la richiesta partita dall’ex sindaco Valerio Mardegan che, citando un passo della “Laudato Si”, enciclica di papa Francesco, ha sollevato molti dubbi, perfino sull’affidabilità dei primi beneficiari di questo impianto. Note, infatti le sue battaglie del passato per le serre. Sullo stesso tono gli altri interventi, alcuni dei quali molto accesi e determinati. La competenza, però, è della Regione Veneto, che, al di là delle norme, dovrà valutare l’opportunità politica e sociale della questione, anche perché nessun apparente vantaggio ricadrebbe sulla zona, nonostante l’enorme ritorno economico a fronte di un investimento di 14,3 milioni di euro per la produzione di energia elettrica e termica, che andrà ad uso esclusivo della Padana.
La prossima conferenza sul tema si terrà a cura di Paeseambiente venerdì 5 febbraio alle ore 20.45, pure nella sala parrocchiale. Interverranno: Andrea Zanoni, presidente dell’Associazione nonché consigliere regionale, con Francesco Cavasin e Claudio Benetton, medici Isde per l’ambiente, di Treviso.