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Paese: inutile bufera alle Casteller

Alle medie la protesta di pochi genitori fa saltare gli incontri sulle migrazioni. Si trattava di momenti informativi in collaborazione con la Caritas. Solidarietà dei docenti alla dirigente. Il parroco: “L’intento era positivo”. Il presidente del Comitato genitori: “No contrarietà a priori”.

11/03/2016

“Migrazioni e profughi” è il tema messo in calendario dall’Istituto scolastico Casteller di Paese – che accoglie alunni di 20 nazionalità diverse - fin dall’inizio del corrente anno scolastico, cui nessuno si era opposto. Solo che, giunto il momento di svilupparlo, qualcuno si è messo di traverso strumentalizzando la questione, come se, invece di fare formazione, la scuola facesse politica. Eppure questo è un argomento che oggi interessa proprio tutti.
Sotto i riflettori è finita soprattutto la dirigente unica, Paola Rizzo. La scuola ha programmato tre momenti di incontro sull’argomento, per le 17 classi di II e III media del plesso di Paese, frequentate da 405 allievi. Incontri che prevedono l’inquadramento geo-politico dei flussi migratori odierni con il supporto della Caritas, quindi la testimonianza di due immigrati dall’Afghanistan e Gambia che hanno già lo status di profughi, un terzo proveniente dalla Guinea Bissau. A ciò si aggiunge un confronto sugli stereotipi per non lasciarsi trascinare dai pregiudizi e dai falsi proclami - come “Ci invadono!” -, dato che secondo alcuni studi nei paesi Ocse siamo i peggio informati sul tema. Sembrerebbe quindi scontato che ci si debba informare di più, a partire dalle giovani generazioni.
La preside è stata richiamata all’ordine dall’Assessorato preposto, adducendo delle proteste da parte di alcuni genitori che hanno prontamente informato l’Amministrazione comunale. Alla fine soltanto due genitori sono usciti allo scoperto: Cristina Genovese e Luca Girotto, la prima del Comitato genitori della scuola di Padernello, il secondo consigliere comunale della Lega Nord. Sono questi, entrambi con figli nella Casteller, a sollevare perplessità sull’opportunità di simili incontri di formazione. Incontri che la preside ha immediatamente sospeso per proteggere la scuola e gli allievi dalle strumentalizzazioni. Solo che non è stato possibile avvisare in tempo le famiglie, e così, venerdì 4 marzo, in quello che doveva essere il primo appuntamento, è emersa la vera consistenza dell’opposizione al progetto: mancavano soltanto 4 alunni sui 122 attesi. Gli altri incontri erano programmati per il 15 e 22 marzo. Qualcuno potrebbe pensare che ci voglia audacia a programmare incontri di formazione sui migranti in un comune a guida leghista, ma la dott.ssa Rizzo ciò non lo aveva messo in conto, pur non mancandole il coraggio, ed è finita nell’occhio del ciclone.
Unanime solidarietà, assicura la vice preside Giada Signori, è venuta dalla stragrande maggioranza del corpo docente (184 insegnanti), e si sono registrate molte prese di posizione favorevoli pure da larghi strati della società civile, parrocchia compresa. “Non ci vedo nulla di male  negli incontri promossi dalla scuola – afferma don Giuseppe Tosin, parroco di Paese -, in fondo è la storia che stiamo vivendo oggi. Non possiamo impedire ai figli di sentire e capire queste esperienze, naturalmente con la mediazione dei professori ed educatori. Mi auguro che i genitori comprendano l’intento positivo della proposta fatta dalla scuola”.
Intanto è partita una raccolta di firme promossa dal Consiglio d’Istituto a sostegno sia del progetto sia del dirigente scolastico, progetto che probabilmente si riproporrà, oltre che a Paese, alle medie di Postioma con l’ausilio della Caritas diocesana.
“Nessuno è contrario a priori alla discussione sull’argomento”, assicura, infatti, il presidente del Comitato genitori, Stefano Vicedomini, semmai qualche genitore avanza la perplessità sul metodo adottato, ossia di non essere stato preventivamente informato. Ma ciò sembra un aspetto opinabile, dato che l’argomento era in calendario fin dall’inizio anno scolastico.

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