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Montebelluna: una panchina bianca per riflettere sulle morti sul lavoro

In ricordo di Mattia Battistetti e Andrea Soligo, due ragazzi di 23 e 25 anni. L'iniziativa è stata promossa dall'associazione "per Mattia". Alla cerimonia, oltre ai familiari e al sindaco, presenti compagni di lavoro, sindacalisti e l'Anmil

04/02/2022

Non è una panchina qualunque. Il suo colore è bianco, la tinta con cui si definisce una morte sul lavoro. In Italia sono state 1.404 nel corso del 2021, ben 183 in più rispetto all’anno precedente. Significa una vittima ogni sei ore e mezza. Si parte la mattina e si rischia di non tornare la sera, come è successo il 29 aprile scorso a Mattia Battistetti, operaio di 23 anni, rimasto schiacciato in un cantiere edile di Montebelluna. Proprio nella sua città, a pochi passi dal Municipio, la sua famiglia ha voluto che fosse ricordato lui e tutti i caduti sul lavoro.

“Oggi - ha detto la madre Monica Michielin - questa panchina è per Mattia e per Andrea Soligo, due ragazzi di 23 e 25 anni accomunati dalla stessa tragedia. Oggi sono nove mesi che Mattia non è più tra noi, ci manca il suo sorriso, la sua voglia di vivere, la sua forza di spaccare il mondo e invece il 29 aprile all’alba è partito da casa e non vi ha più fatto ritorno. Abbiamo voluto questa panchina perché sia un segno visibile a tutti”. L’iniziativa è stata promossa dall’associazione “per Mattia Battistetti” che ha già raccolto l'adesione di 150 persone per continuare a sensibilizzare sul tema delle morti sul lavoro. “Vorrei - ha detto il sindaco Adalberto Bordin - che questa panchina non fosse solo un posto per sedersi, ma dal quale far partire una riflessione su questo argomento”. La folta partecipazione alla cerimonia di sabato 29 gennaio è una testimonianza di quanto istituzioni e comunità siano sensibili alla vicenda di Mattia. La ferita si è riaperta qualche settimana fa con la tragica scomparsa del giovane papà Andrea Soligo, originario di Caerano e residente a Vedelago con la compagna e due figliolette.

La panchina, in tutto simile alle altre collocate nel centro di Montebelluna, è stata recuperata da un deposito comunale, sistemata anche con l’intervento della Protezione civile e dipinta di bianco da nonno Luciano, “con tanta sofferenza, ma anche affetto” ha ricordato ancora la signora Michielin. “Come famiglia ringraziamo don Antonio Genovese che in questo duro periodo ci ha sostenuto con parole cariche di calore e vicinanza, al sindaco e alla Giunta per aver accolto e autorizzato questa nostra iniziativa”. Gianni De Santi, rappresentante provinciale dell’Associazione mutilati e invalidi del lavoro, ha sottolineato i riferimenti costituzionali al lavoro, in particolare ai diritti e ai doveri. “Quel bianco allude all’assenza di una mano responsabile degli incidenti. Sono fiducioso che chi si siederà su questa panchina capirà quanto importante sia pretendere il massimo della sicurezza sul lavoro”. Alla cerimonia hanno partecipato anche alcuni colleghi di Battistetti, i volontari della Croce Bianca, dove il giovane faceva volontariato, e sindacalisti come Gabriele Zanella.

“La fatalità non esiste. Esistono la negligenza, l’incuria, lo sfruttamento. Ci sono giovani inesperti e non bene formati, lavoratori più anziani che stanno sulle impalcature, attrezzature con poca manutenzione. Dobbiamo richiamare le istituzioni alle loro responsabilità”. Sulla stessa linea anche Nicola Atalmi, esponente regionale della Cgil. “Vogliamo due volte giustizia, punendo i responsabili e facendo qualcosa di concreto, come i controlli nei cantieri”. “C’è bisogno di un cambio culturale - ha aggiunto Massimiliano Paglini della Cisl Belluno Treviso -, ponendo più attenzione alla vita umana che al profitto. E’ necessario applicare i contratti collettivi di lavoro, che contemplano i percorsi di prevenzione degli incidenti”.

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