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Merlengo: la gioia di tutta la comunità per la consacrazione di Silvia Feltrin

Per la giovane primi voti di professione religiosa nella comunità Papa Giovanni XXIII, sabato scorso in cattedrale, a Treviso. Pochi mesi fa i voti di Federica De Martin tra le francescane Alcantarine

Merlengo, comunità di poco più di 3 mila persone, situata a nord di Treviso e incastonata lungo il tracciato romano di via Antiga che da Santa Bona porta al Montello, in questi ultimi mesi è stata colmata della grazia del dono dell’ordinazione sacerdotale e dei voti di speciale consacrazione di alcuni suoi giovani. Accanto all’ordinazione tra i Legionari di Cristo di padre Sebastiano Zanin ad inizio maggio - di cui abbiamo raccontato la scorsa settimana - sabato scorso in cattedrale, a Treviso, ci sono stati i primi voti di professione religiosa di Silvia Feltrin. Il rito è stato presieduto dal vescovo Michele Tomasi, che ha invitato Silvia a “essere testimone di amore, accoglienza, spirito di comunione e di comunità, gioia e condivisione - valori essenziali per l’annuncio oggi del messaggio evangelico - e a guardare  al modello dei santi e beati della diocesi di Treviso, compreso il beato Giuseppe Toniolo, che nella loro esistenza sono stati esemplari per la loro capacità di spezzare il pane buono della carità verso tutti”. Un riferimento, quello al beato Toniolo, legato anche all’attuale esperienza di Silvia nella comunità Anawim, a Soligo, a poca distanza dal duomo di Pieve di Soligo, dove è custodito il corpo del beato.
Al rito di professione, ha fatto seguito la testimonianza di Silvia sul cammino fatto e la gratitudine per quanto ricevuto, durante le celebrazioni nella chiesa di San Bartolomeo a Merlengo, nella festività del Corpus Domini. Nell’occasione, ha sottolineato come la chiamata di Dio sia avvenuta partecipando alla vita della propria comunità.
La chiamata a donare la propria vita nel sacerdozio e nella vita consacrata, ma anche nel matrimonio, nasce nella Chiesa ed è a servizio della Chiesa: questo richiede la grande fatica e la grande gioia di allargare il proprio orizzonte relazionale, che porta ad apprezzare anche chi fa percorsi diversi dai propri.
E così, nel 2014, mentre Silvia cominciava il suo cammino di discernimento vocazionale tra le  Cooperatrici pastorali della nostra diocesi, un’altra giovane cresciuta in oratorio a Merlengo, e dedita all’animazione dei ragazzi e dei giovani, iniziava il suo cammino di formazione con le suore francescane Alcantarine di Assisi. E’ la scelta di Federica De Martin, dall’aprile del 2021 suor Federica Benedetta, che ci racconta di essersi “messa in cammino, scoprendo di essere figlia di un Padre, che aveva una Parola bella, di benedizione, di vita per me”.
A unire i percorsi di Silvia e Federica sono l’esperienza quotidiana nelle case famiglia - la prima nella casa Anawim (parola ebraica che significa “poveri di Dio”), la seconda nella casa “Centro orizzonti” a Cava de Tirreni (Salerno) - e la missione educativa che, puntando sulla centralità della persona, si esprime nell’accoglienza della persona stessa nel profondo rispetto della sua dignità, originalità e potenzialità. Silvia da 3 anni vive assieme ad un coppia con figli e fratelli speciali secondo il carisma delle comunità Papa Giovanni XXIII, mentre Federica dall’anno scorso vive in una comunità alloggio con delle adolescenti assieme ad alcune consorelle.
“Di Merlengo - ci dice Federica - porto proprio il senso di «comunità», respirato per tanti anni, dove ognuno veramente si sentiva parte attiva, potendo ciascuno coinvolgersi e farsi coinvolgere e toccare… E’ forse lo stile fraterno e prossimo, un costruire insieme, un dedicarsi insieme, che ho imparato e vissuto nella parrocchia di Merlengo, che poi mi ha fatto maturare il desiderio di spendermi per tanti. Oggi porto con me il desiderio di fare parte in maniera viva e attiva della comunità dove mi trovo”.
Gli fa eco Silvia che dice di sentire vivo ancora oggi “il desiderio di portare ancora oggi l’amore per la Chiesa che ho avuto modo di coltivare fin da bambina nella mia comunità di origine”. Questo amore “me lo sono portata sempre dentro e non verrà mai meno. In parrocchia è nato il mio sentirmi parte di una famiglia più grande di quella di origine. Oggi presto il mio servizio, come sorella consacrata della comunità Papa Giovanni XXIII, nella parrocchia dedicata a Santa Maria Assunta, a cui affido la mia scelta di donna nella Chiesa e a servizio per la Chiesa”. Testimonianze vive che ricordano come ciascuna comunità abbia un ruolo importantissimo anche per far crescere e sostenere le vocazioni, a partire dalla preghiera e dalla vita di comunità.

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