sabato, 07 settembre 2024
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Luoghi di pace e accoglienza a Onè di Fonte

La parrocchia, con le sue tante iniziative, è un polo della carità per tutto il vicariato di Asolo

Nella Parrocchia Beata Vergine Maria del Monte Carmelo è sempre Natale, è sempre tempo di solidarietà. “Un po’ è vero, cerchiamo di vivere l'accoglienza tutto l'anno - spiega il parroco, don Gabriele Fregonese -. Abbiamo l'attività del «Cenacolo» che offre una cena a una cinquantina di famiglie dal lunedì al venerdì. C’è il doposcuola per i ragazzi e un piccolo dormitorio maschile per chi ha bisogno”.

La percezione, però, è che sia un Natale, se possibile, più difficile, con un po’ più bisogno di solidarietà e di accoglienza. “Mi pare di cogliere una certa empatia tra le persone che aiutiamo e i nostri volontari. In fin dei conti, sono tempi difficili per tutti. L’economia non agevola nessuno. Non agevola chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, ma neppure chi non ha mai avuto problemi e si accorge che il carrello della spesa è sempre più leggero di cose, ma pesante nei costi. Poi c’è questo clima di insicurezza legato alle guerre, alla difficoltà di parlarsi e di capirsi”.

La sua è una parrocchia che è diventata una specie di polo della carità per il Vicariato di Asolo. Nella scuola materna, su settanta bambini quasi due terzi sono stranieri o figli di migranti. “Abbiamo trasformato questi eventi in risorse e oggi ci aiutano tutti. Al Cenacolo a servire sono presenti i ragazzi con disabilità della cooperativa Vallorgana e i giovani della cooperativa Olivotti di Pagnano d’Asolo. Per il doposcuola abbiamo assunto una educatrice, ma senza i tanti volontari, che ogni giorno aiutano a fare i compiti, sarebbe impossibile mantenerlo attivo”.

“Il problema della casa è uno dei più urgenti. Il nostro dormitorio maschile è una goccia in un deserto. Alcuni migramti hanno rimandato in patria la moglie, in attesa di trovare una sistemazione. Escono dai Cas, Centri di accoglienza straordinaria, con un lavoro, anche con buoni stipendi, ma poi si arenano nella ricerca della casa. Alcune famiglie si accontentano di case piccole e non in buono stato, ma la situazione è complicata e difficile. Una sera mi sono trovato davanti alla porta della canonica due migranti. Erano sfiniti dalla fatica e dormivano per terra, avevano fatto i magazzinieri di notte e ora, sfiniti, non avevano un letto.

“Al martedì proponiamo i vespri e la possibilità per i volontari di cenare assieme ad alcune persone che hanno servito nei giorni precedenti. Preghiera e solidarietà, una formula che unisce chi dona e chi riceve”.

Don Gabriele non fatica a mantenere questa struttura complessa. “Grazie al cielo i volontari ci sono. Ci sono giovani e meno giovani. Persone con famiglie e persone sole. Ora il Cpia di Asolo ha organizzato nei nostri locali un corso di italiano per donne istraniere. Si svolge due volte a settimana e veramente poter comunicare aiuta molto queste persone, spezza il cerchio della solitudine e della estraneità. Le classi sono tre e funzionano molto bene”.

La povertà non è solo una questione per stranieri, riguarda anche un numero sempre maggiore di famiglie italiane. Infatti, le persone che frequentano il Cenacolo sono sempre più numerose, quasi il doppio rispetto a tempo fa, segno di una emergenza sociale.

“Non è facile spostarsi nella Pedemontana, queste famiglie arrivano da zone limitrofe e così la formula utilizzata durante il Covid, ovvero «l’asporto», continua anche adesso: è più pratica. Permette alla famiglie che assistiamo di consumare il pasto in casa con i propri cari, nella giusta intimità”.

La parrocchia di Onè è stata certamente aiutata dalla disponibilità di locali che i missionari Oblati di Maria Vergine hanno lasciato. Una volta, accanto alla canonica, sorgeva il Seminario minore di questa Congregazione.

Don Fregonese e i parrocchiani sono riusciti, però, a dare una nuova vocazione a questi spazi e oggi la carità è il perno centrale su cui ruota l’intera struttura.

Don Fregonese è un motore, non solo grazie alla sua attività pastorale, ma grazie anche alla sua passione per la cucina, si dice che i suoi dolci siano ottimi, come pure è stimolante la sua attività teatrale con i ragazzi della parrocchia.

Un Natale difficile quello del 2023, ma che le parrocchie, quella di Oné è solo un esempio, cercano di rendere di pace e di serenità, nonostante il mondo pretenda ogni giorno pensieri di guerra e di dolore.

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