martedì, 19 novembre 2024
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Le prime messe dei nostri nuovi sacerdoti. A Padernello celebrazione all'aperto per don Fabio Toscan

"Nelle tue mani, con le mie mani affido il mio destino al tuo volere"

Quella di domenica scorsa è stata una giornata storica per la parrocchia di Padernello. A distanza di 29 anni dall’ultima volta, la comunità ha potuto fare festa per l’ordinazione sacerdotale di un giovane originario di questa comunità: don Fabio Toscan, che ha celebrato la sua prima messa in un clima di particolare intensità di fede e raccoglimento, pur all’aperto.

Nell’occasione, hanno concelebrato cinque sacerdoti originari di Padernello insieme ad altri che vi hanno svolto servizio in passato, o fanno parte della Collaborazione pastorale di Paese.
Nell’omelia, don Stefano Didonè ha esortato don Fabio a far proprie le parole del Vangelo appena letto: “Non temere, soltanto abbi fede!”.
E don Stefano gli ha poi augurato “di essere un prete che vede e sente la sofferenza delle persone, come anche la loro fede. Ti auguro di essere un prete che, come Gesù, non fa finta di nulla, non si gira dall’altra parte, ma si prende cura degli altri. La celebrazione della messa non sia mai separata dalla vita; non lasciare che il tuo cuore si indurisca nel servizio d’ufficio, perché compito del prete è quello di vivere accanto alle persone. Ti auguro, quindi, di essere un «prete di strada»”.

Prima dell’offertorio è stato consegnato a don Fabio il dono della parrocchia: un calice e una patena, per esprimere anche così la volontà di essergli sempre vicino nella sua vita sacerdotale.
Al termine della messa don Fabio ha voluto ringraziare quanti lo hanno accompagnato e sostenuto nel suo cammino, tra cui in particolare don Stefano Didonè e il parroco don Piergiorgio Guarnier; ha voluto riprendere il forte proposito che fece nel 2014 quando decise di entrare in Seminario: “Oggi, nelle tue mani, con le mie mani affido il mio destino al Tuo volere”; ha scelto di concludere la celebrazione con una preghiera del “sindaco-santo” di Firenze, Giorgio La Pira, nella quale emerge l’attenzione evangelica verso i poveri e gli ultimi: “O buon Gesù, io ti raccomando tutti coloro che piangono e soffrono, e tutti quelli che fanno piangere e soffrire”.

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