venerdì, 04 ottobre 2024
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In parrocchia a Biadene recinzione del campetto da calcio "con propositi educativi"

Nel campetto sportivo della parrocchia di Biadene, fra la chiesa e la parrocchia, si era diffusa l'idea che si potesse fare ciò che si voleva, sia di giorno che di sera, così la comunità ha deciso di delimitarlo con una rete provvisoria removibile. 

Un intento educativo coinvolgendo i ragazzi e le famiglie, affinché il campetto e gli altri spazi parrocchiali a Biadene siano veramente un luogo dove ritrovarsi insieme, trascorrendo in modo positivo e costruttivo una parte del tempo libero. In sintesi è  stato questo che ha portato a delimitare con una rete provvisoria removibile, del tutto identica a quella che si usa per demarcare i cantieri, il campetto parrocchiale situato fra Chiesa e canonica e dove si era purtroppo diffusa l’idea che ognuno potesse fare ciò che voleva sia di giorno sia di sera, senza avere rispetto per le persone, per la comunità e per il luogo, oltrepassando i limiti della convivenza civile, fra l’altro in un contesto come quello dell’oratorio e della parrocchia che hanno una specifica funzione educativa.

“Come comunità cristiana dobbiamo prendere in mano la questione – ha evidenziato il parroco don Davide Frassetto, che abbiamo incontrato nei giorni scorsi, mentre la notizia girava su tutti i mass media -  e prima di far collocare la rete nei primi giorni dello scorso dicembre, più volte sono intervenuto, nel corso degli anni, per invitare dei gruppetti di ragazzi a un comportamento corretto e ad avere un contegno adeguato, sottolineando fatti, episodi e situazioni spiacevoli che si stavano verificando. Ho, altresì, affrontato con i ragazzi il problema e ho anche parlato con i loro genitori. La recinzione, quindi, non è stata una scelta fatta all’improvviso, dal giorno alla notte, ma è maturata ed è stata ponderata nel tempo. L’intenzione è stata quella di responsabilizzare ragazzi e adulti, mettendo in luce che esistono diritti e doveri, in un contesto in cui tutti si possono sentire a proprio agio accettando le basilari norme di un corretto modo di agire”. 

Il campetto parrocchiale rimane, dunque, disponibile per la comunità e in particolare per i più giovani, ma previo accordi e rispettando le persone, gli spazi e l’ambiente. Come aperti alla socialità e all’incontro rimangono, nondimeno, i diversi spazi parrocchiali a Biadene e a Caonada. L’obiettivo di delimitare l’ambito del campetto  è stato quello di cercare di sensibilizzare non solo i giovani, ma anche i genitori e l’intera comunità. Si è trattato di un proposito educativo, coinvolgendo ragazzi e famiglie, in modo che le aree parrocchiali siano veramente un posto dove ritrovarsi insieme  e star bene. Non si possono lasciare del resto in balia di se stessi alcuni giovani e giovanissimi senza nessun controllo, significherebbe abbandonarli a loro stessi. L’ambiente parrocchiale, anche se all’aria aperta, non è inoltre un luogo dove poter fare ciò che si vuole e in cui tenere comportamenti inadeguati causando danni, lasciando rifiuti di vario genere e utilizzando un linguaggio volgare e blasfemo. 

“L’emergenza educativa c’è, anche se non riguarda naturalmente tutti i giovani, ma una parte, ed è una problematica da affrontare anche da noi - mette in risalto don Davide -. Approfitto perciò, in relazione a quanto circola in questi giorni sulla «recinzione» del campetto da calcio della parrocchia, per rilanciare la questione, perché siamo provocati a cercare di trovare insieme risposte appropriate. In questo momento la soluzione non è quella di far finta di niente, di lasciare che le cose vadano avanti senza dire e fare nulla e di abbandonare i ragazzi a fare quello che vogliono lasciando sporco, bestemmiando, non rispettando luoghi e persone. Non si tratta neanche di delegare solo a qualcuno questo compito e neanche di puntare il dito. Ricordiamoci che ci sono dei diritti e dei doveri per tutti: per i ragazzi, per gli adulti, per i credenti. Invito così tutti, in primis gli adulti,  a mettersi in gioco, aiutando i ragazzi e seguendoli attivamente per favorire la socializzazione, la relazione feconda, così da favorire il confronto e sostenere la crescita personale e comunitaria”. 

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