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I Comuni del Montebellunese fanno rete contro la violenza sulle donne

In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro alle donne, il Tavolo Rosa del montebellunese, vuole fare sentire il proprio NO attraverso 3 momenti di sensibilizzazione rivolti alla cittadinanza sul tema della violenza di genere.

In occasione del 25 novembre Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro alle donne, il Tavolo Rosa del montebellunese (comprendente i comuni di Montebelluna, Caerano di San Marco, Giavera del Montello, Nervesa della Battaglia, Trevignano, Valdobbiadene  e Volpago del Montello) vuole fare sentire il proprio NO attraverso 3 momenti di sensibilizzazione rivolti alla cittadinanza sul tema della violenza di genere.
Primo tra tutti, giovedì 24 novembre 2016: visione ad ingresso libero del nuovo film in uscita di Ivano di Matteo con Valeria Golino e Margherita Buy “Una vita possibile”, presso il Cinema Italia Eden di Montebelluna.
Poi seguiranno:
Venerdì 25 novembre 2016: proiezione ad ingresso libero del documentario di Francesca Rosati Freeman e Pio d’Emilia “Nu Guo. Nel Nome della Madre”, presso l’Auditorium P.zza E. Bottani di Volpago del Montello;
Domenica 27 novembre 2016: “Sono pronta! Ogni donna ha diritto alla propria vita!” spettacolo teatrale ad ingresso libero presentato da Tea Righi Project.
Quello del Tavolo Rosa è un lavoro importante e significativo che impegna i Servizi Sociali dell'area montebellunese nel sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche delle pari opportunità e della prevenzione della violenza contro le donne. Tra le varie iniziative del Tavolo Rosa rientrano laboratori di sensibilizzazione, incontri di informazione, eventi teatrali ed i convegni di restituzione dei risultati del progetto e lo Sportello donna (attivo il martedì dalle 9.00 alle 12.00 sportellodonnamontebelluna@gmail.com). Lo Sportello Donna offre alle donne una serie di servizi: dall'informazione sui temi del lavoro e dell'imprenditorialità femminile, alle opportunità di formazione professionale fino all'informazione legata alla condizione femminile e alle problematiche familiari. Un’azione che i Servizi sociali in questi anni sono in grado di portare avanti grazie ad una costante ricerca di fondi: dal 2004, infatti, tantissimi sono i finanziamenti regionali assegnati al Comune per progettualità rivolte alle pari opportunità.
Una problematica questa che è ormai il fulcro delle attività del Tavolo Rosa degli ultimi anni e che ha creato un terreno fertile per la nascita di due importanti servizi presenti proprio a Montebelluna:
- il Centro Antiviolenza Antares (progetto in collaborazione tra Azienda Ulss n. 8 e cooperativa “Una casa per l’uomo”): che si occupa di accogliere e sostenere le vittime di violenza; lo sportello di Montebelluna si trova in via Pastro 1/5 – ricevimento mercoledì 9.00-11.00 e venerdì 14.30-16.30);
- lo Sportello Uomini Maltrattanti  “Cambiamento Maschile”: nato dalla collaborazione tra il Comune di Montebelluna e la cooperativa “Una casa per l’uomo”, grazie all’impegno del Consigliere incaricato alle pari opportunità  Antonio Romeo,  che lavora con gli uomini che agiscono violenza e che vogliono intraprendere un percorso di cambiamento. Per chi desidera avere informazioni sulle attività promosse dallo sportello o fissare un appuntamento può chiamare al numero 345 9528685 il martedì, dalle 18.30 alle 20.30 o il giovedì, dalle 12.00 alle 14.00, o scrivere alla e-mail: cambiamentomaschile@gmail.com.
L’iniziativa è partita da un anno e mezzo ed il centro funziona a pieno regime. Il progetto sta diventando punto di riferimento per l’area montebellunese e richiama anche uomini da fuori provincia. La questione sta acquistando attenzione e valore e l’azione sugli uomini diventa strategica per gestire una problematica complessa, che mette in campo dinamiche sentimentali, affettive, sociali e culturali.
Spiega il consigliere incaricato alle pari opportunità, Antonio Romeo: “Nonostante questo tipo di iniziative rivolta agli uomini maltrattanti esistano nel Nord America da 40 anni e nel Nord Europa da 30, in Italia sono arrivate da pochi anni e si stanno diffondendo. Ritengo strategico, contemporaneamente, oltre a fare tutto ciò che è possibile a livello sociale, culturale e giuridico per le donne, aiutare questi soggetti a riuscire ad elaborare le loro emozioni e a governare la propria rabbia per comunicare con la propria compagna. Questo non significa escludere il conflitto, ma gestire le discussioni senza violenza. Ciò non toglie che, pur essendo ogni rapporto a sé, il progetto si basa su due capisaldi: la violenza non ha nessuna giustificazione e che ognuno è responsabile delle azioni che fa. Dall’altro lato le donne, per autoproteggersi, devono stimarsi benissimo, avere autonomia economia e, al primo gesto di violenza, iniziare a prendere le distanze dall’uomo maltrattante e a superare la paura, rivolgendosi alle istituzioni o al privato per avere assistenza da persone qualificate e formate nel campo specifico della violenza contro le donne”.

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