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Golena del Piave, in venti ancora senza casa

Parrocchie in prima linea a Ponte di Piave nella solidarietà agli alluvionati della golena. Alcuni forse non torneranno nelle vecchie abitazioni. Bypass della Priula ancora chiuso e disagi per il traffico.

07/11/2018

Case ancora inagibili nella golena. E circa venti persone di Ponte di Piave e Negrisia costrette a trovare sistemazioni d’emergenza. E’ il lascito più evidente della piena del Piave di fine ottobre. Insieme all’interruzione del passaggio al Ponte della Priula, con il conseguente aumento di traffico sul ponte di Maserada.
A Ponte di Piave tre famiglie stanno ancora cercando una sistemazione, altre l’hanno provvisoriamente trovata nei locali delle parrocchie del capoluogo, di Negrisia e di Levada. “La famiglia che abbiamo ospitato noi - dice don Gian Paolo Bano, parroco di Ponte di Piave - non tornerà più in golena e andrà ad abitare in un nuovo appartamento. Altre famiglie sono state ospitate da amici e sperano di tornare nelle loro abitazioni. Si tratta in alcuni casi di costruzioni relativamente recenti. Con altre persone non sono riuscito ancora a mettermi in contatto”.
L’acqua in molti casi ha occupato anche il secondo piano delle case, che sono state ricoperte di fango. Il parroco di Negrisia e Levada, don Gianni Biasi, racconta: “Dopo un primo intervento massiccio da parte dei volontari e, in particolare della sezione Alpini di Negrisia, le case sono state in gran parte pulite. Ma per alcune i danni sono ingenti, per gli impianti, l’arredamento, la stessa struttura. In qualche caso un rientro è prematuro, altri stanno valutando di non tornare nella golena”.
Intanto, la comunità ha dimostrato un forte senso di solidarietà. “In molti si sono fatti avanti - dice don Bano -. Qualcuno mi ha detto di aver rivissuto l’incubo del 1966, ci siamo andati vicini. E per questo, proprio dai parrocchiani, è nata l’idea di una messa di ringraziamento, che celebreremo infatti domenica, invitando gli alpini e i volontari, oltre naturalmente a tutta la comunità”.
Intanto, come accennato, resta chiuso il bypass sul greto del fiume alla Priula, anche se i lavori procedono. Disagi per gli abitanti dei paesi lungo la Pontebbana, per i pendolari che si spostano in corriera (i tracciati alternativi sono molto più lunghi) e per Maserada, dove il traffico è aumentato di 40mila automobili al giorno.

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