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Cimadolmo: "Il taglio degli alberi provoca scempio ambientale"

La denuncia di Legambiente Piavenire di Maserada contro il disboscamento degli argini del fiume Piave. Hanno partecipato alla conferenza stampa diverse associazioni ambientaliste e comitati di cittadini

Una conferenza stampa “contro lo scempio ambientale perpetrato nei confronti del fiume Piave”, si è tenuta sabato scorso 7 novembre alle Grave di Papadopoli, dal lato di Cimadolmo. A convocarla è stato il circolo Legambiente Piavenire di Maserada sul Piave insieme a un nutrito gruppo di associazioni ambientaliste e dei comitati di cittadini che operano per la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del fiume Piave, delle sue golene e isole fluviali. L’emergenza rispetto alla quale attrarre l’attenzione dei media riguardava, stavolta, il taglio a raso di centinaia di alberi nell’area demaniale in prossimità del ristorante “Alla Botte” di Cimadolmo.

“Ci facciamo portavoce di tutti coloro che non sopportano più le offese che si stanno sempre più accentuando nei confronti della notevole biodiversità che resiste nel nostro territorio e nei fiumi alpini e di risorgiva in particolare - ha introdotto i lavori Fausto Pozzobon di Piavenire -. Questa è solo la prima di una serie di manifestazioni che intendiamo proporre, se serve arriveremo fino a Bruxelles, per provare a invertire la rotta di un processo di degrado progressivamente portato avanti, anche da Enti pubblici, per banalizzare il fiume Piave, che ha enormi potenzialità, riconosciute peraltro dall’Unione Europea. E’ noto infatti che questo alveo, le sue rive e grave fanno parte della Rete Natura 2000 come Zone di protezione speciale (appunto Zps) per ben due Direttive europee: la Direttiva uccelli e la Direttiva habitat. Ma di questo, purtroppo, l’assessorato all’Ambiente della Regione Veneto pare non tener conto, operando con progetti che stravolgono gli ecosistemi fluviali e boschivi, mettendo in forse, ad esempio, la permanenza stagionale e la nidificazione di specie migratorie intercontinentali”.

Alla conferenza stampa di sabato ha partecipato anche il senatore trevigiano del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto che ha bollato come “scempio il taglio di centinaia di alberi sani in riva al Piave. Esiste un decreto regionale in materia, chiediamo alla Regione che ci spieghi cosa sta facendo. Oltre al danno ambientale immediato, certe scelte sul lungo termine hanno poi un risvolto economico per l’intera comunità”.

Accanto a lui il consigliere regionale di opposizione del Pd Andrea Zanoni, che ha ribadito come “le centinaia di alberi tagliati a Cimadolmo, in realtà tenevano sodo il terreno con il loro apparato radicale e in più funzionavano da frangivento importante; mancando questi alberi, le acque si mangeranno le rive. Dalla Regione si sono scusati dicendo che erano alberi schiantati dalla tempesta Vaia, ma non corrisponde a realtà”.
L’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, ha fatto pervenire un comunicato stampa in cui dichiarava “forse inopportuna questa manifestazione, dato il particolare momento di emergenza epidemiologica”, dicendosi “pronto a discutere al riguardo sui temi sollevati, purché su dati oggettivi. Attendo di conoscere le proposte di Legambiente”.

Fra le questioni dibattute durante la conferenza di Cimadolmo, sono stati elencati i fatti che secondo ambientalisti e cittadini “stanno mettendo in grave crisi l’ecosistema fluviale, ovvero il dissesto idraulico e idrogeologico, sovente provocato da dissennate concessioni di estrazione di ghiaia, l’incomprensibile taglio  degli  alberi sulle rive del fiume, il progressivo e incontrollato avanzare dei vigneti, progetti distruttivi per il controllo delle piene invece di garantire spazi adeguati al divagare delle acque, massicci prelievi della risorsa idrica”.

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