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Cavaso: inaugurato l’organo dopo il restauro “partecipato”

Lo scorso 30 maggio il vescovo Tomasi ha benedetto il restauro

Il primo organo della chiesa parrocchiale della Visitazione di Santa Maria ad Elisabetta in Cavaso del Tomba fu vittima dei bombardamenti della Grande guerra. Il nuovo organo, realizzato nel 1934 da Domenico Malvestio e figlio, fu inaugurato dal vescovo Longhin. Lo scorso 30 maggio è toccato al vescovo Tomasi benedire il restauro portato a termine dalla “Commissione pro restauro Organo Malvestio”. Il lavoro è stato realizzato dalla ditta Francesco Zanin di Codroipo, la più antica ditta italiana di restauro organi. L’organo è collocato sulla cantoria sopra la porta maggiore con una facciata a tre campate a canne scoperte e colonnine delimitanti le campate. La campata centrale è costituita da una cuspide di 23 canne settecentesche. Le due laterali da cuspidi di 11 canne ciascuna. Tra la centrale e le laterali ci sono due cuspidi in posizione più elevata, formate da semi tubi di zinco. Del precedente, ora rimangono alcune canne settecentesche interne, oltre a quelle della facciata.

Serata d’eccezione quella del 31 maggio, quando la perizia del maestro Giovanni Feltrin si è unita alle sonorità dell’organo, in un concerto di rara bellezza. Feltrin, diplomato in organo e musica liturgica polifonica, è vincitore di diversi concorsi organistici nazionali e di quello internazionale di Manchester. Fino al 2021 è stato titolare dell’organo della cattedrale di Treviso. Nella sua discografia, ampio spazio è riservato al repertorio del XX secolo. Per l’occasione, Feltrin ha suonato musiche di Fisher, Bach, Pachelbel, Michel, Behnke, Nagel. Durante l’intermezzo sono state eseguite musiche di Giandomenico Faccin, collaudatore dell’organo nel 1934.

I lavori di restauro erano iniziati il 22 febbraio 2021, sotto la cura della Commissione pro restauro, composta da rappresentanti delle associazioni e della comunità parrocchiale (Stefano De Paoli, Stefano Colmanet, Dario Dal Bon, Giorgio Rossetto, Sabino Toscan, Zeno Zanotto, Liliana Foggiato, Alessandro Gatto).

“Un grande risultato - spiega il prof. Gatto -, a cui tanti e l’intera comunità hanno contribuito, dando prova di generosità nel rispondere alle iniziative: associazioni e comitati di colmello, aziende, Amministrazione comunale, Banca delle Terre Venete, oltre alla Cei che con 63.906 ha finanziato il 36% del costo dell’opera (170.401 euro il totale). Il parroco, don Pierangelo Salviato, ha sottolineato l’importanza di questo restauro anche per la vita della comunità: “E’ stato inaugurato un metodo: la scelta decisiva è stata l’essersi resi conto della difficoltà, averla condivisa e aver coinvolto gruppi, associazioni e l’intera comunità, che così ha risposto. Dato che le emergenze non sono finite, possiamo essere da oggi un po’ orgogliosi e più̀ fiduciosi”.

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