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Cavaso del Tomba, dedicato il nuovo altare

L’altare in legno riprende nella sua forma l’abbraccio di Maria a Elisabetta, e fa immaginare l’incontro dei due bambini in grembo, grazie a un ovale in pietra posto tra i due intarsi. A lato, l’ambone riprende questa immagine. L’altare è stato eseguito e donato da Delfino Cadorin, mentre gli architetti Piergiorgio Ditadi e Paola Filippi hanno offerto il progetto per questo adeguamento liturgico. Il rito è stato presieduto dal vescovo Michele

Domenica 17 settembre il vescovo Michele ha benedetto il nuovo altare della parrocchiale di Cavaso del Tomba, dedicata alla Visitazione di Maria. L’altare in legno riprende nella sua forma l’abbraccio di Maria a Elisabetta, e fa immaginare l’incontro dei due bambini in grembo, grazie a un ovale in pietra posto tra i due intarsi. A lato, l’ambone riprende questa immagine. L’altare è stato eseguito e donato da Delfino Cadorin, mentre gli architetti Piergiorgio Ditadi e Paola Filippi hanno offerto il progetto per questo adeguamento liturgico, rispettoso della riforma del Concilio Vaticano II.

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La celebrazione della dedicazione dell’altare della chiesa parrocchiale è stato un evento di grazia per entrambe le comunità di Cavaso e di Possagno. I due Consigli pastorali parrocchiali, i due Consigli per gli affari economici e il gruppo liturgico si sono adoperati affinché questo momento potesse essere vissuto nella massima consapevolezza della grazia offerta dal dono dello Spirito Santo.

All’inizio i partecipanti, con un silenzio molto attento e profondo, hanno gustato come primo segno, il rito dell’aspersione con l’acqua benedetta, fatta dal Vescovo, memoria del nostro battesimo per la remissione dei peccati. Nell’omelia, il Vescovo ha sottolineato la valenza unica dell’altare dove tutto converge e si diffonde, fino a diventare ponte tra la chiesa terrena e quella celeste dei santi, affinché nasca e cresca la comunione e l’amore vero verso Dio e i fratelli.

Come secondo rito si è invocata la chiesa dei Santi, mediatrice di copiose grazie per tutti i presenti, con la preghiera litanica cantata. Il gesto centrale dell’unzione dell’altare con il crisma ha consacrato questo segno come luogo dell’offerta del Popolo di Dio. Il braciere con l’incenso, posto successivamente sull’altare cosparso del crisma, ha significato la preghiera che saliva al cielo da parte dell’assemblea. Una volta asperso l’altare dell’olio, da parte delle volontarie della pulizia della chiesa, è stato rivestito delle nuove tovaglie e sono state poste le lampade accese, richiamo evidente di Cristo Luce del mondo.

Dopo l’Eucaristia i presenti hanno espresso un comune sentimento, condensato nelle parole del parroco, don Pierangelo Salviato, che citando le parole del salmo 33 ha invitato a riconoscere come si sia “gustato e veduto la bontà del Signore”. “Davvero abbiamo gustato e visto - ha poi commentato il parroco - la bellezza del Signore e la «bellezza», in quanto tale è difficile da descrivere, possiamo solo dire che al termine della celebrazione un sentimento di pienezza e di gioia ha riempito tutti i cuori dei presenti, di una grazia unica ed indescrivibile”.

Ha, poi, aggiunto: “Possiamo sicuramente affermare che in questo evento celebrativo la Terra e il Cielo si sono toccati compiendo un piccolo «miracolo» di meraviglia, per chi ha potuto prendervi parte”.

La celebrazione è stata preparata da due incontri guidati da don Paolo Barbisan, direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali. Il primo, il 5 settembre, di taglio storico-religioso, dove si è illustrato il significato dell’altare e i cambiamenti avvenuti lungo i secoli fino ad arrivare all’adeguamento liturgico indicato dal Concilio. Il 15 settembre, si è svolta una veglia di preghiera dal tema “Lascia la tua offerta sull’altare e va a riconciliarti con tuo fratello”, con il sacramento della Riconciliazione. Durante la veglia, i presenti hanno avuto la possibilità di scrivere su un sasso il proprio nome e quello della propria famiglia e di porlo dentro l’altare aperto, a significare l’essere pietre vive in Cristo. Queste pietre, assieme alle reliquie dei santi, resteranno per sempre dentro all’altare.

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