Come sempre, per l’occasione, la “Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia...
Castelfranco, "un nuovo inizio" per la catechesi
“L’esperienza faticosa di questi tempi di Covid è stata per noi occasione di sosta - spiega don Alberto - ma soprattutto di riflessione per ricominciare con modalità rinnovate e rispondenti alle esigenze delle famiglie"
Come spesso accade, è proprio il tempo della crisi il più fecondo per discernere e rinnovarsi. Almeno questo è lo spirito con cui la collaborazione pastorale di Castelfranco ha vissuto l’ultimo periodo della pandemia, da ottobre, interrogandosi sulla catechesi dei ragazzi, sullo status quo ma soprattutto sulle possibilità che si apriranno quando finalmente potremo tornare a riunirci. E ci saranno dei cambiamenti interessanti, importanti, intesi a mostrare un volto di Chiesa accogliente e di qualità.
“L’esperienza faticosa di questi tempi di Covid è stata per noi occasione di sosta - spiega don Alberto Piasentin, vicario parrocchiale e responsabile per la catechesi a Castelfranco - ma soprattutto di riflessione per ricominciare con modalità rinnovate e rispondenti sia alle esigenze delle famiglie sia in obbedienza a quanto lo Spirito del Signore sta suggerendo alla sua Chiesa”. Genitori, sacerdoti, catechisti, membri dei Consigli pastorali hanno partecipato a un’indagine che ha messo a fuoco i vissuti rispetto alla questione del catechismo dei ragazzi, le attese, le proposte, le priorità.
“Alcuni aspetti emergono chiaramente: la centralità dell’eucaristia domenicale come luogo d’incontro con il Signore, di vita della comunità parrocchiale, alimento per le relazioni amicali - spiega don Alberto -. In seconda battuta è chiaramente venuto fuori che le famiglie credono nel loro coinvolgimento diretto per la trasmissione della fede ai figli”.
Altri elementi messi a fuoco sono stati la necessità di poter riprendere la catechesi in presenza, di interrogarsi sulla liturgia senza snaturarne il rito ma rendendola comunque più partecipata, il legame da rinsaldare tra catechesi, messa domenicale e famiglie, la fine della delega tout court alle catechiste e alla parrocchia rispetto ai temi della vita cristiana, la disponibilità stessa al cambiamento.
“Dalla prossima settimana ci ritroveremo in commissione per costruire la nuova proposta che partirà a settembre. Nel frattempo tuttavia con la prima domenica di Quaresima riprenderemo l’itinerario di catechesi soprattutto per permettere di riallacciare i legami in presenza, ricominciare a camminare insieme e donare i sacramenti a fine anno”. La proposta, già dalla primavera ma poi in forma consistente dal prossimo autunno domanderà una scelta libera e consapevole da parte delle famiglie ed esigerà un impegno serio per essere fedeli nell’accoglienza e nell’adesione all’itinerario nella sua interezza. E, nel concreto, porterà i genitori a essere partecipi e protagonisti dell’educazione alla fede dei propri ragazzi. Si troveranno dei modi per riavvicinare catechesi e liturgia; si proporranno percorsi di maggiore coinvolgimento in prima persona delle famiglie, probabilmente si ridurranno i numeri ma senza dubbio non migliorerà la qualità.
“Il tempo della pandemia ci ha permesso di vedere chiaramente tutte le criticità del sistema - conclude don Alberto -. Proveremo a tenere in equilibrio qualità e inclusione, mettendo al centro l’adesione libera delle famiglie che richiede di giocarsi in prima persona, per testimoniare la bellezza della vita cristiana innestata nella relazione con Cristo”. Non dunque soltanto trasmissione di contenuti, per i quali si rimarrà inoltre aderenti alla proposta diocesana, ma soprattutto condivisione e partecipazione.
Una trasformazione importante, frutto di un discernimento che la Chiesa castellana sta portando avanti e che, per l’azione dello Spirito, non potrà che essere generativo.