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Castagnole: la chiesa ha 250 anni

Addobbata a festa come una sposa. Così si è presentata la chiesa di Castagnole domenica 15 aprile scorso, per il giubileo dei suoi 250 anni. Nell’occasione il Vescovo, mons. Gianfranco Agostino Gardin, ha presieduto la messa solenne delle 10.30.

Addobbata a festa come una sposa. Così si è presentata la chiesa di Castagnole domenica 15 aprile scorso, per il giubileo dei suoi 250 anni. Nell’occasione il Vescovo, mons. Gianfranco Agostino Gardin, ha presieduto la messa solenne delle 10.30, animata dalle corali della Collaborazione di Paese, concelebrando con sacerdoti di Castagnole e del vicariato, di fronte a una massa di fedeli, nonché di una folta schiera di suore francescane missionarie del Sacro Cuore arrivate da Gemona, con in testa la superiora provinciale, suor Anna Maria Volpato. Per la comunità civile era presente il sindaco, Francesco Pietrobon.
La chiesa di pietre ha senso se ci sono i testimoni della fede, come è stato nelle generazioni passate, ha precisato il Vescovo. “La chiesa di Castagnole è sorta perché c’era una comunità cristiana, e non il contrario; perché la buona notizia, partita dalla Palestina, è arrivata fin qui ed è stata accolta”, così ha sottolineato mons. Gardin. C’è piuttosto da chiedersi se si vuol continuare in questa tradizione, perché viviamo in tempi di individualismo, in cui tutto è messo in discussione e la trasmissione della fede sembra non interessare più a molti. “Di questo voi siete testimoni”, questo il leit-motiv della sua omelia, ripreso dal vangelo di Luca. E l’importanza della testimonianza cristiana è stata ribadita anche dal parroco, don Gino Busatto, che guida la parrocchia ormai da un trentennio: “Dio ha fatto un patto con questa comunità, che si deve interrogare se vuole continuare a onorarlo”. Una testimonianza, ha ripreso il Vescovo, portata avanti per 250 anni da gente che, pur peccatrice, confidava in Dio. La chiesa è il luogo in cui la comunità si trova unita testimoniando l’amore del Cristo Risorto, nel perdono e nell’impegno per una società più giusta. E ha continuato esortando che la fede va testimoniata in comunità o finisce che ognuno se ne costruisce una per sé, senza solide basi. “Il luogo di culto ha senso se c’è anzitutto l’incontro con la persona di Gesù, attraverso le persone che ci mette accanto”, ha puntualizzato mons. Gardin.
L’attuale chiesa di Castagnole fu consacrata dal vescovo Paolo Francesco Giustiniani il 17 aprile 1768, seconda domenica dopo Pasqua. 250 anni, un quarto di millennio quindi, ma non li dimostra, e, come è accaduto recentemente, continua a svelare i suoi tesori. Infatti, in un altare laterale, sotto l’ottocentesca pala del “Passaggio di San Giuseppe”, ne è sbucata un’altra dello stesso tema risalente al secolo precedente. Ora entrambe sono state restaurate.
Si è preparata con un variegato programma di iniziative religiose, sociali e culturali la comunità di Castagnole per arrivare con cognizione a questo traguardo. Una lettera-invito firmata dal parroco, don Gino Busatto, e dal Consiglio pastorale è arrivata in tutte le famiglie già lo scorso anno per coinvolgere tutti i parrocchiani. “Questa ricorrenza ci ricorda che Dio, ponendo la sua abitazione in mezzo alle nostre case, ha voluto garantirci la sua presenza e il suo aiuto – aveva scritto il parroco –. Le celebrazioni per questo avvenimento ci potranno aiutare a crescere nella fede e a conoscerci meglio”. A giudicare dalla partecipazione all’Eucaristia di domenica 15, la gente ha ben risposto all’appello, tanto che la chiesa è stata incapace di contenere tutti i convenuti, molti dei quali hanno partecipato alla messa dal sagrato. E’ la constatazione che si tratta di una Chiesa che dimostra una freschezza primaverile, e forse non a caso il primitivo edificio è stato inaugurato nelle bella stagione, foriera di nuove fioriture di fede e di carità. Quella carità verso i più bisognosi, che ha caratterizzato la trentennale esperienza dell’attuale parroco.
Per l’occasione è stato stampato un volume di oltre 300 pagine, curato dal prof. Agostino Santolin, “La parrocchia di Castagnole e la sua chiesa nei secoli”, un documento storico ben curato che sigilla un passato ricco di fermento cristiano, un punto fermo dal quale si può ripartire per costruire una storia ancora più edificante. Porta la prefazione di mons. Stefano Chioatto, il quale scrive tra l’altro che “la comunità cristiana si identifica con la propria chiesa”. Sta tutto racchiuso in questa semplice affermazione lo scopo per cui si deve ricordare e fare festa. E, come precisa ancora il vescovo riprendendo le parole di papa Benedetto XVI: “Siate testimoni di fronte a chi non crede con le buone opere. La Chiesa non aumenta per proselitismo, ma per attrazione... «Da ciò vedranno che siete miei discepoli»”.

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