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Trevignano e Falzè, il saluto a don Silvio Caterino: crescita del senso di comunità

Lasciare e seguire. E’ nel solco di questi due verbi proposti dalla liturgia che don Silvio Caterino si è congedato dalle parrocchie di Trevignano e Falzé, preparandosi a entrare, il prossimo 3 novembre, a Mirano. Alcune centinaia di persone hanno partecipato nelle due comunità alle messe di saluto, segnate da diversi momenti di commozione e da tanta gratitudine per gli anni vissuti insieme
17/10/2024

Lasciare e seguire. E’ nel solco di questi due verbi proposti dalla liturgia che don Silvio Caterino si è congedato dalle parrocchie di Trevignano e Falzé, preparandosi a entrare, il prossimo 3 novembre, a Mirano. Alcune centinaia di persone hanno partecipato nelle due comunità alle messe di saluto, segnate da diversi momenti di commozione e da tanta gratitudine per gli anni vissuti insieme. “Sono stati nove anni meravigliosi, di una vita intensa, dove ho sentito fortissima la presenza del Signore nella mia vita di prete, dove ho sentito fortissima la presenza di tutti voi, fratelli e sorelle nella fede, fratelli e sorelle con i quali abbiamo fatto tante cose”.

Negli interventi dei consigli pastorali è emersa, di don Silvio, la profonda umanità e l’amore per la vita, oltre alla capacità di amministrare in modo oculato, trovando soluzioni a problemi annosi. Tutti ricorderanno la sua capacità di spiegare il Vangelo, con parole semplici e profonde, frutto di una grande preparazione. La rivitalizzazione di alcune devozioni popolari, la celebrazione comune del Venerdì Santo, la venerabilità di padre Bernardo Sartori, i lavori alle strutture parrocchiali. “Non sono stato in mezzo a voi come un funzionario. Ma prima di tutto come un uomo, con tutte le sue fragilità. Il cuore piange perché ci siamo voluti bene. E’ un bene che è cresciuto nel tempo, conoscendoci e condividendo la fede, la preghiera e le tante occasioni che ci hanno avvicinato e unito”.

Don Silvio ha, poi, sottolineato il suo essere prete, innamorato di tutto, specialmente delle persone.

E l’amore, come evidenziava il brano evangelico di domenica scorsa, viene restituito cento volte rispetto a quanto si lascia. “Il tempo vissuto qui è stato, innanzitutto, un tempo liturgico, nel quale insieme abbiamo incontrato il Signore, curando le chiese e i dettagli perché appaia la sua luce e non la nostra. E’ stato anche un tempo di particolare attenzione ai bambini e ai ragazzi, soprattutto nei sacramenti, nel grest, nei campi scuola, negli scout, alla scuola di don Bosco. E’ stato un tempo di carità, prendendoci cura delle persone più sofferenti intorno a noi: i residenti in villa Pasinetti, i nostri missionari e il popolo ucraino. E’ stato anche un tempo dove mi sono fatto presente nei social. Non volevo perdere il contatto con la realtà del mondo, con il suo evolversi, con i suoi strumenti”.

Per significare l’invito del Papa a essere Chiesa in uscita è stato offerto un kit completo per le messe “da campo”, mentre col resto delle offerte raccolte sarà dato un aiuto concreto all’Università Antonianum di Beirut, dove studiano cinquemila giovani sia cristiani sia musulmani. La zona è circondata dai bombardamenti dell’esercito israeliano e molte famiglie libanesi e palestinesi sono sfollate.

Don Silvio, che ha salutato individualmente tutti coloro che hanno partecipato alle due feste di congedo, non ha voluto dimenticare i confratelli sacerdoti degli anni passati e del presente, don Lorenzo, don Paolo, don Stefano, don Daniele e don Antonio, insieme alle cooperatrici pastorali che si sono succedute, Maria, Susanna, Francesca, Elena e Sara. I fedeli di Trevignano e Falzé, pregando anche per la parrocchia di Mirano, attendono di conoscere il nome del successore di don Silvio, consapevoli di essere cresciuti nel senso della comunità e della collaborazione pastorale.

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