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Resana, torna la “pala dei misteri”

Incredibili e bellissimi i colori che il restauro ha finalmente restituito, prima nascosti da strati di polvere e da vernici sovrapposte. Scoperto un fatto curioso: la presenza, in passato, di una colonia di pipistrelli tra la tela e il muro

Il 29 marzo, Venerdì Santo, la “pala dei misteri” tornerà nell’arcipretale di Resana, a conclusione del delicato intervento di “manutenzione” cui è stata sottoposta negli scorsi mesi. Il grande dipinto, che rappresenta la scena della crocifissione, sarà collocato, per la sola giornata del Venerdì Santo, sull’altare maggiore. Da dove, dopo la Pasqua, tornerà nell’altare che da sempre lo accoglie.

Il restauro dell’opera, interamente finanziato da una famiglia resanese, è stato realizzato da Annalisa Tosatto, la stessa restauratrice che era già stata chiamata ad intervenire sulla pala della “Madonna e San Gaetano” della medesima chiesa.

Incredibili e bellissimi i colori che il restauro ha finalmente restituito, prima nascosti da strati di polvere e da vernici sovrapposte.

In più, la tela è risultata distaccata in più punti dalla tela di rifodero e la cornice è apparsa sconnessa, situazioni estreme cui la restauratrice ha posto rimedio, con la riadesione dei lembi della tela dipinta a quella di rifodero, ancora integra, applicata sul retro nel precedente intervento di restauro, per dare maggiore robustezza al supporto.

La rimozione della pala, per essere trasportata nel laboratorio di restauro, ha evidenziato anche un fatto curioso e inaspettato: le evidenti testimonianze della presenza di una colonia di pipistrelli.

In passato, transitando attraverso le fessure della tela del dipinto o le fessure della cornice, questi animaletti notturni hanno trovato rifugio nell’intercapedine tra la tela stessa e il muro della nicchia che la accoglie. Il luogo buio, asciutto, risultava evidentemente molto gradito ai piccoli, inoffensivi ospiti. Per rimediare e limitare questo fenomeno si è scelto di chiudere in maniera reversibile il retro del dipinto con del Tyvek, tessuto idrorepellente ma traspirante.

Una volta ripulito, il grande dipinto ha rivelato i suoi brillantissimi colori originali. Restano invece senza risposta gli interrogativi che hanno fatto definire questo dipinto come “la pala dei misteri”.

La pala mostra tre diversi tessuti utilizzati, che potrebbero far pensare ipoteticamente a un riadattamento delle dimensioni per una differente collocazione, pur presentando una pellicola pittorica coerente su tutta la superficie. L’artista che è intervenuto per ultimo potrebbe essere l’autore di alcune parti, che paiono solo abbozzate, rispetto ad altre più finemente dipinte. Le indagini diagnostiche, non ancora effettuate, potrebbero far valere le ipotesi avanzate da alcuni studiosi, ovvero che la pala potrebbe avere un impianto antico, su cui sono intervenuti altri artisti nei secoli successivi. Rimangono i dubbi anche sulla interpretazione delle scene dipinte a sfondo della crocifissione, che parrebbero raccontare qualcosa d’altro, quasi come se ci trovassimo di fronte ad un perfetto puzzle di dipinti, poi unificati.

“L’insieme è sicuramente di grandissimo effetto e il restauro, restituendo i colori originali, lo ha accresciuto - sottolinea il parroco, don Denis Venturato - e forse anche per questo l’opera è da sempre oggetto di particolare devozione”.

Il parroco annuncia anche il prossimo restauro che contribuirà a salvaguardare una ulteriore testimonianza dell’ingente patrimonio d’arte della settecentesca chiesa di Resana. Sempre con finanziamento di un privato, sarà restaurata una preziosa “Ultima Cena” di ambito veronesiano, attribuita cioè la scuola o alla cerchia di Paolo Veronese.

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